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Non solo Champagne

Bollicine made in Italy al vertice: Giulio Ferrari Collezione 1995

Ancora Giulio Ferrari, dopo l’eccellente annata 2002, anche se stavolta si tratta di qualcosa veramente particolare. Arriva, infatti, il primo Giulio Ferrari Collezione, targato 1995. Si tratta di una selezione...
di Alberto Lupetti

giulio ferrari riserva collezione 1995

Ancora Giulio Ferrari, dopo l’eccellente annata 2002, anche se stavolta si tratta di qualcosa veramente particolare. Arriva, infatti, il primo Giulio Ferrari Collezione, targato 1995. Si tratta di una selezione di questo vino eccezionale, poi tenuto a lungo a maturare sui lieviti, ben 16 anni. Un attimo, però, perché già nella primavera del 2010 Ferrari fece qualcosa del genere: lanciò una cassetta da 6 bottiglie contente 2 bottiglie ciascuna di Giulio 1992, 1993 e 1994, tutte sboccate in quell’anno.
Un vero e proprio “
recemment dégorgé” di alcune annate rimaste fino ad allora sui lieviti, più precisamente diciotto, diciassette e sedici anni. Annate particolari per la Riserva del Fondatore, eleganti, complesse, ma anche storiche, visto che tutte e tre avevano conquistato a suo tempo i maggiori riconoscimenti sulle guide. Ferrari ne lanciò solo 300 cassette, destinate ai migliori ristoranti d’Italia e caratterizzate dalla scritta dorata “sboccatura 2010”.

cassetta “sboccatura 2010” ferrari
Manovra di avvicinamento al Collezione: quattro anni or sono, Ferrari ha lanciato una cassetta “sboccatura 2010” con tre grandi annate di Giulio.

Credo si trattasse di una sorta di prova di quello che poi sarebbe stato il Collezione, una verifica da parte dei Lunelli e dell’enologo Ruben Larentis di un progetto ben più ambizioso e prestigioso. Il Collezione, infatti, nasce con l’idea di “andare oltre, anche se sembrava impossibile”. Queste le parole del libretto che accompagna la bottiglia di Giulio Collezione 1995 nella sua elegante scatola, che proseguono raccontando nel dettaglio proprio questa idea. Allora, scopriamo che questa idea era “andare oltre l’eleganza e la complessità del Giulio, oltre i 10 anni di lento e paziente affinamento sui lieviti, oltre il mito creato anno dopo anno”, con una vera sfida della famiglia Lunelli, “una sfida con il tempo, con la natura e con il proprio mito per scrivere un capitolo nuovo e portare ancora più in alto il vertice assoluto delle bollicine italiane”.

Giulio Collezione 1995
Il Giulio Collezione 1995 si presenta in un’elegante scatola nera corredata di due libretti.

Interessante, vero?
Ma perché il Giulio Collezione è nato proprio con la 1995? Perché “la 1995 è stata l’annata del secolo, una delle vendemmie meno abbondanti che si ricordi, eppure eccezionale dal punto di vista qualitativo. Il freddo e la forte piovosità primaverili hanno determinato nel vigneto di Maso Pianizza un diradamento naturale dei grappoli, che si presentavano particolarmente piccoli e poco compatti. Il favorevole andamento climatico estivo, con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte, ha fatto sì che le uve così selezionate giungessero a maturazione perfettamente sane, con valori zuccherini e di acidità così elevati da fare subito intuire le straordinarie potenzialità dell’annata”.

Bene, allora vediamo da vicino, questo Giulio speciale, che ho assaggiato pochi giorni or sono insieme a due palati oramai per me “collaudati” come Alessandro Scorsone e Daniele Tagliaferri. 

tesserino del club “collezionisti Giulio Ferrari”
Dei due libretti, uno racconta questo grande vino, mentre l’altro, qui in foto, contiene il tesserino del club “collezionisti Giulio Ferrari” e il codice di accesso per registrarsi all’apposito sito www.giulioferrari.it.

bottiglia giulio ferrari collezione 1995Giulio Ferrari Collezione 1995
100% Chardonnay
sboc. feb. 2012, bott. n.1391 – Gran bel naso, complesso e opulento, molto profondo, pervaso da una bellissima maturità che si muove tra note di fico essiccato e antichi legni pregiati, forse un filo sopra le righe. Esprime in maniera straordinariamente elegante una gran bella materia che man mano vira sul miele d’acacia e sulla frutta (albicocca, susina), fino alla florealità e uno spunto minerale.
Al palato il vino è denso e rotondo, nuovamente abbondante di materia, ma anche levigatissimo, per questo sempre molto elegante, con i legni pregiati a sostenere il frutto. Lascia una gran bocca, quasi patinata di questa grande materia che sembra non voler mai svanire. A nostro avviso ha ancora bisogno di un po’ di tempo per integrarsi, ma è indubbiamente un gran vino che chiama a gran voce la tavola, finanche i più succulenti piatti di carne.
Voto: 94/100 

controetichetta giulio ferrari collezione
La controetichetta riporta la sboccatura e il numero della bottiglia.

Visto il punteggio, questo Giulio Collezione 1995 si colloca, almeno per noi, al vertice assoluto delle bollicine italiane, quindi i Lunelli e il loro enologo Larentis hanno certamente raggiunto l’obiettivo che si erano prefissati. E siamo convinti che ancora un po’ di riposo possa giovare a questa bottiglia e farla esprimere ancora meglio. Allo stesso tempo, però, siamo anche convinti che non sia una bollicina per tutti, anzi è da grandi appassionati, ma, visto che si tratta di una Collezione, la cosa ha senso.

Una preghiera, però: non fate confronti con lo champagne! L’ho detto e l’ho ridetto e ne ho spiegato anche i motivi, quindi non ci tornerò su. Il tentativo è forte, lo capisco, e lo stesso Ruben Larentis, nel biglietto che accompagnava la bottiglia, mi confessava che l’idea era di “esprimere una personalità e un’espressività vicine alle più grandi cuvée…”. Quindi, giustamente, non un confronto. D’altronde, lo champagne nasce in un altro territorio e le sue caratteristiche sono ben diverse, quindi mi limiterò a dire che sono rimasto molto sorpreso dalle capacità di maturazione del Giulio.

Per concludere, complimenti alla Ferrari per questa sfida, il Giulio Collezione 1995 è una grandissima bottiglia e, avendo assaggiato a suo tempo la cassetta del 2010 di cui sopra, mi sembra che sia stato fatto un grande passo in avanti sia in termini di complessità, sia di vitalità dello stesso vino. Vedremo come si sarà evoluto tra un annetto e, soprattutto, cosa ci riserverà il futuro in seno a questa Collezione.

alessandro scorsone
Il buon Alessandro Scorsone, soddisfatto al termine della degustazione…
www.cantineferrari.it

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33 risposte a “Bollicine made in Italy al vertice: Giulio Ferrari Collezione 1995”

  1. Buongiorno, nella scheda di degustazione si parla di legni pregiati, ma il G. non affina solo in acciaio?
    In effetti, anche il 2002 di recente bevuto, mi ha inizialmente un pò sorpreso perchè in bocca si avvertiva un leggero gusto di legni tipico dell’affinamento in botte.
    Ciò detto, davvero un grande vino, e la mezza bt. della sera dopo – mi capita sovente anche con lo champagne di un certo livello – era ancora più buono….
    E, perchè “per grandi appassionati”? – (tra i quali non rientro di certo, purtroppo, se appunto è bastato il 2002 per impegnarmi.. ).
    Se c’è sempre di mezzo questo benedetto legno, non andrò molto lontano!!

    • Una parte del Giulio è fermentata e affinata in barrique. La botte, invece, è appannaggio del Riserva Lunelli, in questo caso al 100%.
      I grandi vini, quindi anche le grandi bollicine, soprattutto quella con diversi anni sulle spalle, migliorano nel bicchiere (o nella bottiglia aperta) man mano. A patto si tratti di grandi vini, ovviamente, altrimenti decadono anziché migliorare… Ecco, questa è una bella prova per verificarne la qualità, a patto si riesca a resistere e non finire la bottiglia.
      Da “grandi appassionati”, poi, perché questo Giulio Collazione 1995 non ci è sembrato facile, nel senso che non è immediatamente piacevole. Va atteso, provato e riprovato sorso dopo sorso, scoperto nella sue profondità, ecco, in questo senso. Ha un grandissimo spessore anche il 2002 “normale”, ma la sua grandezza è più immediatamente percepibile…
      Infine, perché questa idiosincrasia con il legno? Il vino, fermo o con le bollicine, nel legno c’è nato…

  2. Buona sera Sig. Lupetti, ma il Giulio in barrique fa anche la maturazione malolattica? Comunque la invidio per aver goduto del “collezione”… Grazie e complimenti per il lavoro!

    • Salve, spero di aver risposto alla sua domanda nel mio commento di approfondimento…
      Grazie a lei per la fiducia!

  3. Grazie.
    Allora evviva, qualcosa capisco, mi sembrava proprio barrique, ma non volevo sbilanciarmi….
    Non si tratta di idiosincrasia del legno in senso stretto, è che – nel vino fermo s’intende – alla barrique preferisco in generale la botte grande e sono in buona compagnia, ormai i vini saturi di dolci note vanigliate incensati qualche anno fa, la critica più colta e sensibile li rispedicse al mittente…
    Nelle bollicine è del tutto probabile che il discorso sia diverso, ma ad esempio è noto che anche un grande champagne come il Krug – senza andare a scomodare i vari Selosse e soci – divide parecchi appassionati, o lo si ama alla follia o non lo si ama.
    Anche se non mi nascondo che alla fine entra in gioco il gusto personale, sull’argomento del legno nello champagne sarebbe opportuno un suo contributo, me (ce) l’aveva promesso.
    Il gusto va anche educato con la pazienza e l’esperienza (parlo per me) e il Krug appunto sarebbe proprio una bella scommessa, peccato che il vino d’ingresso -Grande Cuvée – costi su per giù 150 euro e con quella somma vado più sul sicuro (Comtes de Champagne per es.)

    • Gentile Marco,
      non sia troppo modesto con se stesso! Ha ragione, mi devo mettere con calma a scrivere il pezzo sul legno, ma è un argomento complesso e delicato, quindi ho bisogno di calma e tranquillità. Dopo Pasqua…
      Comunque, il vino (e soprattutto lo champagne) è nato nel legno, ma oggi tante cose sono cambiate, quindi ci sono vini che beneficiano del legno e altri che lo rivelano eccessivamente. In Krug il legno non si avverte certo, ma il piacere o meno dipende dallo stile…
      Comunque, in linea teorica e generale, il legno dona più profondità e spessore al vino. In Champagne funziona bene perché i vini sono molto acidi, quindi beneficiano di un maggiore corpo, di una maggiore rotondità; a Trento le cose sono diverse (e più si scende – e fa caldo – e più la situazione cambia), c’è meno acidità, quindi un impiego totale del legno va valutato con estrema attenzione. Il Giulio è un vino elegantissimo, quindi l’impiego parziale del legno credo proprio serva a dargli più volume in profondità. E, a quanto pare, la cosa riesce benissimo…
      Per concludere, una piccola parte del Comtes (5%), visto che lo cita, fermenta in barrique…

  4. Un doveroso approfondimento sul Giulio e sul Collezione 1995 segnatamente.
    La fermentazione dei mosti avviene per un 15-25% in legno a seconda delle caratteristiche dell’annata. Quindi non c’è una ricetta fissa. Inoltre, parliamo di barrique soprattutto, ma anche di un po’ anche botte da qualche anno.
    Dall’annata 1994, poi, la malolattica è sempre svolta interamente. Personalmente, adoro di Giulio 1993, che non l’aveva svolta (era uno dei tre della cassetta “Sboccatura 2010”), ma capisco che i vini senza malolattica non sono per tutti quando giovani, quindi hanno bisogno di molto tempo.
    Comunque, le note di legno che si avvertono non sono figlie della parziale fermentazione in barrique, bensì di una lenta fase di evoluzione a seguito della sboccata e della conseguente integrazione con la liqueur. Ricordo, infatti, che più è lunga la maturazione sui lieviti, più deve essere lungo il riposo dopo il dégorgement. Bruno Paillard dice almeno 2 anni per un vino che ne abbia passati 10 sui lieviti, ma qui siamo addirittura a 16… E poi mettiamoci anche la variabile dell’annata e la 1995 è certamente una di quelle che di tempo ne vuole tanto…

  5. Buongiorno Sig. Lupetti, non sono molto esperto, ma sto crescendo culturalmente parlando nel campo del vino perche mi appassiona molto, per il momento mi baso di piu’ dietro il mio palato.
    Sono un grande estimatore di GF e vorrei sapere se qualora trovassi in giro una cassetta Sboccatura 2010 fosse un buon investimento visto che e’ limitata, nel senso se potrebbe valere di piu nei prossimi anni anche a livello collezionistico.
    Secondo lei quale potrebbe essere il suo valore al momento?
    Grazie a lei ed al suo sito che seguo ormai giornalmente.

    • Buongiorno,
      beh, alla fine è il nostro gusto personale a comandare… quindi giusto che si basi suo palato!
      Venendo a GF, poi, si tratta senza dubbio di un’eccellente bollicina, ma parlare di collezionismo con un’annata così recente è forse prematuro. Anche in assoluto, GF ancora non spunta prezzi da collezione sulle più importanti piazze mondiali, purtroppo. Pertanto, acquisti per il suo piacere senza pensare troppo l’aspetto collezionistico…

  6. Concordo pienamente sul suo giudizio al GF 1993…. Di gran lunga una delle annate migliori di questa bollicina…. In più vorrei sbilanciarmi in un mio umilissimo parere. Ê mia opinione che dalla annata 2000 il Giulio abbia perso in carattere ma soprattutto non ritrovo più la sua magnifica eleganza… Ma questa è un mia sensazione….. Grazie

    • Oddio, ora mi prende alla sprovvista e non ricordo il Giulio 2000, però cosa mi dice degli eccellenti 2001 e 2002? Non credo abbiamo da invidiare alle annate passate, se non alla monumentale 1989…

      • In effetti la 2002 non ê male anche se ho preferito sicuramente la 95,meno la 96, invece ottima la 97 … Già la 99 non mi aveva Entusiasmato poi va be come detto la 2000 l’ho trovata ( se mi passa il termine ) ruvida…. Comunque è pur sempre della miglior bollicine Italiana di cui stiamo parlando…. Cambiando in parte discorso, mi sono sempre chiesto perché i Lunelli non abbiano mai deciso di produrre un Giulio Rosè…? Anche perché trovo il perlè Rosè ottimo e se tanto mi da tanto…… Grazie

        • Personalmente trovo il Perlè Rosé millesimato uno dei migliori rosé italiani in assoluto, se non addirittura il migliore…
          Giulio Rosé? Aspetti e… vedrà!

  7. Buongiorno e scusate se aggiungo che oltre al Giulio Rosé non hanno mai fatto una cuvée in blanc di Chardonnay e Pinot Nero…. Io trovo molto buoni tutta la gamma dei Perlé compreso il Riserva Lunelli. Grazie

    • In effetti, sui millesimati “bianchi”, Ferrari sembra prediligere le espressioni in purezza… Tutte validissime e rosé incluso, al punto da poter ambire al podio più alto dell’Italia…

  8. Buongiorno Alberto, custodisco in cantina una magnum di Ferrari 1995 etichetta argento. In etichetta riporta la dicitura: campione gratuito non in vendita, infatti anche la signora Camilla Lunelli mi ha confermato che si tratta di una bottiglia speciale che non è mai stata messa in vendita.
    Ora ho 3 domande per lei:
    1) per che occasione è stata creata questa bottiglia ?
    2) per chi era indirizzato questo bellissimo regalo?
    3) pensa che sia una pezzo pregiato ?
    Grazie a presto, Andrea

    • Confesso di non conoscere questa edizione di Giulio Ferrari… Ma Camilla non le ha detto di più? Se non lo sa lei…

  9. Buongiorno Alberto,
    le volevo chiedere informazioni riguardo al Giulio Ferrari Collezione 1997, secondo lei è stato uno dei migliori di sempre confrontandolo rispetto ai suoi fratelli Collezione?
    Credo che l’annata 97 per Ferrari sia stata a dir poco magica, forse una tra le migliori di sempre, lei che ne pensa? Meglio 95 o 97?
    La 95 è sicuramente una grande annata ma credo più mitizzata (per via dell’anniversario di Ferrari) che di valor proprio.
    Ovviamente sono semplici osservazioni personali da grande appassionato di bollicine Ferrari.
    La ringrazio anticipatamente e le rinnovo i complimenti per tutte le bellissime recensioni che sta continuando a donarci.
    Cordiali Saluti

    Elia

    • Assaggiato più di una volta. Risposta franca? Tra i Collezione, nettamente superiore il 1995 al 1997. E, tra i due 1997, meglio l’originale del collezione. Fermo restando che la 1997 è ritenuta la migliore annata di Giulio ferrari, ma non ne sono più così convinto…
      Saluti

      • Sinceramente non me l’aspettavo proprio perché il Giulio Ferrari 97 è davvero straordinario, come dice lei, ma non avendo mai avuto l’occasione di assaggiare il Collezione 97 credevo che quest’ultimo potesse andare oltre. Credevo potesse essere migliore fin del Collezione 95, ma a quanto pare sembra di no.
        Un ultima domanda se mi concede, qual é secondo lei il miglior Giulio Ferrari Collezione prodotto fino ad ora?
        La ringrazio molto per le sue preziose risposte, la seguo da tanto tempo e trovo le sue valutazioni e i suoi articoli a dir poco perfette, rispecchiano le mie sensazioni e il mio gusto.
        Sinceramente tra i tanti sommelier che ci sono in giro io mi fido solo di lei.
        Nuovamente tanti complimenti Alberto!
        Cordiali Saluti

        Elia

        • Grazie della belle parole!
          E io non sono un sommelier… Massimo rispetto per loro, ma facciamo due lavori diversi. Con esperienze ben diverse.
          Veniamo a noi.
          Finora sono stati proposti solo due Giulio Collezione, il 1995 e il 1997. E continuo a essere convinto della superiorità del 1995. Anche a me sembrava strano, ma con Vania e Marco Dallabona lo abbiamo assaggiato ben due volte il Collezione 1997 e…
          Saluti

  10. Salve Sig. Lupetti
    In cantina ho una splendida bottiglia di GF1995 COLLEZIONE
    Volevo chiederle quanto potesse essere il valore ,visto che e molto difficile trovare queste bottiglie sul mercato .
    la ringazio cordiali saluti

    • È vero, è difficile trovare questa bottiglie sul mercato (tra l’altro, la 1995 è stata la priva uscita della Collezione per il Giulio), perché ne sono state proposte poche, però non credo proprio che il valore abbia superato quello del prezzo di lancio. Anzi, si trovano alcune offerte pure a meno…

  11. Buongiorno,
    complimenti per l’ articolo ed i successivi approfondimenti che ho letto davvero con piacere . Mi trovo nella scomoda condizione di dover chiedere (aimè per un amico) una quotazione su di una Magnum Giulio Ferrari Collezione annata 1995. Ho letto nelle discussioni che per la bottiglia ritiene il valore non si discosti molto da quello iniziale di mercato, ritiene sia lo stesso anche per la Magnum ? Se si , potrebbe comunque indicare quanto si potrebbe realizzare dalla vendita.
    Scusandomi per il carattere piuttosto venale del mio commento la ringrazio per la disponibilità .

    • Grazie!
      Oddio, non saprei, glielo confesso candidamente. So che la bottiglie si colloca sui 350 euro, quindi la magnum vale sicuramente di più… A spanne direi almeno 500 euro.

      • Grazie per l’ indicazione, la riporterò certamente all’ interessato.
        Nel contempo colgo occasione per inviarle i miei migliori Auguri per l’ anno 2020.
        Leonardo

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