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Cuvée de Prestige

Piper, Régis e l’ultima Rare del XX secolo

C’è uno champagne, anzi una cuvée de prestige, che meriterebbe maggiore attenzione in quanto sa unire alla perfezione piacevolezza a complessità. È la Rare di Piper-Heidsieck, attualmente sul...
di Alberto Lupetti

Piper-Heidsieck champagne

C’è uno champagne, anzi una cuvée de prestige, che meriterebbe maggiore attenzione in quanto sa unire alla perfezione piacevolezza a complessità. È la Rare di Piper-Heidsieck, attualmente sul mercato con l’annata 2002. Tra l’altro, la Rare ha una storia molto affascinante, perché è l’erede dello champagne celebrativo del primo secolo di vita della maison (1885), per il quale fu chiesto addirittura a Pierre-Karl Fabergé (gioielliere dello Zar) di disegnare la bottiglia e decorarla con oro, diamanti e lapislazzuli! Un secolo più tardi, per il bicentenario, ecco Piper-Heidsieck lanciare la Rare, basata sulla vendemmia 1976 e con la bottiglia decorata in oro e diamanti dal gioielliere Van Cleef & Arpels su ispirazione della precedente. La bottiglia valeva un milione di FF, così pare che viaggiasse con tanto di scorta armata…

bottiglia champagne Piper-Heidsieck Rare 1976
La prima Rare (1976), con la bottiglia decorata con oro e diamanti da Van Cleef & Arpels. Allora come oggi, lo champagne matura 7 anni sui lieviti.

Per quanto riguarda il vino, invece, la Rare era un assemblaggio di Pinot Noir (30%) e Chardonnay (70%), selezionati rispettivamente nei Cru di Verzy, Verzenay, Bouzy e Aÿ per quanto riguarda il primo, Villers-Marmery, Trépail, Vaudemange, Avize, Choully e Le-Mesnil per il secondo; la preziosa uva bianca, pertanto, non proviene solo dalla classica Côte des Blancs, ma anche dalla Montagne de Reims. Ancora oggi l’assemblaggio è questo così come i Cru, ma negli anni si è raffinata la selezione delle uve in questi villaggi ed è fortemente aumentata la componente di grappoli da vecchi vigneti di Trépail (Chardonnay) e Verzenay (Pinot Noir), entrambi nella Montagne: il Pinot Noir di Verzenay è vivace e minerale, mentre lo Chardonnay di Trépail particolarmente vinoso. Questa evoluzione è dovuta al fatto che la seconda annata di Rare (1979) coincide con l’arrivo in Piper e nella sorella Charles del mitico Daniel Thibault in qualità di chef de cave e questi inizia quel grandioso lavoro che ben conosciamo. Nel 1993, Thibault chiama, prima come enologo e subito dopo come suo braccio destro, Régis Camus, che l’anno seguente viene messo a lavorare proprio su Piper.

Già nel 1995, a seguito del completamento della nuova cantina, Régis si preoccupa di costruire un importante stock di vins de réserve, nel 1999 inizia a rifornirsi di Pinot Noir nell’Aube e ne fa un po’ il perno stilistico della maison, nel 2000 applica un sistema di vinificazione volto al massimo rispetto dell’identità delle uve, mentre nel 2002, a seguito della tragica scomparsa di Daniel Thibault, Régis diventa ufficialmente chef de cave di Piper (e Charles) Heidsieck, carica che ricopre tuttora. Nel frattempo, ha sempre continuato a fare quel fine lavoro di cesello sulla Rare, che ha visto poi la luce nelle vendemmie 1985, 1988, 1990, 1998 e 1999, con l’habillage che si è man mano modificato, prima ispirandosi alla creazione dei gioiellieri parigini (ma senza oro e diamanti, ovviamente…), poi vivendo una fase minimalista e, infine, arrivando alla preziosa bottiglia decorata come la conosciamo oggi.

Régis Camus chef de cave Piper-Heidsieck
Uno dei grandi chef de cave di Champagne, Régis Camus. Personaggio simpaticissimo, addirittura mitico, è l’anima degli champagne Piper (e Charles) Heidsieck.

Rare 1999

Piper-Heidsieck rare 199930% Pinot Noir, 70% Chardonnay
Beh, in questo caso la preziosità estetica corrisponde a quella del vino: il naso è molto bello, anzi splendido!
Freschissimo, rivela una spiccata mineralità al fianco di tostature, gustosità fruttate, una bellissima base floreale e pure spunti speziati che arrivano fino alla piccantezze del pepe. Insomma, è decisamente complesso. In bocca, tornano le speziature in maniera evidente, quindi il frutto che vira chiaramente verso gli agrumi, in un insieme denso e rotondo accompagnato da una deliziosa bollicina.
È uno champagne di volume e setoso, molto elegante e fresco, ben più che la media di quest’annata, comunque calda. Insomma, proprio un gioiello prezioso donatoci dal grande Régis Camus!
Voto: 92/100

Piper-Heidsieck, la cui nuova distribuzione in Italia è finalmente in via di definizione, sarà presente nella prossima edizione (2016-17) della guida Grandi Champagne, le cui degustazioni stanno iniziando proprio in questi giorni…

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12 risposte a “Piper, Régis e l’ultima Rare del XX secolo”

  1. Buongiorno Alberto.
    Complimenti per il sito e per la grande passione e competenza che mette a disposizione di tutti.
    Volevo chiederle, secondo lei, quali sono i migliori champagne rosè (sia economici che non). In particolare al gusto che possa avvicinarsi ai frutti rossi.
    Grazie e complimenti ancora.
    Alice

    • Grazie!
      Il frutto rosso è la caratteristica dei rosé, che però non dovrebbero mai scadere nello sdolcinato…
      Tra i non millesimati: Henriot, Perrier-Jouët, Bollinger. Tra i millesimati: Veuve Clicquot, Deutz, Pol Roger. Tra i top: Roederer (Cristal Rosé), Dom Pérignon, Billecart (Elisabeth).

  2. Buonasera Alberto,
    complimenti per il sito,molto curato ed elegante. Vorrei chiederle un suo gentile parere in merito alla quotazione di una bottiglia di PIPER-HEIDSIECK anno 1989 che sono intenzionata a vendere.
    Grazie,aspetto cortese riscontro.
    Diletta.

    • Buongiorno,
      gran bella bottiglia, tutta da godere se ben conservata. Invece, dal punto di vista del mercato, del collezionismo, il valore non è molto elevato, purtroppo: a meno che non trovi un grande appassionato, siamo sui 150 euro…

  3. Illustre Alberto salve, qualche giorno fa mi è capitato di riprovare dopo un bel po’ di tempo una bottiglia di Piper base; ricordo le ultime produzioni molto sottotono, invece ho apprezzato la bottiglia di qualche giorno fa; mi è sembrato uno champagne in rinascita che dopo anni di ombra sta ritornando a rappresentare degnamente la maison. Conferma? Grazie

    • Lo chef e cave Régis Camus ha svolto un grandissimo lavoro su Piper negli ultimi 20 anni e i risultati finalmente si vedono. Ciò nonostante, sono rimasti champagne un po’ “vecchia scuola”, quindi tendenti al dolce. Ma, stile a parte, la qualità è innegabile.

  4. Buongiorno,
    rinnovo i complimenti per l’ottimo lavoro che sta svolgendo. Non vedo l’ora di aprire la sua futura guida!
    Volevo chiederle un parere sulla cuvèe Rare 02, Louis XV 95 e 96, che ho acquistato da poco.
    Inoltre sono curioso di sapere quali dei piccoli, o comunque meno conosciuti, produttori l’ha colpita di più.
    Personalmente mi sono appassionato a Cazals (mio preferito), Doumangin, Launois a Mesnil, Soutiran (non Patrick, l’altro, sempre a Ambonnay). Al volo mi vengono in mente questi, ma ce ne sono molti altri!

    Grazie per la cortesia e la passione che mette nel suo lavoro

    Duccio

    • Buonasera,
      la Rare 2002 di Piper è veramente un grande champagne, anche se di vecchia scuola. Lo ritroveremo nella prossima edizione della guida.
      I Louis XV di De Venoge sono champagne da grandi appassionati, complessi, di stile piuttosto maturo. Sono quasi da meditazione, se mi passa il termine, ma hanno stoffa.
      Se vuole un consiglio sugli RM, così a bruciapelo e senza togliere nulla agli altri o scomodare nomi blasonati tipo Selosse, Laval o Egly, le dico che De Sousa e Vilmart sono eccezionali, senza se e senza ma. In altre parole, immancabili!
      Però, ho trovato in ottima forma anche René Geoffroy, per non dire sorprendente…

  5. salve,

    ho letto con piacere l’articolo mentre cercavo informazioni sullo champagne piper heidsieck rare 1979 di cui possiedo una bottiglia, perfettamente conservata, che sarei intenzionato a vendere,
    non sono però molto pratico del settore,

    saprebbe indicarmi una stima di quotazione e, se ne conosce, dei canali di riferimento per la vendita a Milano ?

    grazie

    • Accidenti, la seconda annata di Rare e la prima assemblata dal grande Daniel Thibault! È una bottiglia da collezione, a patto che sia perfettamente conservata, ovviamente. Vale molto, diciamo non meno di 800-850 euro, ma se perfetta può superare i 1.000. Per vendere un pezzo del serene ci vorrebbero case d’asta internazionali, come Christie’s o Sotheby’s, che magari la mettano all’asta sulla piazza di Londra.

  6. Gentile sig.Lupetti ho letto la sua precisa e professionale recensione sul vintage 2008 di ,Piper Heidsieck, desideravo sapere il significato di quando lei afferma:” sfumature empireumatiche”. Grazie e saluti.

    • È vero, è un termine un po’ complicato, m’è sfuggito… Nel vino si riferisce a odori che riportano al fumé/bruciato di origine organica…

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