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Millésime

Jean-Baptiste Lécaillon, l’annata 2015 e il Cristal 2009 in anteprima mondiale

Nel corso del mio ultimo viaggio in Champagne non poteva certo mancare una visita alla Louis Roederer. Ovviamente, lo chef de cave Jean-Baptiste Lécaillon mi aveva preparato una...
di Alberto Lupetti

Champagne Cristal 2009 in degustazione

Nel corso del mio ultimo viaggio in Champagne non poteva certo mancare una visita alla Louis Roederer. Ovviamente, lo chef de cave Jean-Baptiste Lécaillon mi aveva preparato una bella rassegna di vins clairs 2015, così ho potuto capire a fondo la qualità di questa vendemmia, almeno per quanto riguarda la pregiata maison di Reims. Già, perché qualcuno ha parlato addirittura di “annata del secolo”, mentre altri, più onestamente, si sono limitati a definirla “un’ottima annata”; diversamente, sappiamo che i vigneti Roederer fanno un po’ storia a sé, quindi è con estremo interesse che ho analizzato le proposte di Jean-Baptiste. Che mi ha messo di fronte a un’altra preziosissima lezione sullo champagne (non si finisce mai di imparare…): grazie!

Il grande Jean-Baptiste Lécaillon
Il grande Jean-Baptiste Lécaillon durante l’assaggio dei vins clairs 2015, nel corso della mia ultima visita alla maison.

Il set comprendeva una trentina di vini, equamente divisi tra Pinot Noir, Meunier e Chardonnay (“siamo gli unici a far assaggiare lo Chardonnay dopo il Pinot” mi ricorda simpaticamente Jean-Baptiste), per il 95% da vigneti di proprietà, la maggior parte da coltura ‘bio’, parecchi fermentati in legno e quasi tutti senza la malolattica. Che dire? Beh, la 2015 in Roederer è stata sì un’annata eccellente, ma eccellente per davvero. I dati analitici parlano mediamente di un alcol potenziale di 11,5° e un’acidità di 6,6 g/l, quindi siamo su valori ragguardevoli, e se l’acidità può sembrare un po’ più bassa dell’ideale, il fatto poi di non aver svolto la malolattica ha esaltato la sensazione di freschezza: comunque, Lécaillon insiste sul fatto che la freschezza di un vino non è figlia dell’acidità, ma queste è intrinseca nella materia. A proposito di malolattica, scopro che in Roederer, quando viene fatta, è sempre a bassa temperatura e lentissima (alcuni mesi), quindi i vini non risultano mai fin troppo morbidi e rotondi come avviene negli altri casi, con la malolattica svolta velocemente e a temperature piuttosto alte.
1-0 per Roederer.

In prima battuta, tra la fine della vendemmia e l’inizio delle fermentazioni, la 2015 sembrava rispecchiare la personalità della 2002, invece, ora, non solo ha un’acidità più alta, ma nel complesso si è rivelata meglio integrata tra quest’ultima e la materia, così alla lunga per Lécaillon i vini avranno migliore freschezza. Non solo. Per lo chef de cave la 2015 è stata “un’annata calda, quindi continentale, ma da lavorare come un’annata classica. Significa che è stata un’annata che ha dimostrato nettamente le differenze da parcella a parcella, pertanto è il suolo ad aver ‘parlato’, visto anche il fatto che i vini ‘bio’ hanno dimostrato una qualità ancora e nettamente superiore. Insomma, le uve sono andate oltre l’annata, per vini estremamente precisi, figli di una vinificazione che ha potuto essere veramente minimalista. Vini, infine, con un enorme potenziale di invecchiamento”. Quindi, 2015 annata top per questa maison. A brevissimo, anche l’amica Vania Valentini andrà in Roederer per l’assaggio dei vins clairs 2015 grazie all’iniziativa annuale della Sagna: vedremo quali saranno le sue impressioni.
2-0 per Roederer.

Champagne Louis Roederer
2015: grande o buona annata? Beh, all’interno dei vigneti Roederer sembra aver veramente raggiunto una dimensione d’eccellenza…

Visto che siamo in tema di annata solare, con Jean-Baptiste abbiamo parlato delle ultime grandi annate di questo tipo, quindi di 2002, 2009, 2012 e 2015… Detto di quest’ultima, ho azzardato un paragone tra la coppia 1988-1989 e la 2008-2009: Lécaillon è in parte d’accordo, ma trova che la 1989 fu più calda, mentre la 2009 proprio “una gran bell’annata, più fresca”, mentre quella che si preannuncia stratosferica, la 2012, è stata “potente e concentrata”. Insomma, nei primi cinque lustri degli anni 2000 ha fatto certamente più caldo, ma qualche annata tra il notevole e l’eccellente c’è stata. Da notare pure che nel 2015 i vigneti Roederer hanno raggiunto il 90% di conduzione ‘bio’ (quindi biologico e biodinamico a seconda dei casi), ma l’eccellente vendemmia ha permesso di rendere il Cristal già 100% biodinamico, quindi in anticipo di cinque anni rispetto all’obiettivo prefissato del 2020! E la 2015 è finora l’unica vendemmia in cui tutte e 45 le parcelle riservate al Cristal sono entrate nell’assemblaggio, contro la media tipica di 34-38.
3-0 per Roederer.

Pierre Vaudon, pilastro dell’assemblaggio del Cristal
Uno Chardonnay straordinario targato 2015: ‘Pierre Vaudon’, pilastro dell’assemblaggio del Cristal. Abbiamo assaggiato la parte alta e la bassa di questo lieu-dit.

Alla fine, non poteva mancare l’assaggio di due assemblaggi giusto prima del tiraggio, quello del Brut Premier base 2015 e quello del Brut Nature 2015. Il primo mi ha veramente colpito: evidenzia nettamente le caratteristiche dello champagne finito, ma così come le trovi solitamente nel magnum. Jean-Baptiste è soddisfatto e sorride sornione, soprattutto quando gli dico che mi sembra il miglior Brut Premier mai fatto! Ancora tre anni di pazienza e ci sarà da divertirsi… Anche il Brut Nature mi ha impressionato. È un vino più difficile, ovvero meno immediato, più cerebrale se preferite, ma denota una texture di prim’ordine e una maggiore rotondità. In questo caso, però, ci toccherà attendere un po’ più a lungo. In entrambi i casi, però, avremo due pietre miliari Roederer che ribadiranno la leadrship della maison nelle rispettive categoria. Come detto e ridetto più volte…
4-0 per Roederer.

Assemblaggio del Brut Premier e del Brut Nature
L’assemblaggio definitivo 2016 (quindi base 2015) del Brut Premier e del Brut Nature: nel giro di qualche anno avremo due champagne semplicemente straordinari che lasceranno il segno in Roederer!

Finita qui? Neanche per idea, perché ecco l’anteprima: mi aspettavo il Brut Nature 2009, invece ecco il Cristal 2009. Che è fatto con le uve di 35 parcelle, è figlio di “un’annata facile per fare il Cristal” ed è quello con il dosaggio più basso di sempre, 8 g/l. Ovviamente, la malolattica non è svolta, mentre il legno per quest’annata quota il 25%. Ricordo che il Cristal 2009 uscirà a fine anno e prima del Cristal 2008, che quindi non vedremo prima della seconda metà del 2017.

Jean-Baptiste Lécaillon e la degustazione del Cristal 2009
Che onore: lo stesso Jean-Baptiste Lécaillon mi serve il Cristal 2009! In anteprima mondiale…

Cristal 2009

Bottiglia Cristal 200960% Pinot Noir, 40% Chardonnay
Non è una banalità, ma il naso è certamente da Cristal, da grande Cristal. Un bellissimo naso, dunque, per certi versi delicato, o meglio elegante, fruttato, soprattutto agrumato, con note di nocciola e una spina dorsale minerale. Risulta, inoltre, estremamente omogeneo, equilibrato, e non meno fresco. Bocca cremosa e ancora fresca, giocata sull’attacco agrumato e poi caratterizzata da uno sviluppo nettamente minerale che porte a un lunghissimo finale di craie e decisamente asciutto. Un Cristal notevole, appagante per l’appassionato, straordinariamente piacevole per il grande pubblico. L’ennesimo centro di Jean-Baptiste Lécaillon, che ci sta abituando a una vera e propria sequela di eccellenza sotto l’egida del mito-Cristal.
Voto: 96/100

Jean-Baptiste mi dice che la prossima volta (a giugno) assaggeremo il Brut Nature 2009, ma questo fantastico Cristal me lo ha fatto quasi passare di mente. Almeno per ora…

Gli champagne Louis Roederer sono distribuiti in esclusiva da:
Sagna – tel. 011/8131632 – www.sagna.it

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6 risposte a “Jean-Baptiste Lécaillon, l’annata 2015 e il Cristal 2009 in anteprima mondiale”

  1. Buongiorno Alberto,
    Sono in aeroporto e ho appena acquistato una bottiglia di Cristal 2009, non prima di aver letto la tua recensione. Cosa mi consiglia di fare: stappo subito o la lascio riposare un po’ in cantina? Ritiene che abbia inportsnti potenzialità d’invecchiamento?

    Colgo l’occasione per porgerle i miei migliori auguri per le festività.

    Sante’
    Cosimo

    • Da qualche anno, grazie anche all’opera di Jean-Baptiste Lécaillon, i Cristal godono del duplice vantaggio di essere godibili già al momento della commercializzazione, ma di saper anche invecchiare. Quindi, dipende dai gusti personale… Personalmente, io almeno un paio di anni a un Cristal li lascerei…
      Santé!

  2. Salve Alberto
    Io ho acquistato 2 Cristal un 2007 e un 2009 ma trovo che Nell’etichetta i millesimi siano scritti in posti differenti e volevo sapere se è normale che Cristal usi due etichette differenti per le bottiglie sfuse e quelle in cofanetto?

    • Tranquillo! Il Cristal 2009 fu quello del cambio di etichetta, quindi le primissime bottiglie avevano l’etichetta come il 2007, ma poi le bottiglie si fregiarono della nuova. La stessa, per capirci, che ora vede anche sul 2008 e sui prossimi a venire…

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