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Falesco, Roscetto e Metodo Classico: combinazione vincente!

Ovviamente, conoscevo di fama i fratelli Riccardo e Renzo Cotarella, ma non avevo mai avuto il piacere di incontrarli di persona, se non fugacemente. Poi, capita di averli...
di Alberto Lupetti

Falesco Spumante Brut Metodo Tradizionale Classico

Ovviamente, conoscevo di fama i fratelli Riccardo e Renzo Cotarella, ma non avevo mai avuto il piacere di incontrarli di persona, se non fugacemente. Poi, capita di averli ospiti, anche se separatamente, a due degustazioni della nuova edizione (2016-17) della guida Grandi Champagne, in entrambi i casi accompagnati da Dominga, rispettivamente figlia e nipote. Beh, siamo in Italia, quindi si sentono, spesso e purtroppo, le campane più disparate (per non parlare del fatto che siamo il Paese dove l’invidia per partito preso regna sovrana…), pertanto riporterò la mia impressione, scevra da ogni condizionamento: a parte il piacere di degustare champagne con due figure che il vino lo conoscono, lo amano e lo vivono da grandi professionisti, posso dire di essermi trovato di fronte a due persone semplicemente squisite. Personalmente, mi hanno arricchito come degustatore, come appassionato, ma anche come uomo. Così, alla fine, sono rimasto sorpreso quando tanto Renzo al primo appuntamento, quanto Riccardo al secondo ci hanno calorosamente ringraziato per l’esperienza fatta quando, invece, avremmo dovuto essere noi a ringraziare loro per l’onore concesso. Anche perché, tanto con Riccardo, quanto con Renzo abbiamo vissuto delle sfaccettature delle degustazioni che fino a oggi ci erano francamente mancate. Mi piacerebbe ripetere al più presto. Vedremo.

Riccardo e Renzo Cotarella
I fratelli Riccardo e Renzo Cotarella, enologi, divisi nelle rispettive professioni, ma uniti più che mai in Falesco, la bellissima realtà di famiglia nata nel 1979.
barricaia di Falesco
La suggestiva barricaia di Falesco: notare le pupitre per il remuage manuale degli spumanti Metodo Classico.

Pochi giorni dopo, mi trovavo con Laura Paone (sommelier del bistellato Oliver Glowig e da quest’anno nostra ospite, nonché degustatrice del panel di Grandi Champagne) e si commentava proprio le degustazioni fatte con i Cotarella, il cui merito di averli avuti spetta proprio a Laura. Ovviamente, si finisce a parlare di Falesco, la realtà della famiglia Cotarella oltre gli incarichi personali di Riccardo e Renzo, e confesso a Laura di non aver mai assaggiato questi vini. Laura mi racconta la sua esperienza con le diverse etichette Falesco e pone l’accento sul Ferentano, un bianco da uve Roscetto in purezza. Si tratta di un’antica varietà autoctona del Lazio, coltivata nella zona di Montefiascone e di Bolsena, impiegata in uvaggio per la produzione dell’Est! Est!! Est!!!, ma comunque poco considerata per via della bassa produzione per pianta e della scarsa resa in vino. Ciò nonostante, sin dalla nascita di Falesco nel 1979, i Cotarella hanno puntato al recupero del Roscetto e, anzi, dal 1995 Riccardo ha condotto una serie di studi e sperimentazioni su una caratteristica molto importante di questa uva: la buccia molto spessa. E sappiamo che è nella buccia che si concentrano gli elementi caratteristici di quello che poi sarà vino… Ebbene, Laura mi propone di assaggiare il Roscetto by Falesco addirittura in versione spumantizzata Metodo Classico.

In questo caso, le uve provengono da un solo vigneto di 2 ettari a Montefiascone, un vigneto su suolo vulcanico con piante di 15 anni a 4.200 ceppi per ettaro. Dopo la vendemmia manuale in cassette, solo il mosto fiore (per una resa di uva in vino pari al 45%, mentre la resa in vigna è di circa 60 q/ha) viene fermentato in tini di acciaio a una temperatura di 13-15°C. La primavera successiva, avviene il tiraggio e lo spumante matura ben 36 mesi sui lieviti (e ulteriori 4 dopo la sboccatura) prima del rémuage manuale. Ecco il risultato nel bicchiere.

Grappolo d'uva di Roscetto
Grappolo di Roscetto, antica varietà autoctona della zona di Montefiascone (VT) recuperata ed esaltata da Falesco, fino a proporla in purezza perfino come bollicina Metodo Classico.

 

Spumante Brut Metodo Tradizionale Classico

Spumante Brut Metodo Tradizionale Classico100% Roscetto
sbocc. 2014 – Beh, curiosissimo, alla fine devo confessare di trovarmi di fronte a un bel naso davvero, elegante, fresco, ma anche morbido nell’espressione fruttata lievemente e naturalmente dolce, arricchito da fini note di panificazione e una rigogliosa florealità. Piace e sorprende, perché non ti aspetti questo bel naso da un’uva così inusuale e… nonostante l’autorevolezza dei Cotarella. Insomma, senza mezzi termini, invoglia a essere bevuto. E, in bocca, trovi un’immediata e facile piacevolezza che, a seguire, potrebbe trasformarsi in leggerezza. Ma è solo un’impressione fallace, perché il vino è rotondo ed elegante, tanto nella materia quanto nella bollicina, straordinariamente equilibrato e, forse proprio per questo, scorrevolissimo. Allora inizi a riflettere, sulla sua unicità, su questa sua impostazione che punta alla gradevolezza di beva, soprattutto su come lascia la bocca, lungamente fruttata, addirittura appagata… Così, da questo momento, inizi ad apprezzarlo sempre più e, quando hai finito di inquadrare del tutto questo vino, beh, ti accorgi che la bottiglia è finita! Da provare assolutamente, senza fare l’errore di paragonarlo con le bollicine d’Oltralpe… Ma con le nostrane sì. Allora potrebbe dare la paga a diverse Denominazioni teoricamente più blasonate nell’arte spumantistica. Complimenti.
Voto: 88/100

Controetichetta della bottiglia assaggiata di Falesco Spumante Brut

Ricordando ancora una volta il valore assoluto della scala dei punteggi attribuiti, chi segue questo sito avrà immediatamente capito il valore di questa bollicina. Ma, al contempo, mi immagino pure certi commenti dopo questa mia recensione, soprattutto da parte dei ‘talebani’, ragion per cui seguirò il consiglio che Virgilio diede a Dante di fronte agli Ignavi… Invece, a chi è giustamente più curioso, dirò che si tratta di una gran bella sorpresa, figlia di coraggio e abilità. Non dimentichiamo, infatti, di trovarci di fronte a un’uva inusuale che è stata spumantizzata con rifermentazione in bottiglia (altri avrebbero seguito la più facile strada del metodo Charmat/Martinotti) e con un periodo di maturazione sui lieviti che i più si sognano ed è riservato ai migliori sans année d’Oltralpe. Va bene, qualcuno mi farà notare che il bicchiere va valutato in assoluto, quindi a prescindere da questi elementi che ne potrebbero ‘aiutare’ il giudizio, pertanto posso solo sottolineare che la piacevolezza di questo spumante è veramente lodevole. E proprio io sono stato il primo a rimanerne colpito…

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8 risposte a “Falesco, Roscetto e Metodo Classico: combinazione vincente!”

  1. Gentile Alberto, ho casa a Bagnoregio vicino a Bolsena e conosco bene la Falesco. La ringrazio per la recensione perché quando andavo nelle varie enoteche della zona tutto pensavo meno che a comprare un simile metodo classico! Lo proverò con piacere. Buone vacanze. Paolo Salustri

    • È un piacere aver dato un suggerimento tanto apprezzato, Paolo, spero, a questo punto, che condivida il mio entusiasmo…

      • Allora Alberto, ho seguito il suo consiglio e devo dire che questo metodo classico sorprende veramente. Mi ha colpito l’eleganza del naso sebbene non amplissimo e la finezza delle bollicine non comune per uno spumante italiano. Se avesse un po’ più di profondità e di persistenza…Condivido poi la notazione di grande equilibrio che si respira e che invita al riassaggio immediato, quasi a riprendersi da un autentica sorpresa. La maestria dei Cotarella mi sembra si confermi anche in questo caso ed in maniera veramente soprendente. Con l’occasione ho provato pure il rosè (mi pare 100% Pinot nero) giocato anche questo su una estrema eleganza del naso e sull’equilibrio ma con una bocca a mio avviso un po’ meno efficace. Per non parlare poi del prezzo…Io intanto ho messo un’altra bottiglia in fresco. A presto

  2. Per diversi anni tra le varie etichette di Falesco che ho trattato per il nostro locale il Ferentano da Roscetto era un bianco ( magari anche di un paio di anni) che a me piaceva e non poco e quando lo proponevo ad i nostri ospiti questi apprezzavano.
    Questo metodo classico non lo conosco e vista la mia passione per le bollicine vedrò di provarlo quanto prima.

    • Beh, se già le piaceva la versione ferma, il plus della bollicina può rappresentare una sorpresa tanto inaspettata quanto piacevole…

  3. Gentile sig. Lupetti,
    volevo chiederle se conosce gli spumanti dell’azienda vinicola Marco Carpineti di Cori, in provincia di Latina. Produce due “bollicine”, un brut da uve Bellone (Kius Brut) e un rosé extra brut da uve Nero Buono (Kius Extra Brut).
    Bevvi il brut in paio di occasioni e ricordo un vino piacevole ma non ho esperienze recenti, sarei curioso di conoscere la sua opinione.

    • No, mi manca. Avrà capito che sugli italiani sono ancora poco ferrato. Almeno per ora…
      Però prendo buona nota.
      Grazie

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