4 commenti
Non solo Champagne

Ma quant’è buono l’EBB de Il Mosnel!

Va bene, lo so, sono uno champagnista incallito, forse anche troppo secondo l’amico Alessandro Scorsone, però questo non mi impedisce di guardare oltre i confini della regione francese...
di Alberto Lupetti

EBB de Il Mosnel

Va bene, lo so, sono uno champagnista incallito, forse anche troppo secondo l’amico Alessandro Scorsone, però questo non mi impedisce di guardare oltre i confini della regione francese e apprezzare evidentemente altre bollicine. Quando sono valide, beninteso, quindi veramente buone, godibilissime. D’altronde, non ho mai nascosto il mio apprezzamento per la grande bravura dei Lunelli/Ferrari, sono sempre rimasto colpito dai pugliesi D’Araprì, credo che 3-4 franciacortini sappiano fare davvero molto bene. Come Giulio e Lucia Barzanò de Il Mosnel, di ho già parlato, mentre i due bravi fratelli ho avuto modo di incontrare nuovamente giusto ieri all’enoteca Achilli al Parlamento

Giulio e Lucia Barzanò
I fratelli Giulio e Lucia Barzanò guidano con passione, bravura e un costante impegno la cantina di famiglia.

Nel 2007 Il Mosnel lanciava un nuovo Franciacorta, che diventava la punta di diamante della cantina di Camignone. Si chiamava, allora, N.5, dove il nome indicava che si trattava della quinta cuvée de Il Mosnel. Una cuvée millesimata (2003) da sole uve Chardonnay, con queste provenienti dai migliori cinque vigneti (i lieux-dits Dosso, Limbo, Larga, Mosnel e Roccolo, dove la resa è di soli 52 ettolitri per ettaro), poi fermentate e affinate 5 mesi in barrique. N.5, infine, perché coinvolgeva tutti e cinque sensi tanto questo Franciacorta era intenso e gustoso. Purtroppo, N.5 era (ed è…) un marchio di un celeberrimo profumo, così i Barzanò sono stati costretti l’anno successivo a rivedere il nome del loro Franciacorta di punta, ma una volta tanto non tutti i mali vengono per nuocere. Ecco, così, L’EBB, che sta per Emanuela Barzanò Barboglio (la mamma di Giulio e Lucia, purtroppo scomparsa poco prima), che quest’anno arriva sul mercato con la vendemmia 2008

cantine sotterranee Mosnel
Le splendide cantine sotterranee: risalgono al ‘600 e vi riposano le bottiglie in maturazione sui lieviti.

Oggi, la produzione di questa cuvée è rimasta invariata, quindi con selezione del solo mosto fiore (circa il 50%) da avviare alla fermentazione in fusti da 225 l, mentre dopo il tiraggio le bottiglie rimangono poco meno di 4 anni nelle seicentesche cantine sotterranee dell’azienda prima del remuage manuale e della sboccatura. Il dosaggio è da extra brut e, dopo questo, l’EBB riposa altri 3 mesi in cantina. La prima annata fu tirata in sole 4.600 bottiglie, ora è cresciuta di poco, ma rimane ancora in una dimensione di “gioiello”: 6.000 bottiglie, 384 magnum e 70 jeroboam, anche questi ultimi con rifermentazione nella stessa grande bottiglia da 3 l.

Ma com’è questo EBB 2008?  

EBB 2008EBB 2008
100% Chardonnay
Bel naso davvero, intenso nel suo essere molto varietale e molto vinoso, ma con in più quella vivacità tipica della sua natura “spumeggiante”. È freschissimo, croccante, pure polposo, con il legno avvertibile non a coprire l’espressività, bensì a dare spessore, ricchezza al vino. Bocca assolutamente e perfettamente simmetrica, rotonda, succosa, morbida e fine nella bollicina.
Non bisogna cercare la netta acidità propria degli champagne, ma, invece, apprezzare il suo equilibrio e la sua asciutta vinosità su richiami di agrumi e sottilissime mineralità. Soprattutto, ha ampiezza, profondità e una encomiabile persistenza agrumata. Davvero molto buono e non meno piacevole. Tra le migliori espressioni di Franciacorta. Bravi.
Voto: 90/100

www.ilmosnel.com

Suggerimenti a tema:

4 risposte a “Ma quant’è buono l’EBB de Il Mosnel!”

  1. Ho assaggiato proprio in questi giorni il loro Rose’ non dosato (Parose’ mi pare si chiami)… Veramente fatto bene, non lunghissimo in bocca ma dal naso intrigante e complesso (grazie ad un 70% di ottimo pinot nero), bolla non invadente e buona cremosita’… Nulla a che’ vedere coi classici Franciacorta col loro finale amarognolo mandorlato che ormai li uniforma da anni e che personalmente non apprezzo affatto…

    • Sui rosé sono molto critico e se ritengo che sia già difficile ferme di buoni in Champagne, figuriamoci fuori! Però sono d’accordissimo con lei: il Parosé è davvero molto buono e svetta nella sua categoria.

  2. Volevo esprimere un parere per quel che riguarda i metodi classici della casa D’Araprì. Dall’ austero Pas Dosè, passando per il brut, per lo splendido riserva nobile, sino al grandissimo XXI secolo, il piacevolissimo rosè e la meravigliosa Dama Forestiera Brut nature. Bottiglie splendide, di grandissima qualità, che tra l’altro si possono acquistare a prezzo relativamente modesto. Gent.mo dottor Lupetti, ho partecipato ad una degustazione di champagne Taittinger tenuta da lei a Lecce in una serata splendida. Mi piacerebbe conoscere il suo parere a proposito delle bottiglie D’Araprì. Grazie. Piero

    • Buonasera Pietro,
      ritengo D’Araprì uno dei migliori produttori di bollicine in Italia. Purtroppo non li assaggialo da più di due anni e vorrei provi rimedio al più presto. Comunque, ho ricordi bellissimi della Gran Cuvée XX Secolo e proprio del Pas Dosé. Con tutto il rispetto, si parla tanto e si osannano le tipiche denominazioni Trento e Franciacorta, si esaltano le spumantizzazioni fuori dal coro (spesso improbabili, diciamocelo…) di altri produttori della Penisola, ma ci si dimentica di questa bellissima realtà pugliese.
      Devo proprio porvi rimedio…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.