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Millésime

Voglia di vecchi millesimati? Con Henriot è possibile

Per la maison di famiglia, gli Henriot hanno avuto il coraggio di non rincorrere ossessivamente una produzione sempre maggiore anno dopo anno, bensì di incrementare nettamente il livello...
di Alberto Lupetti

Bottiglia di Champagne Henriot Millesimato del 1996Per la maison di famiglia, gli Henriot hanno avuto il coraggio di non rincorrere ossessivamente una produzione sempre maggiore anno dopo anno, bensì di incrementare nettamente il livello qualitativo dei propri champagne. E lo hanno fatto prima di tutto in vigna, con una produzione inferiore alla media non per diradamenti o altri motivi, bensì per il ricorso a una coltivazione la più naturale possibile, tanto in proprio quanto chiedendo di fare lo stesso ai conferitori. Questo è evidente in tutte le etichette Henriot ma, ancor più nel millesimato, che ritengo sia la vera cartina di tornasole della qualità di una maison, magari avendo la fortuna di poter assaggiare diverse annate, in modo da apprezzare lo stile della maison così come lo chef de cave lo ha interpretato in funzione della vendemmia. Tra l’altro, Henriot attua una politica di vendita fantastica per gli appassionati: esaurito un millesimato nel formato tradizionale in bottiglia, lo mantiene a listino nei formati maggiori, ovvero magnum e jéroboam. Così, se attualmente il Millésime in vendita “normale” è il 2003 (recensito nella guida Grandi Champagne 2012), ancora si possono trovare annate precedenti di sicuro interesse, come la 1996, la 1998 e la 2000, con in più il vantaggio del grande formato e, a seconda dei casi, del dégorgement historique o tardif. Il tutto a fronte di un prezzo molto interessante. Iniziamo dal 1996, scoprendo in altre due puntate successive gli altri.

Millésime 1996

(52% Pinot Noir, 48% Chardonnay)

La maturità di questo champagne è evidenziata già dal colore, dorato ma molto luminoso, che poi conduce a un naso nel quale la nota matura si fa davvero piacevole, in un quadro elegante tra note di frutto, dolcezze di miele, le tipiche e nette tostature e anche spunti fungini. Questi si ripropongono al palato insieme alla vena minerale e alla componente fruttata che tocca tanto i toni rossi quanto la confettura. È un vino rotondo e polposo che, però, non manca di tensione e succosità per via dell’importante spalla acida, peraltro tipica dell’annata. Champagne di bella personalità, insomma, molto gustoso, direi da appassionati, che sapranno valorizzarlo e gustarlo adeguatamente.
Voto: 90/100

Gli champagne Henriot sono distribuiti in Italia da:
Barbara Rinaldi, tel. 051/553259

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