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Degustazioni

Futuro radioso per Mumm

Purtroppo, basta poco per distruggere anche la più solida delle reputazioni e poi è veramente difficile risalire la china. O meglio, ci vogliono tempo e tanto, tanto impegno....
di Alberto Lupetti

degustazione champagne mumm

Purtroppo, basta poco per distruggere anche la più solida delle reputazioni e poi è veramente difficile risalire la china. O meglio, ci vogliono tempo e tanto, tanto impegno.

Didier Mariotti

Tutto questo lo sa benissimo Didier Mariotti, chef de cave di Mumm, ben conscio del fatto che la maison di Reims, dopo aver vissuto decenni di eccellenza, ha iniziato un lento declino, sotto due cambi di proprietà, che l’hanno progressivamente portata sull’orlo dell’oblio a metà degli anni ’90, col risultato che ancora oggi molti storcono la bocca quando sentono parlare di Mumm. Soprattutto gli appassionati. Non a torto, bisognerebbe dire, perché il Cordon Rouge, tra i non millesimati più interessanti, finì per essere banalizzato, visto che nel suo assemblaggio venivano impiegati sempre meno vins de réserve e la maturazione sui lieviti era scesa a neanche due anni…

Oggi, però, le cose sono cambiate drasticamente e già da un annetto a questa parte sul mercato gli champagne Mumm stanno rivelando il netto cambio di rotta e chi ha avuto modo di provare recentemente il Cordon Rouge (per non parlare di Cuvée R.Lalou o di Blanc de blancs) se n’è accorto. Un cambio di rotta, dunque, con obiettivo la qualità, fermamente e giustamente voluto dalla nuova proprietà – Pernod-Ricard (che ha acquistato la maison tra il 2001 e il 2005, nell’ambito dell’acquisizione della divisione Wine & Spirits di Seagram) – che ha poi affidato il timone di Mumm prima a Dominique Demarville e successivamente, dopo che questi era passato in Veuve Clicquot, al suo vice Didier Mariotti. Quest’ultimo è entrato in Mumm nel 2006 come responsabile della vinificazione, nell’ambito del progetto di rinascita della maison da parte della nuova proprietà, con uno staff giovane, motivato e intraprendente quale punto cardine: non a caso, Mariotti è diventato chef de cave di Mumm nel 2008, a soli 37 anni.

degustazione nuovi champagne mumm

Ho incontrato per la prima volta Didier proprio nel 2008, al lancio della rinata Cuvée R.Lalou e devo confessare che non rimasi troppo colpito da questa persona, che appariva poco affabile e comunicativa. Ma mai fidarsi delle apparenze e, ben sapendo che se nel vino i tempi sono lunghi, nello champagne lo sono ancor di più, mi ripromisi di giudicare Didier e la fatica erculea che lo aspettava più tardi. Detto, fatto: a marzo del 2012 visito ancora Mumm e un’ampia degustazione mi fa scoprire che Didier non solo è un enologo di grande valore con le idee ben chiare, ma soprattutto che il suo lavoro in Mumm, anzi la sua fatica erculea, ha iniziato a dare i propri frutti. E, dal punto di vista personale, mi rendo conto che Didier è in realtà una persona riservata, quasi timida, pertanto, finché non lo si conosce per bene, può dare un’impressione errata di se stesso. Infatti, incontrato nuovamente a Milano a metà ottobre per il lancio italiano della Cuvée R.Lalou 1999, con Didier siamo entrati in maggiore confidenza e, pertanto, la degustazione che aveva riservato a me, Federico Angelini e Giacomo Neri il 18 dicembre scorso si è svolta in clima davvero amichevole, con costruttivi e franchi scambi di opinione. Una degustazione tecnica ma tutt’altro che noiosa, anzi profondamente stimolante, interessantissima, che ha definitivamente svelato la bravura (e – udite, udite – la grande simpatia!) di Didier: i vini Mumm dei prossimi anni ripoteranno definitivamente la maison ai livelli che le competono. Garantito!

Didier Mariotti e Federico Angelini
Federico durante la degustazione, servito addirittura da Didier…

Durante il volo di rientro, stavo pensando al fatto che avrei dovuto assolutamente raccontare di questa esperienza, ciò nonostante sono rimasto sorpreso quando, rientrando dall’aeroporto su Roma, Federico mi dice: “bisogna scrivere del nuovo corso di Mumm perché gli champagne sono davvero molto buoni e Didier è bravissimo”. Beh, detto da Federico, che è stato uno dei critici più feroci di Mumm, è quantomeno emblematico e avvalora la mia convinzione sul nuovo corso della maison. Ma cosa avremo mai assaggiato durante questa degustazione? Vediamo un po’…

Brut Selection, ex Grand CruArrivati da Mumm, ci accoglie lo stesso Didier e ci porta subito nella sala di degustazione degli enologi. Sul tavolo non meno di una cinquantina di bottiglie (!), dai vins clairs a una fenomenale verticale di René Lalou (quindi la originale, se mi si passa il termine). Un rapido consulto ci porta a rimandare i vins clairs a una futura occasione e la verticale a pranzo, quindi ci concentriamo sull’essenza del lavoro di Didier, che è la parte che ci interessa di più dal punto di vista tecnico.

Iniziamo con il Brut Selection, ex Grand Cru e attualmente ancora non presente nella gamma italiana. È la prima “creatura” di Didier e si tratta di un non millesimato prodotto con le sole uve dei villaggi classificati 100% di Avize, Aÿ, Bouzy, Cramant e Verzenay, tutti vinificati separatamente e con un assemblaggio di 65% Pinot Noir e il 35% Chardonnay, in ottemperanza allo stile “pinotteggiante” della maison; i vins de réserve quotano il 15-20%. In occasione della scorsa visita lo avevo assaggiato per la prima volta (base vendemmia 2004) e avevo trovato un ottimo champagne, nel quale la base tostata faceva da cornice a note speziate, di erbe aromatiche, di frutta secca. La bocca si è rivelata fresca e succosa, con un bellissimo sviluppo minerale che porta a un finale sapido, anche balsamico, e molto fine. L’avevo quotato tra gli 88 e i 90/100.

Ora, invece, Didier ci fa assaggiare il prossimo, base vendemmia 2005. Il primo campione è dosato a 5 g/l, che conferma le ottime impressioni avute a marzo. È uno champagne di abbondante materia, con olfatto molto tostato e, stavolta, un’anima decisamente fruttata. Stessa impressione in bocca, con la classica vena minerale a dare progressione e fresca pulizia. Un grande classico di grande piacevolezza. Anche a Federico piace molto.
Vada per gli 89/100.

A seguire Didier ce lo fa riassaggiare, ma senza dosaggio. È più asciutto e sembra muoversi su un versante agrumato e la mineralità si esalta anche al naso; inoltre, è pulitissimo e molto lungo. Ci piace. Molto. E dico a Didier che potrebbe proporlo anche così… Concorda sulla purezza della versione non dosata, ma ci spiega che per lo stile Mumm il dosaggio è necessario. È una piccola parte, nella bottiglia rappresenta circa lo 0,8% del vino, ma accidenti se influisce, come abbiamo visto!

Ma non è finita: è la volta del Brut Selection base vendemmia 2008 e con una novità introdotta da Didier: i vins de réserve sono conservati con il metodo Solera. Difficile giudicare uno champagne a questo stadio di sviluppo, ciò nonostante apprezziamo la grande finezza e il perfetto equilibrio, sempre nel contesto minerale. È un vino molto armonico. Tra tre anni avremmo un grandissimo Brut Selection…

champagne mumm Brut Millésime 2006Andiamo avanti e ora tocca al Brut Millésime 2006. Il 2004 non ci aveva convinto completamente in occasione degli assaggi della guida Grandi Champagne 2012, anche se un paio di riassaggi a distanza di un annetto hanno in buona parte riabilitato questo champagne. Ora, invece, è ora del 2006, che in questa anteprima si presenta subito molto, molto interessante. Anche in questo caso, lo chef de cave ce lo fa assaggiare sia con (6 g/l) sia senza dosaggio, ma il primo appare nettamente migliore, ovvero più completo. Ha un bel naso che si sviluppa tra il frutto e le tostature, appoggiato su una sottile mineralità. La bocca è rotonda, gustosa, di eleganti ritorni fruttati. Si beve davvero bene, con grande piacevolezza.
Voto: 88/100

champagne Blanc de noirs - Mumm de VerzenayA seguire arriva un’altra etichetta per ora non prevista in Italia – ma non si sa mai… -, il Blanc de noirs – Mumm de Verzenay, una sorta di alter ego dell’ottimo Blanc de blancs – Mumm de Cramant. Finora è stato prodotto una sola volta con l’annata 1998, con un risultato a mio avviso ottimo. Il secondo della serie uscirà a breve sotto l’egida della vendemmia 2002 e l’assaggio in anteprima ci propone ancora una volta la versione senza e la versione con dosaggio (6 g/l, che vale per tutta la gamma Mumm a eccezione del Cordon Rouge). Al naso è un tipico blanc de noir ma senza averne le “pesantezze fruttate” che spesso affliggono questi champagne. Il Mumm, infatti, è asciutto nella sua mineralità arricchita da affumicature e anche la bocca ripropone la tipica base fruttata slanciata dalla mineralità. Ma è molto, troppo giovane, pertanto appare un po’ statico e con una vena amarognola sul finale (peraltro tipica del genere), però sembra promettere molto bene.
Voto: 87/100

Cuvée R.Lalou annata 2002Botto finale con la cuvée de prestige, ovvero con la Cuvée R.Lalou e la prossima annata 2002. Didier Mariotti sta ancora mettendo a punto il dosaggio, pertanto ci fa assaggiare la prossima R.Lalou senza la liquer d’expedition. Accostandosi al bicchiere, si percepisce chiaramente che il vino deve ancora esprimersi, ciò nonostante si avvertono la complessità e l’eleganza. Ha un naso giocato tra il frutto e le dolcezze del miele, in una cornice di grande freschezza donata chiaramente dalla componente (50%) di Chardonnay. La bocca è piena, potente, stratificata, dinamica per via del grande slancio acido (invero non così scontato nei 2002…), con un finale che si allarga come un estuario. Gran bello champagne, levigato, gustoso, esaltato proprio da uno splendido Chardonnay.

Per me e Federico starebbe benissimo così, ma Didier ci fa notare che il dosaggio è necessario per riequilibrare la componente di Pinot Noir rispetto allo Chardonnay, ora protagonista, come abbiamo visto.
Voto: 93/100

champagne mumm R.Lalou 1998 in magnum

Tra le altre cose, lo chef de cave ci ha fatto assaggiare nuovamente l’eccellente R.Lalou 1998 in magnum che, rispetto alla bottiglia, matura due anni in più sui lieviti, e ce la fa assaggiare ancora in versione con e senza dosaggio. La prima corrisponde a un eccellente champagne, complesso, profondo, molto elegante nella sua nobiltà. È una sorta di lente di ingrandimento della versione in bottiglia, ma anche gustosamente fresco sulle note dello Chardonnay e con un finale lunghissimo tra frutto e mineralità. Ne berresti a… secchi!
Voto: 96/100

champagne mumm brut rosé

Infine Didier ci propone una magnum di Brut Rosé un po’ particolare. Gli confesso che questo champagne è quello che proprio ancora non mi convince all’interno della gamma Mumm e, con un’onestà disarmante, Didier si dice d’accordo con me, rivelando che se ne vende talmente tanto che il marketing lo pressa perché ne produca sempre più e velocemente. Questo rosé in magnum, invece, è come Didier vorrebbe che fosse il Brut Rosé e promette che riuscirà ad averla vinta. In effetti è… buonissimo. Fresco, elegante, delicatamente fruttato e pervaso da un’anima minerale. Federico è conquistato, con mia sorpresa e malcelato orgoglio. Forza Didier!
Voto: 89/100

La degustazione tecnica si conclude qui, ma il sottoscritto, Federico e Giacomo Neri si sono poi spostati alla maison Cordon Rouge per il pranzo accompagnato da una verticale storica di Lalou, quella “originale”, che va dal 1966 al 1989. Ma di questa racconterò un’altra volta…

Gli champagne Mumm sono distribuiti in esclusiva da:
Pernod-Ricard Italia
– tel. 02/205671 – www.pernod-ricard-italia.com

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