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Cuvée de Prestige

Duval-Leroy e il grande ritorno del rosé de saignée

Questa settimana termineranno del tutto le lavorazioni di Grandi Champagne 2018-19 e a seguire sarà solo una questione di tipografia. Sapete che le pagine sono parecchie (ben 520,...
di Alberto Lupetti

Champagne Duval Leroy

Questa settimana termineranno del tutto le lavorazioni di Grandi Champagne 2018-19 e a seguire sarà solo una questione di tipografia. Sapete che le pagine sono parecchie (ben 520, 70 in più rispetto alla scorsa edizione!) e anche la tiratura, quindi il numero di copie stampate, è cresciuto, pertanto speriamo di non dover aspettare troppo. Appuntamento al 10 novembre, più o meno: vi terremo costantemente aggiornati.

Carol Duval-Leroy con i tre figli
Quella gran donna di Carol Duval-Leroy con i tre figli Julien (supervisione vigneti), Charles (produzione) e Louis (marketing).

Nel frattempo, e nell’attesa che LeMieBollicine torni al normale regime, ecco un altro champagne che arriva direttamente dalle degustazioni della guida, uno champagne di alto livello già visto nella scorsa edizione e che ha confermato le bellissime impressioni. Si tratta della rara declinazione in rosa della cuvée de prestige di Duval-Leroy, la Femme de Champagne (che in guida sarà proposta sia nell’inedita versione ‘multimillésime’, sia come ‘œnothèque’ con l’annata 1996). A proposito di Duval-Leroy, ha da poco festeggiato la nuova distribuzione grazie alla Pescarmona e, vista l’esperienza dell’azienda di Torino, siamo sicuri che la maison di Vertus tornerà presto anche in Italia a ricoprire il ruolo di primo piano che le compete, dopo alcuni anni di oblio. D’altronde Duval-Leroy è uno dei più importanti produttori di champagne, nonché uno dei rarissimi 100% familiari: dal 1991 è guidata con piglio e competenza da Carol Duval-Leroy, oggi coadiuvata dai tre figli. Carol è una donna eccezionale, con un gran carattere, una ‘tosta’ se ci si passa il termine, e non poteva essere diversamente, visto che, vedova e con tre figli piccoli, ha preso una maison di secondo piano e l’ha proiettata di slancio tra le Grandes Marques, più per qualità che per numeri, introducendo al contempo una serie di champagne d’eccezione, a cominciare dalla stessa Femme. E Carol ha superato brillantemente pure il cambio di chef de cave, da Hervé Jestin a Sandrine Logette nel 2005. Un cambio non facile, che per un periodo ti tempo si è riflesso inevitabilmente negli champagne Duval-Leroy, che, però, ora sono tornati sui livelli di un tempo, anzi possiamo dire siano migliorati. Tutti: dall’importantissimo Fleur de Champagne (il sans année più rappresentativo) fino alla summenzionata Femme.

Vigneti Duval-Leroy
Duval-Leroy vanta un notevole patrimonio vitato: ben 200 ettari in tutti i villaggi della Côte des Blancs più alcuni Grand Cru della Montagne de Reims.

Nonostante Duval-Leroy sia legata a doppio filo allo Chardonnay, però, vanta un non comune savoir-faire con i rosé. Fino al 2010, questo era rappresentato da un ottimo de saignée non millesimato, evolutosi poi nell’attuale Prestige grazie a una componente di Chardonnay, ma nel frattempo, in occasione della vendemmia 2006, Carol Duval-Leroy insieme a Sandrine Logette avevano sviluppato l’evoluzione di quel primo rosé per farne la declinazione in rosa della cuvée de prestige: una sorta di ritorno alle origini, ma con maggiore prestigio. Già, perché La Femme de Champagne Rosé 2006 ha debuttato quasi in sordina nel 2014, seguita poco più di un anno dopo dalla nuova annata (2007), vista in anteprima in Grandi Champagne 2016-17. Quest’ultima è frutto di una selezione di Pinot Noir solo Grand Cru macerato per 18 ore, quindi lo champagne è rimasto in cantina per 6 anni prima di essere dosato a 3 g/l. Ecco il riassaggio effettuato poco tempo fa, a inizio dello scorso agosto.

Duval-Leroy Rosé de Saignée
Lo storico Rosé de Saignée, un non millesimato che ha lasciato il segno nella gamma Duval-Leroy. Oggi si è evoluto per rinascere, cresciuto, nella Femme Rosé.

Femme de Champagne Rosé de Saignée 2007

Femme de Champagne Rosé de Saignée 2007

100% Pinot Noir
Due anni in più hanno sottolineato l’importanza di questo eccellente rosé, che si propone con un naso autorevole, scuro ma molto pulito, certamente legato al Pinot Noir con le tipiche note selvatiche, con il sottobosco, con il thè nero, con il tamarindo, con le piccole bacche rosse di bosco, la mineralità, ma scura, quasi da polvere pirica, oltre a tostature riconducibili al caffè, le speziature dolci, la terrosità. Ha fascino e autorevolezza, ricchezza ed eleganza, complessità senza dubbio. La bocca è una riuscitissima combinazione tra l’essere un rosso di Borgogna, con la sua vinosità, l’essere champagne, con la sua tensione, e l’annata, con la sua fresca leggerezza. Così l’assaggio parte fresco e pulito, poi si fa vinoso, infine chiude con quell’amaricante piacevole e pulente che invoglia il sorso e chiama la tavola. Troviamo sia uno champagne nel quale è il piacere di berlo a richiamare la beva più che il vino stesso. Esalta le carni a tavola, ma quanto è buono da solo per il semplice gusto di berlo!
Voto: 94/100

In conclusione, si tratta di un gran bel rosé, lo sapevamo e non abbiamo avuto brutte sorprese due anni dopo. La conferma dell’abilità di Duval-Leroy con gli champagne in rosa, insomma, ma anche di quanto l’annata 2007 sia stata sottovalutata da molti…

Gli champagne Duval-Leroy sono distribuiti in esclusiva da:
Pescarmona Importatori – tel. 011/533471 – www.pescarmona-importatori.it

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4 risposte a “Duval-Leroy e il grande ritorno del rosé de saignée”

  1. Buongiorno Alberto un caro amico aveva in cantina il Rosè sopra citato Fleur de champagne ….volevamo solo sapere se i dosaggi sono rimasti gli stessi della Femme Rosè cioè 3g/l

    grazie mille

  2. Buongiorno Alberto,
    a suo avviso, un importante rosé de saignée può essere abbinato con un piatto strutturato di carne, caratterizzato da untuosità e succulenza, come il brasato al barolo?
    Grazie,
    Paolo

    • Dipende… L’abbinamento cromatico (rosso con carne) predispone psicologimante meglio, ma tra i rosé di questo tipo vanno scelti quelli un po’ più acidi e meno fruttati. A volte con carni simili ci possono stare anche bianchi di struttura e bella acidità…

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