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Sans Année

Erick De Sousa, ancora lui, sempre più certezza…

Nel panorama dei classici non millesimati, che avranno pure meno appeal rispetto ai ‘vintage’, ma rappresentano pur sempre più del 75% delle vendite complessive di champagne, tendiamo sempre...
di Alberto Lupetti

Champagne Grand Cru Réserve De Sousa

Nel panorama dei classici non millesimati, che avranno pure meno appeal rispetto ai ‘vintage’, ma rappresentano pur sempre più del 75% delle vendite complessive di champagne, tendiamo sempre a parlare di quelli delle Grandes Marques, dimenticandoci che anche per i ‘piccoli’ vale la stessa regola. E con regola intendo che il sans année è sempre e comunque lo champagne più importante, essendo il biglietto da visita di ciascun produttore. Nel caso di De Sousa (ebbene sì, ancora lui! D’altronde, Erick e la sua famiglia sono persone squisite, i loro champagne a dir poco eccellenti, come abbiamo visto tanto qui su LeMieBollicine quanto nelle varie edizioni di Grandi Champagne), poi, pur essendo il Tradition lo champagne più venduto (e il più semplice…), è invece il Grand Cru Réserve il suo biglietto da visita, visto che si tratta di un blanc de blancs, la tipologia principe di De Sousa nonché l’espressione del suo stile. E questo champagne non millesimato si colloca costantemente su livelli altissimi (nelle ultime due edizioni di Grandi Champagne ha sempre ‘rimediato’ un bel 92/100), ciò nonostante tendiamo a non considerarlo un classico sans année… Perché? Boh, forse perché è un blanc de blancs?

Degustazione con la famiglia De Sousa
Un momento della degustazione, con la famiglia De Sousa. Da sinistra si riconoscono Erick, la figlia maggiore Charlotte, la moglie Michelle e il figlio Valentin, reduce da un incidente in vigna. Mancava solo Julie…

Tutta questa premessa per dire che sono ritornato a trovare De Sousa anche la scorsa settimana (!) e tra i vari assaggi sempre molto coinvolgenti ho avuto modo di apprezzare proprio il nuovo tiraggio del Grand Cru Réserve, quello che sta arrivando or ora sul mercato ed è basato sulla vendemmia 2014. E, come vedremo a breve, è stata una bellissima sorpresa a dispetto dell’annata scarsa. Comunque, il Grand Cru Réserve è una fotografia della migliore Côte des Blancs classificata Grand Cru, quindi con le uve provenienti non solo dalla natia Avize, ma anche Cramant, Oger e Le-Mesnil, tutte da vigne di almeno 40 anni. La sola cuvée frutto dell’annata principale, nel caso la summenzionata 2014, è fermentata in piccole vasche di acciaio ed è poi unita al 30% di vins de réserve delle due annate precedenti (2013 e 2012 in questo caso) fermentate in barrique. I vini non sono mai filtrati e, dopo l’imbottigliamento, restano un paio di anni sui lieviti. Attenzione, in teoria questo champagne avrebbe un tempo di maturazione in cantina pari a tre anni e se per il Tradition un periodo di 18-20 mesi è spiegabile con la ricerca della spiccata freschezza che compensi l’elevata (40%) componente di vins de réserve composti da taille, beh, invece nel caso di questo Grand Cru Réserve la cosa è senza dubbio singolare. Così, ne ho chiesto conto al buon Erick, che mi ha candidamente risposto: “visto l’elevato numero di richieste, non riesco a far maturare a lungo questo champagne…”. Una risposta onesta che certifica il successo di De Sousa, ma, poiché Erick la sa lunga in fatto di champagne, ecco che poi cerca di far riposare quanto più possibile lo champagne dopo il dégorgement. A proposito, il dosaggio tipico è a 7 g/l e, a ulteriore testimonianza del valore di De Sousa, dobbiamo ricordare che è certificato Agriculture Biologique e Demeter. Ma i suoi champagne non sono mai né minimamente improbabili, anzi…

Controetichetta De Sousa
Le controetichette De Sousa sono sempre ricche di informazioni, compresa data di tiraggio, di dégorgement (che qui tradiscono i soli 21 mesi sui lieviti…) e dosaggio: informazioni preziosissime per l’appassionato! Ah, quasi dimenticavo, De Sousa è addirittura certificato AB e Demeter, come ricordato dai rispettivi simboli…

 

Grand Cru Réserve

De Sousa Grand Cru Réserve100% Chardonnay
dég. 27 gen. 2017 – Questo champagne non sbaglia un colpo, sapendo esprimere una indubbia ricchezza, una netta struttura, a fronte di un’attraente piacevolezza. Così, il naso è spesso, grasso, e molto fresco, imperniato sulla mineralità che fa quasi da base a note di agrumi che arrivano a rasentare la canditura, di frutto (mela), di spezie, pure di infusione. Insomma, è sfaccettato, articolato e, soprattutto, in continua evoluzione, anche se è difficile resistergli e lasciarlo crescere nel calice… Così corri ad assaggiarlo e trovi una bellissima bollicina che porta con sé una perfetta simmetria con l’olfatto, ma anche una certa leggerezza quasi inaspettata. È l’annata, ma credo che alla fin fine abbia giovato a questo champagne, avendo limato la sua tipica opulenza gustativa per privilegiare la finezza. Una finezza che lo rende ancora più piacevolmente bevibile, anche se, a cercare il pelo nell’uovo, il finale rivela un po’ il dosaggio, stavolta. Fosse stato dosato a 5 g/l a fronte di quest’annata sarebbe stato veramente perfetto e avrebbe perfino sopravanzato gli assemblaggi che l’anno preceduto, ma tant’è. Resta, comunque, un bellissimo champagne, un bellissimo blanc de blancs, uno straordinario emblema dello stile De Sousa. Grande.
Voto: 92/100

Un altro 92/100 per questo champagne e lascio solo immaginare quanto potrebbe crescere ancora se lasciato un po’ più a lungo sui lieviti e se assaggiato in magnum… A proposito di magnum, via via la pattuglia di questo formato crescerà in seno alla gamma De Sousa, visto che agli attuali Grand Cru Réserve e Caudalies si aggiungeranno l’Umami, di cui vi ho parlato in anteprima qualche mese fa, il 3A (appena assaggiato quest’ultima volta, vi dirò presto, ma vi anticipo che è a dir poco straordinario!) e, più avanti, pure il Mycorhize la Caudalies Millésime. Insomma, ci divertiremo…

Gli champagne De Sousa sono distribuiti in esclusiva da:
Sarzi Amadè – tel. 02/26113396 – www.sarziamade.it

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9 risposte a “Erick De Sousa, ancora lui, sempre più certezza…”

  1. Ciao Alberto
    Ho subito acquistato la “Guida” appena uscita. Complimenti. Ampliata rispetto a quella precedente e con maggiori dettagli. Ormai è diventata la mia “Bibbia”. Appoggiata sul comodino alla sera la leggo come il “Vangelo”.
    Volevo chiederti: nelle degustazioni in cui avete stappato la Magnum, la stessa bottiglia avrebbe avuto la medesima votazione? Nella mia esperienza posso dire che il formato Magnum aumenta il valore gustativo rispetto al formato normale da un 20 ad un 30%.
    Un paio di anni fa, come ogni anno prima di Natale,su le Figaro c’è stato un articolo bellissimo sullo Champagne, in cui si diceva che la misura ottimale per la maturazione dello stesso è il formato Magnum. Concordi?
    Sicuramente avrai provato anche tagli superiori , quali sono stati? Come li hai trovati?
    I tagli grandi hanno bisogno di una maturazione più lunga, quanto in più rispetto al formato standard da 0,75?
    Nell’attesa di una risposta ti mando i miei più cordiali saluti
    Luca Arisi

    • Pensavo di averlo scritto, sicuramente l’ho detto in diversi seminari: la magnum è il miglior formato per lo champagne. Senza se e senza ma. Lo champagne è molto più ‘buono’, ha una bollicine più fine, invecchia meglio e più a lungo. Cosa che non accade invece con il jéroboam, perché è una questione di collo, di tappo, di rapporto tra vino e gas.
      Nel caso della guida, nel caso di cuvée particolari (ad esempio il Charlie) la magnum è stata scelta direttamente dalla maison, nel caso di alcuno non millesimati (ad esempio Roederer e Charles Heidsieck) l’ho chiesta io proprio per far capire ai lettori come uno champagne già molto piacevole di suo, possa ulteriormente crescere con questo formato. Di quanto? Almeno un punto con i non millesimati, anche due o tre con le top cuvée che invecchiano a lungo.
      Tutto chiaro?
      🙂

  2. Buongiorno Alberto.
    In guida ha recensito in modo superlativo il Mycorhize tirage 2014 e deg. 2017.
    Per caso ha assaggiato anche il Mycorhize con tirage 2013 e deg. 2016?
    Se sì, mi direbbe cosa ne pensa e se merita un punteggio di 96, al pari del suo successore?

    • Alberto, specifico meglio la domanda.
      Ho visto che l’aveva recensito nel novembre 2016, ma volevo sapere se aveva avuto occasione di riassaggiarlo e se nel frattempo è maturato/migliorato.
      Grazie

      • Naturalmente, tutti gli champagne di De Sousa migliorano con il tempo. Molto. Nel caso del Mycorhize, però, c’è da considerare un altro aspetto. Lo champagne nascque con la vendemmia 2010 come millesimato non dichiarato e da quel momento, anno dopo anno, è diventato via via un multimillésime più complesso, quindi 2010-2011, 2010-2011-2012 e, infine ma nell’attesa del prossimo, 2010-2011-2012-2013. E questo ha comportato una sempre maggiore complessità dello champagne. O, se preferisce, ogni nuovo tiraggio è sempre più ‘buono’, quindi ritengo il tirage 2014 superiore al tirage 2013…

        • Alberto, ho acquistato altre due bottiglie di Mycorhize perchè ero curioso di assaggiare quello recensito in guida. Però non mi è arrivato quello, bensì l’ultima edizione con tiraggio luglio 2015 e deg. febbraio 2018… Cosa vuol dire, che alle altre si è aggiunta l’annata 2014? Lei lo ha assaggiato? Se sì, cosa ne pensa? Spero sia anche migliore del penultimo, perchè quello recensito in guida non riesco proprio a ordinarlo…

          • Sì, è il nuovo tiraggio, con un’annata in più in assemblaggio. L’ho assaggiato con Erick proprio durante la vendemmia e volevo fare la recensione, ma poi ho avuto altre priorità… rimedierò presto.
            Nel frattempo posso dire che l’ho trovato buonissimo, anzi… il migliore della serie!

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