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Cuvée de Prestige

Le sorprese non finiscono mai: Amour de Deutz 2005

Per certi versi, l’Amor de Deutz paga la medesima nomea del Cristal presso taluni: champagne più da esibizione che altro. Clamoroso errore in quel caso, clamoroso errore anche...
di Alberto Lupetti

Amour de Deutz 2005

Per certi versi, l’Amor de Deutz paga la medesima nomea del Cristal presso taluni: champagne più da esibizione che altro. Clamoroso errore in quel caso, clamoroso errore anche in questo. Però, se il Cristal sfodera la sua eccellenza anche da giovane, per farsi poi veramente fantastico con il tempo, l’Amour soffre invece in maniera drammatica la gioventù. Me ne sono accorto in diverse circostanze, ma, nel caso dell’ultima edizione della guida Grandi Champagne, questo aspetto ha pesato ancor di più, complice pure la per me “famigerata” annata 2005. Però, conosco benissimo la maison di Aÿ, un minimo di esperienza credo di averla e, infine, con me assaggiano amici tanto appassionati quanto competenti, così, tutto sommato, l’Amour andò molto bene. Ma forse poteva andare anche meglio…

Fabrice Rosset
Fabrice Rosset, autorevole presidente della maison e ‘inventore’ dell’Amour de Deutz.

Lo dico ora, con il senno di poi, dopo aver riassaggiato l’Amour de Deutz 2005 in occasione della seconda edizione de “Il salotto dello Champagne”, splendido mini evento organizzato al Don Fausto dal vulcanico Amedeo Pasquino. Bene, com’è andata lo vedremo meglio tra poco, intanto ricordiamo cos’è l’Amour.

Nel 1993, Louis Roederer acquista Deutz e il grande Jean-Claude Rouzaud vi mette a capo, dandogli la più totale autonomia, il suo braccio destro Fabrice Rosset. Questi inizia immediatamente un vigoroso restauro della maison, ma pensa già all’anno 2000, molto atteso, fortemente simbolico: bisogna fare qualcosa di speciale per l’occasione. Insomma, bisognerà presentare un nuovo champagne, una cuvée de prestige inedita che affianchi la storica William Deutz, ma… come farla? Siamo ad Aÿ, quindi il forte legame con il Pinot Noir sarebbe logico, però questo è già espresso dal suddetto William… Un rosé, allora? Beh, c’è già anche quello, anzi ce ne sono tre, il sans année, il Vintage e ancora il William. Dunque? Beh, si potrebbe fare un blanc de blancs, pensa giustamente Rosset, con il vantaggio di poter sfruttare la grande esperienza dello Chardonnay in purezza che la maison ha sin dagli anni ’60. Così, proprio con la vendemmia del 1993, vengono attentamente selezionate uve a Le-Mesnil e Avize (noti Grand Cru della Côte des Blancs), ma anche nel Premier Cru della Montagne di Villers-Marmery, dove lo Chardonnay acquisisce un carattere più vinoso. È nato l’Amour de Deutz, lanciato, appunto, nel 2000.

cantina sotterranea Deutz
Nelle caves sotterranee di Deutz ce n’è una appositamente dedicata alla maturazione degli Amour.

Oggi questo champagne è la cuvée di punta della maison, a partire dalla vendemmia 1999 è proposto in poche centinaia di pezzi anche in mathusalem (con rifermentazione nello stesso flacone e confezione esclusiva), è prodotto rispettando l’espressività dell’annata, per questo la proporzione dei tre villaggi impiegati cambia continuamente (35-60-5% rispettivamente nel caso del 2005), matura 7 anni sui lieviti (10 il mathusalem), è dosato a 9 g/l.

linea Amour de Deutz con il mathusalem da collezione.
A partire dalla vendemmia 1999 l’Amour de Deutz è disponibile, ovviamente in quantità limitata e numerata, pure in mathusalem da collezione.

Amour de Deutz 2005

bottiglia champagne Amour de Deutz 2005100% Chardonnay
Se due anni fa l’espressività olfattiva di questo champagne era piuttosto timida, ora, invece, è nettamente e intensamente minerale, fusa a una sensazione di cremosità e, soprattutto, una insospettabile freschezza che sfuma verso gli agrumi gialli. Ha perso, insomma, tanto la riservatezza, quanto le dolcezze. Stessa ‘musica’ all’assaggio: mancava un po’ di tensione? Bene, ora lo champagne è teso, levigato, ancora molto fresco, perfettamente coerente con il naso in una solida verticalità, con un finale quasi a sfumare sulla mineralità. Il tutto, a fronte di una piacevolezza di beva che lo rende soddisfacente anche per l’appassionato esigente.
Così, oggi, si propone come uno dei pochissimi 2005 d’eccellenza.
Voto: 93/100

Che aggiungere? Il tempo è galantuomo, soprattutto per lo champagne. Non dimenticatelo…

Gli champagne Deutz sono distribuiti in esclusiva da:
D&C – tel. 051/6172777 – www.dec.it

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0 risposte a “Le sorprese non finiscono mai: Amour de Deutz 2005”

  1. Buonasera sig. Lupetti,
    è sempre un piacere seguirla e sognare grazie alle sue recensioni.
    Sono alle prime armi e le faccio una domanda che può essere abbastanza banale.
    Ho una bottiglia di Louis Roederer acquistata un paio d’anni fa e conservata sempre in cantina.
    È ancora decente da bere o è già da buttare?
    Domani finalmente riceverò la sua guida e spero di avvicinarmi sempre più al mondo meraviglioso dello champagne.
    Grazie mille

    • Con champagne del genere, due anni non solo non li compromettono minimamente, ma, anzi, li migliorano nettamente!
      Quindi… santé!

      PS: spero le piaccia la guida

  2. Buongiorno signor Lupetti, sono un ragazzo di 21 anni e la seguo dagli inizi di questo sito. Le faccio i miei più sentiti complimenti per il lavoro svolto su questa pagina web e sopratutto per quanto riguarda le due guide da lei pubblicate , costudire gelosamente nella mia libreria. Mi scusi il disturbo ma volevo chiederle:
    Amour de deutz 1999 (quindi la prima annata commercializzata) che punteggio assegnerebbe a questa bottiglia? Tenendo quindi conto anche del fattore tempo?
    Grazie mille per il suo tempo e cordiali saluti da un appassionato lettore.

    • Grazie e… nessun disturbo!
      La prima annata dell’Amour de Deutz è stata la 1993 e la 1999 solo l’ultima del XX secolo. Com’è? Non la assaggio da qualche anno (anzi, dovrei organizzare una verticale…), però, considerando quanto questo champagne migliora con il tempo, dovrebbe essere molto, molto buono, nonostante una certa maturità di fondo (la 1999 è stata un’annata calda). Comunque, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) collocarsi agevolmente sopra i 90/100.

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