commenta
Cuvée de Prestige

Champagne Thiénot: il tempo è galantuomo

Non c’è due senza tre, quindi eccoci ancora ad Avize, anche se stavolta il celebre villaggio Grand Cru della Côte des Blancs non dà i natali alla maison...
di Alberto Lupetti

Thiénot La Vigne aux Gamins 2002

Non c’è due senza tre, quindi eccoci ancora ad Avize, anche se stavolta il celebre villaggio Grand Cru della Côte des Blancs non dà i natali alla maison di cui voglio parlare, bensì solo a un vigneto di questa. Un vigneto piantato nel 1950 proprio al confine con Oger ed esteso per soli 0,51 ettari, da decenni di proprietà della famiglia Thiénot. E in questo vigneto, da piccoli ci giocavano Garance e Stanislas, i figli di Alain, fondatore della maison omonima.

A proposito di Thiénot, seguo da anni e da molto vicino questo produttore, ben sapendo che la grande passione della famiglia e i mezzi da questa profusi nel progetto champagne prima o poi avrebbero pur dovuto dare i propri frutti. Infatti, finora, pur dimostrando una crescita costante di anno in anno, agli champagne Thiénot è mancato quel quid che permettesse loro di fare il salto di qualità e, così, non solo convincere, ma conquistare definitivamente. D’altronde, ho ripetuto più volte che se nel vino i tempi sono lunghi, nello champagne lo sono ben di più. Ma i Thiénot hanno avuto pazienza e consapevolezza dei propri mezzi e ora proprio il tempo inizia a dar loro ragione: nel corso delle degustazioni della nuova edizione (2016-17) della guida Grandi Champagne abbiamo riscontrato in molte cuvée Thiénot proprio quel quid. Nel dettaglio, Brut e Rosé si sono dimostrati veramente molto buoni, Garance 2007 semplicemente eccellente e La Vigne aux Gamins sorprendente. Già, sorprendente, perché questo champagne in passato era quello che mi aveva sempre lasciato maggiormente perplesso, probabilmente anche perché aveva bisogno di tempo, di tanto tempo. Così, in degustazione, ecco La Vigne aux Gamins 2002, lanciato tre anni or sono, quindi prossimo a essere rimpiazzato dal 2004, sfoderare una prestazione a dir poco maiuscola e assolutamente imprevista. Avrebbe pertanto rappresentato uno champagne di valore nella nuova edizione, ma più tardi è puntualmente arrivato il 2004 e, a quel punto, mi è sembrato giusto proporre in guida la nuova annata. Sapevo, però, di non poter lasciare nel dimenticatoio quel 2002: bene, eccolo qua!

Garance e Stanislas Thiénot
Garance e Stanislas Thiénot, figli di Alain e oggi pilastri della maison omonima. Da piccoli erano soliti giocare in un piccolo vigneto di Avize piantato nel 1950 che successivamente, dal 1998, è stato trasformato in un prezioso blanc de blancs: La Vigne aux Gamins.

La Vigne aux Gamins è uno champagne molto particolare, probabilmente il più prezioso di Thiénot ed è prodotto unicamente con le uve di quel piccolo, vecchio vigneto di cui ho detto prima e da cui prende il nome (la vigna dei bambini). Un vigneto dal microclima unico (che ne ha permesso la produzione perfino in un’annata ‘disastrata’ come la 2001…), le cui uve sono poi vinificate con estrema cura, in parte in legno. Dopo il tiraggio, lo champagne matura quasi 10 anni sui lieviti e, al dégorgement, è dosato a 10 g/l. La produzione di quello che è di fatto un blanc de blancs Grand Cru è ovviamente estremamente limitata, al di sotto delle 3.500 bottiglie numerate, e finora è avvenuta in occasione delle vendemmie 1998, 1999, 2000, 2001, 2002 e, appunto, 2004.

cantine sotterranee Thiénot
Nelle cantine sotterranee della sede di Reims, La Vigne aux Gamins matura sui lieviti per circa dieci anni.

La Vigne aux Gamins 2002

bottiglia Thiénot La Vigne aux Gamins 2002100% Chardonnay
bott. n. 136 di 3.146 – Come detto, per anni questa etichetta non mi ha convinto, forse perché aveva bisogno di tempo. D’altronde, con 10 anni sui lieviti, il periodo di riposo post dégorgement deve essere lungo, non meno di due anni. Pertanto, solo ora sembra riuscire a esprimersi, pur rimanendo uno champagne non facile, ovvero da appassionati, per via di una complessità non fine a se stessa, ma tale da disegnare una materia densa che riporta alle dolcezze dei lieviti da pasticceria, alle essenze orientali che ricordano l’incenso, ai legni pregiati curati con la cera d’api, alla mineralità fumé che riporta al Riesling, a una nota di glicine e perfino a un frutto che ti fa pensare alla susina, ma leggiadro, sfumato.
Insomma, è uno champagne che richiede attenzione e pazienza, altrimenti si rischia di banalizzarlo o, peggio, di bocciarlo. La bocca riporta più immediatamente all’uva bianca, ancora spessa e complessa, profonda e articolata, assolutamente coerente con il naso, ma con uno sviluppo sapido di mineralità, tenacemente materica, finanche asciutta. Alla fine non ti fa semplicemente riflettere su questa sua complessità, ma finisce proprio per piacerti. Naturalmente, si tratta di uno champagne di fortissima personalità, addirittura inusuale, pertanto per pochi, ma con poco più di tremila bottiglie se lo può anche permettere. Con cosa abbinarlo? Beh, semplicemente… con chi amate!
Voto: 93/100

Gli champagne Thiénot sono distribuiti in esclusiva da:
Balan – Tel. 049/9378058 – www.balan.it

Suggerimenti a tema:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.