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Millésime

L’annata 1995 è anche da 100/100! Con Dom Pérignon…

(III PARTE) Dopo la pausa di Ferragosto, torniamo a parlare dell’annata 1995, che, si sarà oramai capito, la ritengo straordinaria. Anzi, la migliore del suo decennio. D’altronde, una...
di Alberto Lupetti

Dom Pérignon P2 1995

(III PARTE)

Dopo la pausa di Ferragosto, torniamo a parlare dell’annata 1995, che, si sarà oramai capito, la ritengo straordinaria. Anzi, la migliore del suo decennio. D’altronde, una serie di assaggi me lo hanno confermato definitivamente, ponendosi tutti su livelli assolutamente straordinari. L’ultima conferma in tal senso – e nell’attesa di quel ‘mostro’ del Cristal Vinothèque 1995 di cui racconterò nella prossima edizione di Grandi Champagne (che, in proposito, si preannuncia straordinariamente ricca di etichette esclusive in anteprima…) – arriva da Dom Pérignon e dalla sua declinazione come P2

Degustazione Dom Pérignon all’Abbazia di Hautvilles
La strepitosa degustazione che abbiamo avuto modo di vivere nel corso di una visita all’Abbazia di Hautvilles a fine giugno. Una verticale di tutti i ‘Vintage’ prodotti negli anni 2000 (e presentati fino a oggi), tre ‘P2’ (2000, 1996 e 1995) e ben due ‘P3’.

L’ultima volta che assaggiai l’Œnothèque 1995 (all’epoca si chiamava ancora così…) sarà stata la tarda primavera del 2010 nel corso di una serata che ricorderò per tutta la vita. Eravamo io e Federico Angelini ospiti di Richard Geoffroy allo Château de Saran (ora in ristrutturazione) per cena dopo una degustazione a dir poco memorabile all’Abbazia di Hautvillers. Nonostante ciò, la serata fu stupefacente perché per tutta la cena furono serviti solo Dom Pérignon Œnothèque fregi argento e fregi oro, quindi P2 e P3, spaziando dal 1995 al 1971, tra bottiglie e magnum. Ebbene, a dispetto dei ‘mostri’ messi in campo, ricordo che proprio ‘quel’ 1995 mi diede da pensare: era solo all’inizio del suo cammino, ma la sua eleganza, la sua immensa energia mi fecero presagire che un giorno sarebbe stato fantastico. Poi finì nel dimenticatoio, il mercato fu stordito poco dopo dall’arrivo dell’Œnothèque 1996 che riportò in auge quest’annata, ingiustamente mitizzata e colpevole di aver fatto cadere nell’oblio la precedente. Ma, per fortuna il tempo è galantuomo…

Richard Geoffroy chef de cave Dom Pérignon
Ogni degustazione con Richard Geoffroy è un’esperienza, ciò nonostante, stavolta lo chef de cave era addirittura più in forma del solito: potete immaginare cosa significa questo…

Così, passato qualche anno, inizio a imbattermi in diversi champagne targati 1995 che mi portano a pensare quanto detto in queste tre puntate, ma anche a chiedermi “chissà come sarà diventato nel frattempo quell’Œnothèque 1995?” e mi appunto mentalmente di chiedere a Richard di assaggiarlo alla prima occasione. Gliene parlo a Roma in occasione del lancio del P2 2000 e attendo la prima occasione in quel di Hautvillers. Occasione che arriva a fine giugno di quest’anno, con un Richard in una forma ancora più smagliante del solito e che per l’occasione aveva preparato: verticale di Vintage 2009-2002, di cui ha raccontato Vania, tre P2 e due P3! Ebbene, nel corso di quella degustazione, presente Vania Valentini, i punteggi stratosferici sono volati e c’è stato pure un 100/100, tributato al… sì, al P2 1995. Che ha messo in ombra il P2 1996 senza alcun dubbio e ha sopravanzato, anche se di pochissimo, i P3 (1973 e 1985, quest’ultimo lo troverete in… Grandi Champagne 2018-19).

Non devo certo ricordare cosa significa P2 e la filosofia che anima questo Dom Pérignon, visto che ne ho parlato e riparlato su questo sito, pertanto mi limiterò a dire che questo 1995 ha maturato non meno di 12 anni sui lieviti, è stato poi dosato a 6,5 g/l e che Richard Geoffroy ha, nel corso della degustazione, molto acutamente detto di questa seconda vita di DP: “P2 è la vita: i lieviti gradualmente muoiono e gradualmente trasferiscono l’energia al vino”. Appunto.

 

Dom Pérignon P2 1995

P2 1995

48% Pinot Noir, 52% Chardonnay
dég. 2008 – Naso talmente elegante, raffinato, da nascondere quasi l’intensità di questa seconda espressione di Dom Pérignon. È lui, è DP, con le sue tostature, la sua mineralità, il suo frutto netto, gli agrumi che vengono fuori alla lunga, perfino uno spunto che riconduce alla siepe dopo la pioggia, ma è tale l’armonia, è tale la raffinatezza da ‘controllare’ tutta questa espressività. Controllare, sì, quasi centellinare, ma senza soluzione di continuità, così a un certo punto ti trovi a fronteggiare una profondità talmente grande che ti perdi in essa… La grande eleganza torna in bocca, un’eleganza difficile da definire in quanto armonizza letteralmente un vino che è allo stesso tempo levigato, teso, profondo, verticale, freschissimo non di acidità ma di mineralità pietrosa bagnata. Un vino che sembra giocare con te, facendosi un attimo succoso, un attimo asciutto, un attimo intenso, un attimo leggero, fino a prenderti la bocca a un certo punto, ma non con brutalità, forse neanche con autorità, bensì con intensità, prenderla e non lasciarla più, perché ha densità senza rivelarla. Finale gustosissimo di agrumi mai aspri e mineralità che sembra veramente non finire mai… C’è voluto tempo, ma alla fine questo DP ha rivelato la sua grandezza in un’annata veramente d’eccezione! Richard parla di “equilibrio sottile, fragile, ma perfetto”. È difficile dare la massima votazione, che significa la perfezione, ma se non è perfezione questa bottiglia non so proprio cos’altro possa esserlo…
Voto: 100/100

(ha collaborato alla degustazione Vania Valentini)

Recentemente un lettore di LeMieBollicine mi chiedeva, peraltro giustamente, che differenza ci fosse tra uno champagne da 99/100 e uno da 100/100. Beh, il primo è quello champagne che, man mano che lo scopri, trovi sempre più grande, sempre più coinvolgente, che si fa apprezzare via via, che ti fa riflettere per conquistarti in progressione. L’altro, quello da 100/100, è invece quello che ti fa capire la sua eccezionalità già alla prima olfazione e al primo sorso e, così, il rimanerci sopra non serve più a scoprirlo, ma solo… a goderlo. Ecco, io la vedo così e con questo P2 1995 è successo esattamente tutto ciò.

Gli champagne Dom Pérignon sono distribuiti in esclusiva da:
Moët-Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

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22 risposte a “L’annata 1995 è anche da 100/100! Con Dom Pérignon…”

  1. Buonasera Alberto

    come sempre i miei complimenti per l’articolo, eccezionale, sembra di avere il vino nel bicchiere mentre si legge, davvero.
    Nell’entusiasmante descrizione del P2 1995 viene però, magari fraintendo io le parole scritte, quasi rivisto in senso negativo il giudizio dell’enothèque 1996, come se gli fossero stati attribuiti punteggi immeritati.
    Ma sia al Vintage 1996 che poi all’enothèque 1996 in un suo recente articolo aveva attribuito un entusiastico 99/100, un capolavoro, la conferma di un mito.
    Quindi spero che quanto detto del ’96 non venga adombrato dal P2 ’95.
    Del resto si tratta di 1\100° di differenza….io parlerei più di un confronto fra due grandissimi, con la necessità di ricorrere al fotofinish per decidere chi dei due abbia raggiunto prima il traguardo….

    Sempre con grande stima si intende.

    Ancora complimenti.

    Gabriele

    • Giusta osservazione. Forse in preda all’entusiasmo non mi sono espresso al meglio… Volevo dire che, come annata, la 1995 è superiore alla 1996. oggi senza alcun dubbio. Per quanto riguarda DP, il 1996 è uno dei capolavori di Richard, con il Vintage ancora in ‘vantaggio’ sull’OE/P2, da cui quel 99/100 di cui parla. Nell’ultima degustazione all’Abbazia, comunque, nel side-to-side il P2 1995 sopravanzava il P2 1996. Senza se e senza ma.
      Giusto parlare, come dice lei, di confronto tra grandissimi, però, consideri che nella mia scala dei punti, il 90/100 è uno spartiacque tra un ottimo champagne e un ottimo champagne che si ricorda; da 91/100 il ‘peso’ di ciascun punto aumenta e questo è ancora più netto dai 95/100 in su, altro spartiacque perché si entra nel mito.
      Spero di aver fatto chiarezza

      • Grazie mille per la spiegazione.

        Quindi mi ha convinto, ora cercherò di accaparrarmi una bottiglia di P2 ’95, peccato che non se ne trovi una sotto i 500 (!) euro……
        Sempre in argomento OE/P2 le vorrei chiedere una curiosità: avendo in cantina una bottiglia di OE 1996 acquistata ormai un paio di anni fa e vedendo che ora il 1996 è ancora in commercio ma con la dizione P2, il vino contenuto nelle due bottiglie è il medesimo e cambia solo l’etichetta ovvero il secondo è un degorgement più tardivo e quindi un vino più vecchio?
        Tenendo la bottiglia in cantina climatizzata ed in posizione orizzontale quanto tempo potrei in teoria aspettare prima di aprirla?

        sempre mille grazie e sinceri complimenti.

        Gabriele

        • È lo stesso identico vino, cambia solo l’etichetta. Anche il dégorgement dovrebbe essere lo stesso, al massimo un anno di differenza.
          È un vino ancora ‘giovane’, ancorché godibilissimo già oggi, quindi se riesce a resistere qualche anno…
          Anche se forse ha ragione un mio amico che dice che certe bottiglie non vanno conservate per il giorno che non arriverà mai, quindi vanno stappate non appena se ne ha voglia!

          • Gentile Alberto
            Grazie mille del consiglio, condivido pienamente.
            Nel mio peregrinare alla ricerca di alcune bottiglie mi sono incappato in una mai vista prima, un dp Reserve de l’Abbaye Vintage 1993….mi sa dire di che si tratta?
            Sempre mille grazie.

          • Si trattava di una sorta di selezione per il mercato giapponese. Di fatto, cambiava solo l’etichetta rispetto all’OEnothèque… Fecero 1990, 1992 e 1993, se non ricordo male, ma, essendo piuttosto raro, vale parecchio!

  2. Credo ci abbia profondamente colpito e sopratutto “convinto” (che ci vole ben poco se parla Lei) su questa annata…..
    Diciamo che dal 2010 in avanti, dopo i sentori, ha cominciato ad aver avuto la certezza che si trattasse di grandissima annata (nel tempo…).
    Però, a questo punto, se mi permette, nonostante abbia seguito e letto i suoi vecchi post/articoli sulle annate, e pur “marcandola stretta”…. le chiedo di esporsi sulle annate degli anni 00 o 10 : c’è qualcosa che dobbiamo sapere ORA prima che sia irrimediabilmente troppo tardi per noi comuni mortali ??? 🙂
    ovviamente grazie….

    • Buongiorno!
      Avrà visto che avevo fatto tre puntate sulle annate in champagne su questo stesso sito. Rispetto a quelli articoli posso aggiungere:
      – 2009 (che non era menzionata): grande annata, subito dietro la 2008 per eccellenza;
      – 2008: si prevedeva eccellenza e così è. La migliore della decade senza alcun dubbio. Ma non solo. Gli champagne ricordano tanto i 1988…
      – 2007: annata sottovalutata, ma ha dato ottimi champagne. Un po’ ‘freddi’, strettini, ma di bellissima beva;
      – 2006: forse la delusione. Ha debuttato benissimo, ma ora i suoi champagne stanno… ‘rallentando la corsa’. Un po’ tutti;
      – 2005: annata assai poco interessante. Sono veramente pochi gli champagne che si salvano…
      – 2004: annata di piacere. I suoi champagne non saranno campioni di complessità, ma come si bevono bene!
      – 2003: annata difficilissima, ciò nonostante, più pass ail tempo e più ci sono delle belle sorprese;
      – 2002: la grande annata per gli champenois, per qualcuno addirittura superiore alla 2008. Ottimi champagne, meglio oggi che al debutto, quando erano un po’ troppo opulenti;
      – 20001: disastro. Avranno millesimato in 5-6 e se salvano due…
      – 2000: annata più simbolica. Non manca qualcosa di buono. Ma qualcosa…
      Saluti

      • Alberto, una curiosità.
        Oggi se dovessi scegliere se aprire una bottiglia di Fleury extra brut millesime 2002 o millesime 2004, quale riterrebbe più pronta?
        Ne ho alcune bottiglie di entrambe e la curiosità è data dal fatto che, come da Lei più volte evidenziato, la 2002 è un’annata che va un po’ attesa, ma ha il degorgement più risalente rispetto alla 2004 che, per contro, pur con degorgement più recente, è un’annata più pronta e di piacere.
        A Lei l’ardua sentenza!

        • Il 2004 assaggiato oggi per la guida non ha raggiunto il 2002 assaggiato due anni fa sempre per la guida. Gioventù a parte. Quindi mi godrei il 2004 e aspetterei ancora un po’ il 2002. Ammesso che riesca a resistere…

          • Grazie, vedrò di pazientare ancora un po’ con il 2002 e assaggerò il 2004. Ho seguito il suo entusiasmo nel descrivere il 2002 e, oltre a qualche bottiglia singola, ho preso anche due magnum che lascerò maturare per qualche tempo! Credo mi daranno soddisfazione…

  3. Si, si…. Ricordo bene.
    Ma se dovesse esporsi “più vicino ai giorni nostri” (si ferma alla 2009) cosa ci consiglia di tenere d’occhio ?
    Solo la 2011 ? oppure per queste più recenti è ancora troppo presto ?
    Grazie ancora :-))

    • È ancora mediamente presto, comunque:
      – 2010: annata da Chardonnay
      – 2011: variabile da produttore a produttore
      – 2012: eccezionale. Ma scarsa produzione per via della gelata
      Per il resto aspettiamo, anche se 2013 e 2014 niente di che e 2015 stratosferica…

  4. Buongiorno Alberto , le ho inviato una mail con allegate delle foto riguardo a dom perignon 1999 ( con scatola) e 2002, volevo chiederle qualche info riguardo e se siano in buono stato.
    Inoltre vorrei chiederle che valore possano avere attualmente , grazie e buona giornata.

    • Sì, viste. Non possiamo ancora parlare di valore da collezione, quindi possiamo ipotizzare prezzi per bottiglia di poco superiori a quello dell’annata corrente…

  5. Il DP 1996 rappresenta il miglior champagne degustato fino ad oggi. ( bevuto nel corso del 2013.. );a mio modesto parere ho trovato il 96′ Oenothèque non all’altezza dell’ottimo 98′ P2.
    Ho acquistato recentemente un vintage 1995, in luogo del meno accessibile Oenothèque 95, ritenendo Richard “più bravo” nella nuova versione P2 che nella precedente versione Oenothèque..
    Sono mie suggestioni, o forse il nuovo corso di DP in versione P2, non rappresenta soltanto una scelta di marketing, ma bensì un cambiamento di stile figlio dell’esperienza…
    Posseggo infine un 1990 P2 pardon Oenothèque, che non vedo l’ora di stappare..
    Cosa mi dice del vintage 1995 ?

    • Ho detto e ridetto che la 1995 è un’annata a dir poco eccezionale e ingiustamente sottovalutata (se non addirittura dimenticata…). E vale anche per DP. Però, mentre il Vintage 1996 ha ancora un seppure lieve vantaggio sull’OE/P2 1996, invece l’OE/P2 1995 è superiore al Vintage, che rimane comunque una bottiglia d’eccezione, beninteso.
      In linea di massima, OE e P2 sono identici, solo in alcuni casi ci può essere una differenza di dégorgement che, quindi, giustificherebbe il vantaggio del P2 sull’OE da lei riscontrato.
      Il 1990 OE? Guardi la recensione su questo sito!
      Spero di aver risposto tutti i suoi quesiti…

  6. Buongiorno, leggo spesso i suoi interessanti articoli e avrei bisogno di un consiglio per l’acquisto di un DP76.
    Ha un’etichetta molto simile a quella che si può vedere a questo link
    https://cdn.ct-static.com/labels/200124.jpg
    con bande laterali che dall’etichetta avvolgono la bottiglia.
    Da inesperto non ne avevo mai viste prima, ritiene che sia compatile con l’epoca?
    Qualche altro consiglio per evitare fregature?
    Nel caso ho delle foto da inviarle.
    Grazie mille per l’attenzione.

    • La bottiglia è originale (all’epoca l’importatore era quello, non esisteva MHI…) e lo stato di conservazione molto buono. Così come il livello. Bisogna solo capire come è stata conservata… Cantina? Sbalzi termici? Viaggi?
      Immagino che la stia acquistando per morivi sentimentali, però consideri che uno champagne del genere sarà molto maturo e che la 1976 non è stata una delle annate memorabili…
      Ultima nota: il valore di mercato sul mercato del collezionismo è 300-350 euro. Ricordo che tra privati, la quotazione è inferiore.

  7. Grazie per la risposta.
    Ha ragione é un acquisto puramente sentimentale e non so se mai la stapperò né se sia bevibile.
    Dovrebbe comunqie esser sempre stata tenuta in cantina ed é stata recuperata da un trasloco. Affare concluso a circa la metà del valore stimato.
    Qualche consiglio per apprezzarla nel caso io decida di stapparla in futuro? Tempi e metodi?

    • Nel caso: freddare lentamente la bottiglia e non scendere al di sotto degli 11-12°C, versare lo champagne in un bicchiere ‘adeguato’ e scoprirlo man mano, anche nell’arco di 10 minuti, perché nel bicchiere cambierà tantissimo!
      Santé!

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