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Non solo Champagne

Trent’anni di Uberti: Francesco I in verticale 1979-2008!

(di Thomas Rossi) Devo ringraziare la famiglia Uberti per il gentile invito: purtroppo, impegni improrogabili mi hanno costretto a declinarlo. Fortunatamente era presente a questa incredibile degustazione Thomas...
di Alberto Lupetti

verticale franciacorta Uberti

(di Thomas Rossi)

Devo ringraziare la famiglia Uberti per il gentile invito: purtroppo, impegni improrogabili mi hanno costretto a declinarlo. Fortunatamente era presente a questa incredibile degustazione Thomas Rossi, che così debutta in qualità di autore su LeMieBollicine raccontandoci questa incredibile e finora unica verticale.

Alberto Lupetti

Negli ultimi vent’anni la Franciacorta è stata fortunata: ha saputo farsi tanti ‘nemici’ e li sta conservando a lungo. Avere dei nemici non è un privilegio concesso a tutti: per esempio, Trentino e Oltrepò Pavese, le altre due grandi zone del Metodo Classico italiano, a parte poche straordinarie eccezioni, vivono spesso nell’ombra e perfino nell’indifferenza. Che è anche peggio. La Franciacorta, invece, ha osato, ha dettato legge, è stata seguita e ha avuto un successo eccezionale, talmente folgorante (e dunque ingombrante) da prestare il fianco a critiche asprissime da parte di molti, appassionati e non. Critiche per certi versi giustificate (il calore spesso eccessivo durante le estati, le vendemmie fin troppo anticipate, un numero sempre più alto di bottiglie prive di personalità), ma, allo stesso tempo, figlie di pregiudizi, di analisi superficiali e di una scarsa conoscenza della realtà. Perché se è vero che la Franciacorta è un distretto spumantistico molto giovane (i primi spumanti di qualità furono tirati solo una cinquantina d’anni fa) e che il suo pieno sviluppo è avvenuto solo in tempi recenti (dopo la seconda metà degli anni ‘80), è altrettanto vero che il territorio possedeva una viticoltura estesa e accertata (quasi mille ettari) già all’inizio del 1800, come dimostrano precisi riferimenti catastali risalenti al periodo napoleonico.

Allo stesso tempo va applaudito il percorso interpretativo e produttivo di aziende del calibro di Ca’ del Bosco, Il Mosnel, Ca’ del Vent, Monte Rossa, Faccoli, Bellavista, Colline della Stella, Arcari e Danesi (per citare le più note oggi), che con stili, storie e dimensioni differenti godono di grande reputazione tra gli addetti ai lavori (e non solo in Italia). Reputazione e prestigio che investono anche la famiglia Uberti di Erbusco, la cui storica maison (fondata nel 1793!) è guidata con rigore da Agostino e Eleonora con il fondamentale supporto delle figlie Silvia (chef de cave, con esperienze da Selosse e altri produttori francesi) e Francesca (che invece si occupa della comunicazione e del mercato).

Cantina Ubertà
La stanza del tesoro di Uberti, ovvero quella parte della cantina dove sono conservate le vecchie bottiglie di Franciacorta.

Gli Uberti hanno cominciato a elaborare bollicine dal 1979 (prima si producevano prevalentemente vini rossi, come ovunque in Franciacorta) e, in occasione della trentesima uscita del brut Francesco I (con l’annata 2008), hanno avuto il coraggio di organizzare una storica degustazione verticale, mettendo in assaggio tutti i millesimi finora usciti in commercio (trenta, per l’appunto) a cui ho avuto il privilegio di partecipare insieme a un gruppo di trenta degustatori e giornalisti italiani: il risultato della degustazione è stato parecchio interessante, portando in superficie da un lato la competenza, il cuore e la passione degli Uberti, dall’altro lo stile aziendale, che da sempre predilige cuvée di solida vinosità, pensate più per la tavola che per l’aperitivo. Tutti i vini degustati sono stati tenuti a lungo ‘in punta’ e degorgiati à la volée per l’occasione, senza controllo preventivo delle bottiglie, così da consentirne una lettura franca, immediata, senza escamotage.

degustazione franciacorta

È stata un’esperienza bellissima, attraverso la quale abbiamo analizzato il percorso produttivo non solo della Uberti, ma dell’intera Franciacorta, con gli inevitabili cambiamenti climatici, agronomici, enologici e commerciali che si sono verificati dal 1979 fino ai nostri giorni. In proposito, non bisogna mai dimenticare che i Franciacorta sono ben altra cosa rispetto agli champagne: le acidità sono più miti, il frutto più ‘giallo’, lo sviluppo al palato di maggior volume, il finale talvolta amarognolo (più o meno marcato a seconda del ‘manico’). Non tutta la Franciacorta è però simile a se stessa: prima si pensava che esistessero esclusivamente terreni ciottolosi di origine morenica, da qualche anno invece sappiamo che sono stati identificati molti altri suoli, ciascuno di essi con una propria vocazione (sarebbe interessante un giorno approfondire questo aspetto). A ogni buon conto, il vigneto della famiglia Uberti si trova a Erbusco, nel cuore della Denominazione, dove i suoli sono leggeri, sassosi, precocizzanti, e danno vita a vini accalorati, pieni, che solo una mano vigile può spumantizzare con accortezza. E Agostino Uberti prima, dopodiché sua figlia Silvia, dimostrano da anni ormai di saperci fare: il loro pregio è quello di assecondare la natura del terroir, senza mai tentare di modificarlo o, peggio ancora, trasfigurarlo attraverso la tecnica enologica (come è invece accaduto a tante altre realtà franciacortine). In questo senso, la copiosa verticale a cui ho partecipato non ha fatto altro che confermare la bontà del progetto degli Uberti e il talento della Franciacorta, un talento ovviamente differente rispetto a quello della Champagne, ma comunque degno di attenzione. Di seguito riporto le mie note di degustazione dedicate esclusivamente ai millesimi eccezionali (un terzo del totale), lasciando in chiusura le buone annate e le annate di minor rilievo a cui ho assegnato solo la valutazione in centesimi. Va comunque detto che la media complessiva della tornata è stata più che lusinghiera.

Ultime considerazioni: la data di vendemmia, che ho riportato per ogni bottiglia assaggiata, testimonia il forte anticipo che si va registrando in zona da ormai quindici anni a questa parte. Un aspetto che merita senza dubbio di essere approfondito.

bottiglia Franciacorta UbertiFrancesco I

Pinot Nero, Chardonnay, Pinot Bianco
(fermentazione in acciaio, solitamente almeno 36 mesi sui lieviti, brut, prodotto in bottiglia, magnum e jeroboam)

1979
Vendemmia 8 settembre
Profumi di canditi e zenzero, ossidazione ben gestita, acidità saettante ma saporita, finale amaricante quanto basta per non perdere di vista le sfumature della persistenza. Superba tenuta all’aria.
Voto: 88/100

1985
Vendemmia 4 settembre
Colori pastello, vino della vecchia guardia, splendide sfumature di albicocca, orzo, ananas e caffè. Palato in sintonia, sobrio, salino, progressivo, dal finale lungo e ricamato. Un raffinato compagno della tavola.
Voto: 89/100

1988
Vendemmia 7 settembre
Al naso è nocciola purissima, mirabile evoluzione, analogie che richiamano gli agrumi più succosi. In bocca funziona come una turbina: basta un cucchiaino per sentire un’esplosione di acidità e di sale, come succede con i migliori champagne. Applausi.
Voto: 91/100

1990
Vendemmia 30 agosto
Stupisce per il colore ancora luminoso, cui fa da sponda un naso altrettanto vivo, lucente di frutta dolce, e una bocca composta, sanissima, che nella lunga persistenza ricorda la pesca di vigna.
Voto: 88/100

1992
Vendemmia 8 settembre
Millesimo sulla carta minore, che qui si dimostra outsider di tutto rispetto: olfatto di cereali, lieviti, tostature e nocciola, gusto appena metallico ma diffusivo, tatto non profondo ma agile, chiusura di inappuntabile tenuta. Una bella sorpresa in un’annata complicatissima.
Voto: 87/100

1995
Vendemmia 7 settembre
Il più grande Franciacorta dell’intera degustazione e una delle bottiglie più grandi che la Denominazione abbia mai concepito. Elegante e maschio allo stesso tempo, carnoso e succoso insieme, tanto profondo quanto trasparente, è una bomba di sapori e di frutto, che invecchierà ancora vent’anni. Fu un’annata storica e si sente. Inchini.
Voto: 92/100

1996
Vendemmia 5 settembre
Inequivocabile tensione alla mineralità, enfasi sulle note di iodio e di cloro, di conchiglia e di sabbia bagnata. Bocca nervosa e a tratti imprecisa, ma di disarmante energia.
Voto: 87/100

2001
Vendemmia 23 agosto
Austero, ancora giovanile, quasi nudo all’olfatto, una lastra di lieviti e ossidazioni accennate. In bocca mostra invece un temperamento passionale, irrequieto, con una polpa densa di sapori. Potrebbe crescere ancora nei prossimi anni.
Voto: 87/100

2005
Vendemmia 29 agosto
Millesimo che più classico non si può: definizione consolatoria di fiori e frutta, proiezione gustativa salda e viva di sapori, allungo eccellente, ottime prospettive per il futuro. Il Franciacorta da portare sulla luna.
Voto: 89/100

Verticale Franciacorta Uberti bicchieri per degustazione

Le altre annate di Francesco I assaggiate:

1980
(vendemmia 18 settembre)
Voto: 84/100

1981
(vendemmia 8 settembre)
Voto: 85/100

1982
(vendemmia 1 settembre)
Voto: 83/100

1983
(vendemmia 3 settembre)
Voto: 80/100

1984
(vendemmia 17 settembre)
Voto: 82/100

1986
(vendemmia 28 agosto)
Voto: 81/100

1987
(vendemmia 8 settembre)
Voto: 79/100

1989
(vendemmia 11 settembre)
Voto: 79/100

1991
(vendemmia 3 settembre)
Voto: 82/100

1993
(vendemmia 1 settembre)
Voto: 85/100

1994
(vendemmia 1 settembre)
Voto: 86/100

1997
(vendemmia 4 settembre)
Voto: 79/100

1998
(vendemmia 7 settembre)
Voto: 85/100

1999
(vendemmia 2 settembre)
Voto: 82/100

2000
(vendemmia 28 agosto)
Voto: 86/100

2002
(vendemmia 24 agosto)
Voto: 84/100

2003
(vendemmia 18 agosto)
Voto: 78/100

2004
(vendemmia 27 agosto)
Voto: 85/100

2006
(vendemmia 25 agosto)
Voto: 83/100

2007
(vendemmia 11 agosto)
Voto: 84/100

2008
(vendemmia 21 agosto)
Voto: 85/100

Complimenti vivissimi a Agostino, Eleonora, Silvia e Francesca.
Grazie dell’opportunità e continuate così!

www.ubertivini.it

 

Suggerimenti a tema:

5 risposte a “Trent’anni di Uberti: Francesco I in verticale 1979-2008!”

  1. Complimenti all’autore dell’articolo: preciso, pulito, perfino elegante nello stile: degnissima penna di questo splendido sito. Spero di rileggerla presto.

  2. Buongiorno, ma Francesco I non è il prodotto d’ingresso di Uberti?
    E Magnificentia il top?
    Una verticale alquanto insolita…
    Chiedo inoltre un Suo parere su Jean Vesselle, un nome non del tutto secondario nel mondo dello champagne e, stranamente mai presente in guida.
    Mi è stato di recente segnalato il brut reserve s.a. e devo dire…notevole!! (unico neo gli 11g./l, che però sono ottimamente assorbiti da finezza e agilità di beva.
    grazie

    • Sì, è la linea ‘classica’ di Uberti, che comprende anche Extra Brut e Rosé. Ma proprio per questo, è il Franciacorta prodotto da maggiore tempo, quello storico, pertanto ha reso possibile questa incredibile verticale.
      Jean Vesselle: mah, sarò io (ma anche altri hanno avuto la mia stessa impressione), ma non mi ha mai fatto impazzire. Anzi… Addirittura il suo rarissimo e prezioso Petit Clos mi ha deluso…
      Che dirle? A lei piace? Va bene così! Mica sono il depositario della ‘verità assoluta’…
      😉

      • Per carità….non sarò io ad insistere su J. V., me l’ha proposto il mio enotecario, tessendone le lodi e siccome non è uno sprovveduto….
        Probabilmente sono stato anche influenzato dal dosaggio eccessivo e, aspettandomi il peggio, all’assaggio mi sono rinfrancato.
        Molto spesso le differenze tra gli champagne da accettabile a buono non sono abissali, ci vuole tanta tanta esperienza per capirle.

        • Beh, da accettabile a buono la differenza si sente, eccome!
          Però, mi faccia sapere com’è andata a finire…

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