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Degustazioni

De Sousa, una questione d’eccellenza. Sempre!

(II PARTE) Come promesso, continua il racconto della meravigliosa degustazione effettuata venerdì scorso insieme al grande Erick De Sousa, che, lo ripeto, è uno dei migliori produttori di...
di Alberto Lupetti

champagne De Sousa

(II PARTE)

Come promesso, continua il racconto della meravigliosa degustazione effettuata venerdì scorso insieme al grande Erick De Sousa, che, lo ripeto, è uno dei migliori produttori di champagne in assoluto. Grazie alla sua abilissima mano che significa conduzione naturale, ma senza follie, della vigna, vinificazione parte in acciaio e parte, anzi soprattutto, in barrique, molte delle quali di Argonne, maturazioni sui lieviti giustamente rapportate all’etichetta specifica, dosaggi perfettamente equilibrati, senza ossessioni al ribasso a tutti i costi. Soprattutto, il buon Erick confessa che la sua filosofia è improntata alla piacevolezza, tanto che dice “se avete sete bevete acqua, se volete piacere bevete champagne. Champagne è emozione!”. Capito?

champagne De Sousa Mycorhize

Mychorize

100% Chardonnay
La terza uscita di questa etichetta che, in guida, ci aveva un po’ spiazzato con la prima. Qui siamo di fronte al tiraggio del 2013, quindi base vendemmia 2012 più i precedenti assemblaggi (2011 e 2010). La vigna è lavorata con il cavallo e la fermentazione avviene interamente in barrique. Dégorgement 17 marzo 2016, dosage 5 g/l. Per Eick, questo champagne è la più pura e profonda espressione di Avize, tanto che lo definisce “il terroir”.
Naso molto minerale, nettamente di craie, asciutto e profondo. Soprattutto, è completamente diverso rispetto al primo assaggiato in Grandi Champagne 2016-17, nel senso che si propone meno fruttato ma più agrumato – dalla scorza di agrumi canditi fino bergamotto -, per poi arrivare alle note di vaniglia, ai fiori appassiti. È un olfatto fitto, autorevole, per certi versi austero, profondo, più che altro mai improbabile. Bocca assolutamente simmetrica, anzi è cremosa ma asciutta allo stesso tempo, ancora nettamente minerale di craie fino al lungo finale. Champagne importante, raffinato. Rientrato per buona parte nel solco dello stile De Sousa, rispetto alla prima uscita…
Voto: 93/100

 

champagne De Sousa Cuvée Umami

Umami

40% Pinot Noir (Aÿ), 60% Chardonnay (Avize)
Il medesimo champagne assaggiato in anteprima due anni fa, ma con diverso dégorgement (3 Febbraio 2015). Per Erick è l’esatto contrario del Mychorize, che è Avize e vecchie vigne, quindi terroir… mentre questo è lavoro, selezione, tecnica di vinificazione e stile. Tirato, in occasione della vendemmia 2009, in 6.000 bottiglie e 1.000 magnum, anche se queste ultime usciranno solo l’anno prossimo.
Sostanzialmente si conferma rispetto al precedente assaggio. All’olfatto spiccano le note di pietra bagnata, quasi ferrose, poi accenni agrumati, spunti fumé. Al palato, invece, si è fatto meno grasso, anzi è freschissimo e gustosissimo. Con un finale… saporito – appunto! – che, come visto in occasione della precedente degustazione, conquista letteralmente. Bellissima la definizione di Vania “eleganza e ricchezza, vinificate e messe in bottiglia”. Come dire… l’essenza dell’art champenoise.
Voto: 93/100

bottiglie champagne Umani 2012
Scendendo in cantina con Erick, abbiamo scoperto quale sarà la prossima annata di Umami: 2012. Ma pare non esca prima del 2020…

 

champagne De Sousa Extra brut Blanc de Blancs

Cuvée des Caudalies

100% Chardonnay
Il gradino d’ingresso alla gamma di riferimento del produttore. Che ora ha conquistato nuova bottiglia (la stessa del Caudalies millesimato) ed etichetta. Il vino assaggiato era basato per il 50% sull’annata 2010 (in guida era 2008) e per il 50% su un Solera di 15 annate fino alle 1995. Da notare che la vinificazione avviene interamente in barrique, mentre poi il Solera è conservato in cuve.
Accidenti che champagne! Ci è sempre piaciuto, ma stavolta sembra essersi addirittura esaltato. Già al primo naso è entusiasmante, con i suoi profumi di nocciola tostata, burro, caramello, polvere di caffè che virano con l’innalzarsi della temperatura su quelli più profondi, terrosi, quasi torbati. Al palato è perfettamente bilanciato tra la grassezza e la freschezza, soprattutto è nettamente minerale, assolutamente irresistibile nella beva. Ma l’aspetto più sorprendente è che, pur essendo un Solera che risale a più di vent’anni fa, non denota la benché minima traccia di maturità! Grandissimo champagne, una sicurezza. Imperdibile. Anche perché è a nostro avviso la ‘perla’ di De Sousa.
Voto: 94/100

A questo punto siamo passati al millesimato 2008 già proposto in anteprima in guida. Era ed è grandissimo: densità ed eleganza, ed è questo che ti sorprende. Bocca rotonda e gustosa, molto salina, ma, più d’ogni altra cosa, è uno champagne talmente ricco che non si avverte l’importante acidità dell’annata. Sa di ananas e vaniglia. Conferma la guida. Anzi di più…

Per Erick è uno champagne che darà il meglio di sé tra 25-30 anni.

A questo punto, con un po’ di faccia tosta, gli chiedo di assaggiare un’annata un po’ più vecchia. Erick, tutto contento, acconsente: si alza, va nella cantinetta refrigerata e torna con una bottiglia di…

 

champagne De Sousa 2005

Cuvée des Caudalies 2005

100% Chardonnay
Per quest’annata, Erick decise di fare un Le-Mesnil in purezza che avevo raccontato su queste pagine già tre anni fa e al cui articolo rimando per i dettagli. Molto interessante tornarci oggi, però…
Naso molto singolare in quanto giocato integralmente su note di sottobosco che arrivano fino alla corteccia bagnata e con una soffusa freschezza ancora di origine boscosa. Per Erick è un incontro tra il terroir e l’annata. Molto più espressiva e coinvolgente la bocca, asciutta e minerale, bellissima, appagante. Di sviluppo fresco, teso, levigato, elegantissimo. Alla fine, anche questo è sorprendente. Lo colloco tra i migliori cinque champagne targati 2005, o, se preferite, tra i pochissimi degni di nota figli di questa vendemmia…
Voto: 94/100

Un po’ deluso (si fa per dire, per carità!) penso che sia questa la vecchia annata, invece, sornione, Erick si alza nuovamente, prende la pinza per il dégorgement e… ci invita a seguirlo già, nella cave: wow! Già, perché, una volta scesi, eccolo iniziare a degorgiare à la volée

Degustazione De sousa
Erick De Sousa mentre degorgia ‘à la volée’ le vecchie annate in cantina.

 

Degustazione champagne De Sousa

Cuvée des Caudalies 2004

100% Chardonnay
Sono sorpreso che Erick voglia farci assaggiare quest’annata, ma sono anche contento perché la adoro. Guarda caso, non delude: accidenti che naso! È la Borgogna bianca con la mineralità della Champagne. Il naso sa di craie e agrumi, oltre a fini tostature e sottili grassezze. Anzi, ha uno spessore sconosciuto a praticamente tutti i 2004. Palato di pura energia, energia di craie, oltre a essere succoso, teso, energico, ancora una volta molto più della media dei 2004. Sembra una palla di plutonio tanto è concentrato, così ti prende la bocca e non va più via… Notevole. Uno dei capolavori di Erick. È l’unico 2004 di ricchezza che abbia mai assaggiato. Un mostro. Pazzesco.
Voto: 97/100

 

A questo punto, Erick fa notare che “è la craie a donare la freschezza, non l’acidità. La craie è la chiave della Champagne!”. Altra perla di saggezza…

Quindi si sposta un po’ e degorgia un 2002. Dice che in quella vendemmia seguì il suggerimento di Michel Bettane, che lo invitò ad assemblare 50/50 il Pinot Noir di Ambonnay con lo Chardonnay di Avize per dare vita allo champagne perfetto… Beh, il noto critico francese prese una bella cantonata, forse si trova più a suo agio con altre AOC, perché il risultato è deludente: lo champagne è pesante, pervaso da note di miele e frutta secca. Risultando così veramente difficile da bere. Peccato. Ma Erick ha imparato la lezione e confessa che non seguirà più consigli del genere…

champagne De Sousa vecchia bottiglia 2002

Non è finita. Per fortuna. Ci invita seguirlo in una cantina segreta: per entrare bisogna accucciarsi e non c’è la luce. Così, grazie ai led dei nostri iPhone, Erick prima degorgia un 1993 (l’anno di nascita di sua figlia Julie, anzi è la sua riserva personale, tanto che ne teme le ire… Per la cronaca è fantastico, tra i migliori 1993 che abbia incontrato!), quindi passa all’annata che adoro, la 1988! Ne erano rimaste 31 bottiglie (30 dopo la nostra degustazione…) ed Erick dice che ne apre una ogni anno. Fu la prima annata di Caudalies millesimata… Che dire? Che onore, grazie!

Cantina champagne De Sousa
La cantina ‘segreta’ di De Sousa, dove sono gelosamente conservate le annate più vecchie…
Vecchie bottiglie di champagne De Sousa
Le pochissime bottiglie di Cuvée des Caudalies 1988: 31 prima della nostra degustazione. Dice Erick che ne aprirà una ogni anno, non più!

 

Degustazione champagne De Sousa

Cuvée des Caudalies 1988

100% Chardonnay
Il naso non smentisce né l’annata, né il savoir-faire di De Sousa, anzi, li esalta. È complesso e fresco, tra note tostate, marine, di erbe aromatiche e di agrumi, profondissimo nella sua evoluzione che vira sempre più su note di scoglio, conchiglia, iodio. E, man mano, si fa anche affumicato, “camino spento” come dice Vania. Bocca succosa, straordinariamente bilanciata tra materia e acidità (che poi è la caratteristica, anzi l’asso nella manica di De Sousa), si distende in ampiezza e in profondità. È minerale, agrumato, asciutto ma mai secco, disteso, ancora, profondissimo. Uno champagne assolutamente integro e integrato, coinvolgente e appagante, Di più: è un 1988 di straordinario equilibrio e freschezza che dirà ancora tanto. Ma proprio tanto…
Voto: 98/100

 

Il sottoscritto, giustamente soddisfatto, insieme a Erick De Sousa al termine della degustazione: grazie ancora!
Il sottoscritto, giustamente soddisfatto, insieme a Erick De Sousa al termine della degustazione: grazie ancora!

Da evidenziare, alla fine di questa superba degustazione, che tutta la gamma De Sousa ha evidenziato una bollicina carezzevole ed elegantissima, in altre parole perfetta.

Infine, i più attenti avranno notato che sulle etichette De Sousa non compare più la dicitura RM ma NM… Non è tanto una questione di acquisto di uve, peraltro minimo e quasi episodico, ma perché Erick ha già iniziato a pensare al futuro. Così, per evitare le pensatissime tasse di successione, sta donando i vigneti ai tre figli. Per questo, in vendemmia ‘acquista’ le uve da loro, quindi è tecnicamente in NM, di fatto sempre un RM

(ha collaborato alle schede di degustazione Vania Valentini)

Gli champagne De Sousa sono distribuiti in esclusiva da:
Sarzi Amadè – tel. 02/26113396 – www.sarziamade.it

Suggerimenti a tema:

8 risposte a “De Sousa, una questione d’eccellenza. Sempre!”

  1. Bellissima descrizione di una ennesima “avventura” da sana e totale invidia… Una curiosità: la Cuvée de Caudalies con deg. 2016, che dalla descrizione appare già fruibilissima e di grande soddisfazione (merito immagino della cospicua parte di vini da Solera); ne ho due bottiglie in cantina, secondo lei vale comunque la pena aspettarle qualche anno o non vede grossi margini di assestamento e miglioramento?

    • Grazie!
      Parliamo della Caudalies non millesimata, giusto? Beh, avendone due, una la godrei subito, anche perché, come abbiamo detto, è squisita da subito, mentre per l’altra aspetterei un annetto, in modo anche da apprezzarne un minimo l’evoluzione…

      • Sì, esatto, la non millesimata. Dalle sue parole leggo tra le righe che comunque non c’è nessun motivo di avere fretta, se non la… sete! Essendo orientato come gusto personale più verso Champagne sufficientemente maturi, mi sa che lascerò le due bottiglie bene in fondo alla cantina per un po’, tanto qualcosa di pronto da stappare lo si trova… Grazie mille!

  2. Buongiorno Alberto,
    I suoi articoli sono sempre coinvolgenti e trasmettono la sua passione e le sue incredibili competenze riguardo quello che è per me il re incontrastato dei vini. Sono quindi sempre felicissima quando, come in questo caso, mi capita di bere ciò che lei racconta. Proprio venerdì ho assaggiato michoryze (deg. 17 marzo 2016). Amo de sousa e attendevo con ansia questo assaggio… che non mi ha però entusiasmato. Intendiamoci: la bottiglia è finita e questo è sempre un buon segno! Se però al naso l’ho trovato delizioso, in bocca ho percepito note di vinosità un po’ marcate.
    Saluti e ovviamente salute
    Chiara

    • Il Mychorize, nonostante la crescita positiva anno dopo anno, rimane uno champagne un po’ fuori dal tipico solco De Sousa e, se me lo permette, un po’ ‘difficile’.
      Provi il Blanc de Blancs Réserve e poi, se vuole, la Caudalies non millesimata, credo rimarrà molto più soddisfatta…
      Mi faccia sapere

  3. Ciao a tutti
    Oggi è stata la mia prima volta con il caudalies e devo dire che è stato davvero un successone, complessità e freschezza nello stesso bicchiere. Ora sono curiosissimo di assaggiare il mychorize, dato che nella nuova guida vi ha davvero strabiliato ( addirittura 96!)
    Buone Feste a tutti santé
    Marco

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