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Non solo Champagne

I Lunelli e la luce dello Chardonnay

Siamo ancora una volta a parlare di Ferrari, incontestabile nome di vertice della spumantistica italiana, orgoglio nazionale, ambasciatore nel mondo delle nostre bollicine. D’altronde, è difficile resistere dopo...
di Vania Valentini

Ferrari Riserva Lunelli 2008

Siamo ancora una volta a parlare di Ferrari, incontestabile nome di vertice della spumantistica italiana, orgoglio nazionale, ambasciatore nel mondo delle nostre bollicine. D’altronde, è difficile resistere dopo il recente assaggio del Riserva Lunelli 2008, ultimo nato della maison di Ponte Ravina. Per i Lunelli, oltre che la stessa Ferrari, ovviamente, lo Chardonnay è una passione da sempre. Ancora una volta questa famiglia dimostra, infatti, quanto in loro sia radicato il legame con questo vitigno, già avvalorato negli anni con la Linea Classica, con il Maximum Brut, con la celeberrima Riserva del Fondatore Giulio Ferrari, ma anche con il Perlé, il nuovissimo Perlé Bianco e infine, la Riserva Lunelli, di cui parleremo oggi. È uno spumante che ci è sempre piaciuto, che brilla di una luce tutta sua; di più: è una bollicina che nulla ha da invidiare al fratello maggiore Giulio, ma, soprattutto, che non teme il confronto con chicchessia. Alberto (Lupetti) lo ha sempre amato sin dalla sua primissima uscita e spesso e volentieri lo preferisce addirittura al fratello maggiore Giulio

vigneti di Villa Margon
I vigneti di Villa Margon, il vero tesoro delle proprietà Ferrari nel quale la viticoltura di montagna (400-700 m slm) e lo Chardonnay si uniscono in perfetta armonia per risultati straordinari.

Come abbiamo già avuto modo di raccontare in passato, la Riserva Lunelli è stata creata in casa Ferrari nel 2002. L’uva da cui nasce è, appunto, lo Chardonnay e solo lo Chardonnay, proveniente da quegli splendidi vigneti di proprietà che si trovano a Villa Margon, attorno alla loro meravigliosa residenza cinquecentesca. Da sempre, qui, il grande rispetto della vigna e le condizioni climatiche più uniche che rare modellano spumanti dalla freschezza invidiabile, mentre le energie investite danno origine a una perfetta interazione tra uomo e territorio, facendo sì che i vini ottenuti beneficino di questa privilegiata condizione. A differenza della Riserva del Fondatore Giulio Ferrari, inoltre, nella Riserva Lunelli i mosti sono fermentati in botti di rovere austriaco da 40 hl: questo conferisce al vino suadente ricchezza, armonica complessità e stile imperituro. Infine, il vino è imbottigliato e lasciato non meno di sette anni sui lieviti per poi essere dosato extra-brut (nello specifico di questo 2008 poco meno di 3 g/l) dopo la sboccatura.

Lo Chardonnay è uno dei vitigni a bacca bianca più diffusi e amati in tutto il mondo, capace di espressioni nobili e straordinarie, a volte immortali. Ai Lunelli e al loro bravissimo ‘chef de caveRuben Larentis va indubbiamente il merito di rendere lo Chardonnay delle Dolomiti poliedrico, eclettico e scintillante, soprattutto estremamente piacevole e coinvolgente. Anche in annate non facili come la 2008… Già, perché la primavera e l’inizio dell’estate stentavano, con parecchie piogge, ma con l’approssimarsi della vendemmia (peraltro tardiva), le cose si sono rimesse a posto e le uve arrivate in cantina erano fortunatamente di buona qualità.

controetichetta
La controetichetta si limita all’anno di sboccatura e alla dicitura ‘extra-brut’…

Riserva Lunelli 2008

100% Chardonnay
sbocc. 2016 – Veste elegantissima giallo dorato intenso, dalle bollicine copiose, finissime, che salgono vigorose. Spettro olfattivo ampio, che propone immediatamente una certa vinosità da Chardonnay, così come uno scenario olfattivo che, grazie al legno, diviene leggermente dolce, ricco, senza mai tuttavia risultare eccessivo o pesante. Più denso che grasso, poi, è sostenuto da una traccia floreale e agrumata, per un olfatto in cui avverti la fittezza della materia ed è segnato da una sontuosa mineralità che propone note di cenere e fumé. La bocca è assolutamente simmetrica con il naso, rotonda, polposa, succosa e fresca, con uno sviluppo in cui ritornano sia la componente vinosa, sia l’ombra del legno, peraltro mai invasivo, bensì a donare ampiezza e bella profondità. È un vino cremoso, elegante, di bello spessore, con un finale dalla sterzata indimenticabile di pasticceria e sofisticati rimandi speziati, agrumati e salini. Un vino, insomma, che convince appieno, grazie a una bevuta di assoluto piacere.
Voto: 93/100

(hanno collaborato alla degustazione Alberto Lupetti e Marco Dallabona)

All’ottima scheda di degustazione di Vania posso solo aggiungere un commento personale. Questa Riserva Lunelli m’è sempre piaciuta. Tanto. E questa 2008 non delude affatto le aspettative, anzi. È di una piacevolezza coinvolgente, o meglio, irresistibile, che la conferma come una delle etichette Metodo Classico in assoluto più interessanti del panorama italiano. E non solo… Per piacere personale ne berrei a litri, da critico posso dire che l’ottimo lavoro svolto da Ruben Larentis negli anni ha finito per mettere bene a fuoco questo vino, renderlo più preciso, più equilibrato. E se la 2008 è stata un’annata difficile, beh, si avverte solo nel finale, che tende a perdersi un po’. Per questo motivo, pur rivelandosi nell’immediato più piacevole, il Riserva Lunelli 2008 rimane un passo indietro sul piano della tensione rispetto al Perlé Bianco 2006. Ma stiamo spaccando il capello in quattro…

Alberto Lupetti

www.ferraritrento.it

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7 risposte a “I Lunelli e la luce dello Chardonnay”

  1. Anch’io l’ho trovato bellissimo!
    Devo dire che mi ha convinto più del Perlè Bianco 2006, assaggiati insieme al festival dei Trento DOC qualche mese fa.

  2. Vero Mario, ricordo me lo dicesti subito; peraltro, sono felice questo spumante incontri il favore di un palato come il tuo.
    Vania

  3. Buongiorno Vania e Alberto, venerdì sera ad una degustazione con amici abbiamo aperto un lunelli 2008, è stata una piacevolissima conferma, davvero un top spumante che dice la sua anche di fronte a champagne di buonissimo-ottimo livello. Freschissimo e complesso allo stesso tempo, grandissimo veramente. A mio parere è certamente uno dei migliori spumanti italiani per rapporto qualità prezzo.
    Marco

  4. Salve Alberto,
    Secondo Lei Riserva Lunelli può ripercorrere le orme del Giulio in termini di evoluzione e appetibilità anche dal punto di vista economico?
    Grazie 1000

    • No, non credo, sono due vini profondamente diversi da loro… Già a partire dalla selezione delle uve. Amo il Riserve Lunelli dal punto di vista personale, ma non tirerei troppo la corda con l’invecchiamento.

  5. Buongiorno Alberto,
    qualche tempo fa ho assaggiato una bottiglia di riserva Lunelli 2009, che ho apprezzato molto per la piacevolezza e l’eleganza.
    Dapprima leggermente chiuso si è aperto nel corso della serata con una notevole evoluzione di profumi e aromi, che denotano a mio avviso un spumante di alto livello.
    Purtroppo avrei dovuto attendere almeno un anno essendo il degorgement di inizio 2020, ma non ho resistito… Sicuramente si sarebbe potuto esprimere a livelli ancora più alti.
    A questo punto però mi sorge un dubbio amletico…. partendo da questa bottiglia se volessi andare al top degli spumanti italiani metodo classico dovrei andare sul Giulio Ferrari riserva del fondatore o su Anna Maria Clementi di Cà del Bosco, non vedo tante alternative a questi livelli.
    Dalla mia modesta esperienza noto un certo “appiattimento” delle bollicine italiane, nel senso che pochi prodotti riescono a raggiungere alti livelli di qualità.
    Che cosa ne pensa?
    Può consigliarmi qualche spumante con rapporto qualità/prezzo al livello del riserva Lunelli o superiore?
    Grazie mille.
    Alessandro

    • Domanda di difficile risposta in quanto amo particolarmente la Riserve Lunelli, direi più dello stesso Giulio…
      In effetti, Ca’ del Bosco (oltre alla AMC non trascurerei la linea Vintage Collection, soprattutto lo Zero Dosage) e Ferrari (oltre ai suddetti Giulio e Riserva, citerei il Perlescenze Rosé), non mi viene in menta tanto altro, a parte Uberti, Cavalleri e alcune etichette di Quadra per la Franciacorta e Moser in Trentino, ma lascerei completare la risposta a Vania Valentini, che sulla spumantistica italia è molto, molto più preparata di me!

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