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Verticale

Clos Lanson: il debutto e l’eccezionale verticale (al contrario) con lo chef de cave Hervé Dantan!

Chi ha l’ultima edizione (2016-17) della guida Grandi Champagne avrà visto che è già presente il Clos Lanson 2006, il nuovissimo champagne della storica maison di Reims. È...
di Alberto Lupetti

verticale champagne clos Lanson

Chi ha l’ultima edizione (2016-17) della guida Grandi Champagne avrà visto che è già presente il Clos Lanson 2006, il nuovissimo champagne della storica maison di Reims. È presente grazie alla super anteprima gentilmente concessami lo scorso anno a giugno da Olivier de la Giraudière e dallo chef de cave Hervé Dantan, al punto che in guida la foto della bottiglia uscì addirittura con un’etichetta inventata, visto che non era pronta neanche al momento di andare in stampa con la guida! Però, passato poco meno di un anno, finalmente ci siamo: il Clos Lanson 2006, primo della serie, debutta ufficialmente. E per il debutto la maison ha recentemente organizzato un’esclusiva degustazione di tutte le annate finora prodotte, quindi dalla suddetta 2006 fino alla 2015. Una verticale al contrario, se preferite, dal momento che tutte queste annate stanno ancora maturando sui lieviti, o quasi.

Prima, però, un minimo di presentazione del Clos Lanson

Nel 2006, Philippe Baijot, co-presidente del Gruppo BCC insieme a Bruno Paillard, acquista Lanson da LVMH, che a sua volta l’aveva acquistata solo 175 giorni prima e ha poi rivenduto tenendosi tutto l’eccezionale patrimonio vitato. Ma, grazie a ottimi rapporti con i vigneron, a un’indiscutibile abilità personale e a uno staff di prim’ordine capitanato dallo storico chef de cave Jean-Paul Gandon, Monsieur Baijot riesce non solo a superare brillantemente ‘l’handicap’ di partenza, ma a riportare nel giro di soli 10 anni la maison su livelli di eccellenza assoluta, come hanno dimostrato anche gli assaggi dell’ultima edizione della guida. Chapeau!

Hervé Dantan, chef de cave di Lanson
Hervé Dantan, chef de cave di Lanson, illustra le particolarità del ‘clos’ all’interno dello stesso.

Ma, quando acquista Lanson, Philippe Baijot compie un’altra mossa importante: nota il clos di un ettaro adiacente alla maison, tutto piantato a Chardonnay, e chiede allo chef de cave di farne uno champagne inedito. Piantato tra il 1962 e il 1986, questo clos poggia su un suolo di craie friabile, quindi molto drenante, e gode di un microclima unico, con una temperatura media superiore di 2-3°C rispetto a quella della vicina Montagne de Reims. Non solo, si decide di fermentare queste uve in barrique, di Argonne (da dove, peraltro, proveniva la famiglia Lanson) e di Bourgogne di terzo passaggio, ovviamente sempre senza svolgere la malolattica com’è nel DNA di Lanson. Quindi, il Clos Lanson è il primo champagne della maison a ritornare oggigiorno al legno e ciò è ‘buffo’ se si pensa che Lanson è stata la prima a introdurre l’acciaio in Champagne nel 1960!

Il 2006, dunque, è l’anno-zero, ma da quel momento si decide di produrre lo champagne in tutte le vendemmie, perché, come spiega Hervé Dantan, l’ottimo chef de cave che giusto da un anno ha ricevuto il testimone da Gandon, “il clos parla, si esprime, avendo la capacità di andare oltre l’annata, o, se preferite, di livellare le caratteristiche delle varie annate. Per questo possiamo produrlo sempre, anche se in un numero differente di bottiglie a seconda della vendemmia, da un minimo di 5.000 a oltre le 8.000”. Più tecnicamente, Dantan aggiunge: “nel clos abbiamo un’eccellente maturità, pari a una media di 11° potenziali e con un’acidità intorno agli 8,5 g/l. Per questo, pur essendo dentro la città di Reims, dove peraltro la vite si coltiva dal XVII secolo, vendemmiamo negli stessi giorni di Avize, ben più a sud nella Côte des Blancs. Il Clos Lanson dà vini generosi di aromi e molto salini, che poi imbottigliamo piuttosto tardi, tra maggio e giugno, e al termine dosiamo molto bassi, sui 3 g/l, che è il valore più contenuto di tutta la gamma Lanson”.

Ecco, dunque, il Clos Lanson, che andiamo a conoscere da vicino in tutte le annate finora prodotte, quindi dalla 2015 (ancora a livello di vin clair, o meglio, d’assemblage finito) alla 2006 che sta arrivando sul mercato; in mezzo, tutte le altre annate che stanno maturando sui lieviti nella cantine della maison e sono state degorgiate appositamente per l’evento poche ore prima della degustazione.

Cantine Lanson
La nuova parte della cantine della maison dedicata al legno. Si vedono le botti per i vins de réserve, ma soprattutto le barrique, di Argonne e di Bourgogne, dedicate alla fermentazione del vino del ‘clos’.

Clos Lanson

100% Chardonnay

Clos Lanson 2015

2015 (vino in attesa del tiraggio)

Grasso e dolce di frutta, soprattutto agrumato. Bocca ricca, più ampia che profonda, in realtà meno grassa del naso, ma decisamente energica. Finale di ritorni agrumati e tanta mineralità. Sarà un eccellente champagne.
Voto: 93-95/100

 

Clos Lanson 2014

2014 (sur lattes)

Naso ancora segnato dai sentori di lieviti post rifermentazione, ma di bella personalità, giocata sulle note agrumate e minerali, con le grassezze e il frutto in secondo piano. Bellissima bocca, leggera, nel senso di elegante e rinfrescante, ancora imperniata sugli agrumi e sulla mineralità, ma soprattutto animata da una splendida acidità. Sembra notevole. Almeno ora…
Voto: 93-95/100

 

Clos Lanson 2013

2013 (sur lattes)

Olfatto compatto che in questo momento appare totalmente legato agli agrumi. Che poi si ritrovano puntualmente in bocca, al fianco di un’acidità diversa dal precedente, più minerale, che però tende un po’ a ‘chiudere’ l’assaggio. È comunque, molto pulito e netto, mai grasso. Vedremo…
Voto: 90-92/100

 

Clos Lanson 2012

2012 (sur lattes)

Naso intenso e verticale, potente e incisivo, di fine intreccio tra agrumi e mineralità. Bocca tesissima, con una perfetta integrazione dell’acidità, quindi risulta anche cremosa e rotonda. Gustoso finale mineral/salino. Notevole, l’essere figlio di una grandissima annata si percepisce nettamente, ragion per cui avrà pure significativi margini di miglioramento..
Voto: 94-96/100

 

Clos Lanson 2011

2011 (sur lattes)

Curioso naso, floreale su fondo grasso. Bocca anch’essa singolare per l’etichetta, giocata tra un frutto che riporta alla mela e note vegetali, inoltre è contratto, per non dire corto, al punto da non riuscire a distendersi. D’altronde, l’annata non è certo da annali.
Voto: 87-89/100

 

Clos Lanson 2010

2010 (sur lattes)

Olfatto delicato, leggero, o meglio, leggiadro. Non solo, in questa fase sembra decisamente chiuso, più che poco espressivo. Bocca fresca e ancora leggera, però tutt’altro che vuota o banale, anzi sfodera un’immediata e raffinata piacevolezza di beva che potrebbe rivelarsi l’asso della manica di questo champagne. L’annata è stata veramente modesta, ma alla fine lo champagne sembra ben migliore del precedente, il 2011…
Voto: 89-91/100

 

Clos Lanson 2009

2009 (sur lattes)

Il naso sembrerebbe chiuso, quasi serrato, non per mancanza di espressività, bensì per via della trama fittissima, indice di una materia ricca, dominata dalla mineralità, cui seguono gli agrumi, una sottile speziatura e una freschezza soffusa e diffusa. Palato rotondo, di buona freschezza e cremosità, ora più legato al frutto che agli agrumi e con un’acidità che, più che tendere il vino, sembra sostenerlo e ampliarlo. Non è uno champagne di spiccata incisività, anzi gioca più sulla souplesse, ma ha il vantaggio di sfoderare una beva convincente e appagante.
Voto: 92-94/100

 

Clos Lanson 2008

2008 (sur lattes)

Naso fitto, profondo, verticale, molto verticale, ma in questo momento decisamente chiuso, anzi austero, quasi non sia ancora pronto a rivelare la sua eccellenza. Perché di eccellenza si tratta, senza dubbio. Bocca elegante e succosa, anche questa in pieno divenire, nettamente minerale tanto nell’importante acidità quanto nella materia. Sarà uno champagne d’eccezione, ma bisogna aspettare. Non a caso, uscirà dopo il 2009…
Voto: 95-97/100

 

Clos Lanson 2007

2007 (sur lattes)

Olfatto morbido e fruttato, con un tocco di miele in secondo piano. Più che chiuso, sembra difficile da decifrare in questo momento. Anche se, attendendolo un po’, ecco il riuscito intreccio tra mineralità e agrumi, che poi sono la cifra stilistica di questo champagne. Più immediatamente apprezzabile l’assaggio, improntato a una fresca leggerezza, sì, ma questa va intesa come finezza, pertanto, complici i fini ritorni minerali e agrumati in chiusura, alla fine è un vino che sa dire la sua. O, meglio, si fa apprezzare un sorso dietro l’altro.
Voto: 92-94/100

 

2006 (dég. dic. 2014; dosage 3 g/l)

Come detto, lo trovate recensito in Grandi Champagne 2016-17 come grande anteprima. Pur essendo ancora un po’ velato dalla liqueur, mi sembra sia cresciuto rispetto all’assaggio di un anno fa. È uno champagne di grande opulenza aromatica e salinità, con una bocca fresca e setosa, di bella eleganza. E ben lontana dal ‘calore’ dell’annata. Vale un punto in più…
Voto: 94/100

bicchieri degustazione Lanson
La degustazione si è conclusa con il Clos Lanson 2006, il primo della serie che sta arrivando ora sul mercato. È già presente, in anteprima assoluta, nell’ultima edizione della guida ‘Grandi Champagne’.
Hervé Dantan alla fine della degustazione
Hervé Dantan, che sta a dir poco onorando il non facile testimone ricevuto da Jean-Paul Gandon, posa soddisfatto con tutti i Clos Lanson finora prodotti.

Difficile giudicare per bene degli champagne in questa fase, ciò nonostante ho cercato di dare comunque dei punteggi che, sia chiaro, servono a dare un’indicazione del valore potenziale di questi champagne. Ma se il buongiorno si vede dal mattino… Negli ultimi sei anni Lanson ha lanciato ben quattro nuovi champagne, i tre Extra Age e ora il Clos Lanson, ma il bello è che non solo non li ha minimamente sbagliati, ma, contemporaneamente, ha anche cristallizzato, se non addirittura migliorato, la qualità della gamma di tradizione. Insomma, Philippe Baijot ha compiuto un’impresa e ha ridonato a Lanson il blasone che merita e che l’ha sempre contraddistinta nella sua lunga storia. Complimenti, perché una cosa del genere è veramente difficile.

Per quanto riguarda il Clos Lanson, penso sia prematuro un giudizio, ma, come detto, le premesse per collocarsi autorevolmente tra i grandi champagne, tra i grandi blanc de blancs, ci sono tutte.

Gli champagne Lanson sono distribuiti in esclusiva da:
Duca di Salaparuta – tel. 091/945201 – www.duca.it

Suggerimenti a tema:

6 risposte a “Clos Lanson: il debutto e l’eccezionale verticale (al contrario) con lo chef de cave Hervé Dantan!”

    • Non è stato comunicato né quello ufficiale in Francia, né quello italiano dall’importatore. trattandosi però di uno champagne top, però, credo proprio si collocherà almeno a livello della Noble Cuvée…

  1. Buongiorno Alberto è sempre un piacere leggere le sue recensioni giudizi e consigli… ho avuto la fortuna di andare da LANSON a REIMS e mi ha impressionato ho bevuto il clos ed è un vino spettacolare anche se darà i suoi frutti più avanti ma le premesse sono altissime merita molta più visibilità questa maison considerando che ha fatto parte a costruire la storia dello champagne

    • Se continua sulla strada intrapresa (e non vedo perché dubitarne…), Lanson ci regalerà bellissime soddisfazioni!
      Non a caso, ho in programma diverse Masterclass, le prima a Roma e Lecce, nel 2017 vedremo se anche a Milano.

  2. La masterclass a Milano sarò presente sicuramente a roma per motivi di lavoro non sono riuscito ad organizzarmi purtroppo … ma dopo essere stato a REIMS aver degustato e pranzato col mitico Olivier per chiudere il cerchio in maniera perfetta devo assolutamente fare una masterclass con il miglior esperto di champagne italiano spero che riesca ad organizzarla al più presto !

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