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Non solo Champagne

Una ‘tesi’ da… bacio accademico

Come ho già scritto diverse volte, trovo che in Franciacorta, oggi, i produttori abbiano finalmente trovato il coraggio di sperimentare, tentare strade nuove e personali, senza tuttavia mai...
di Vania Valentini

Barone Pizzini Tesi UNO

Come ho già scritto diverse volte, trovo che in Franciacorta, oggi, i produttori abbiano finalmente trovato il coraggio di sperimentare, tentare strade nuove e personali, senza tuttavia mai snaturare quella che è la personalità precipua di una Denominazione in grado di offrire, da sempre, vini di estrema eleganza, frutto, solarità. Un esempio ne è Barone Pizzini, che ha presentato, in occasione della celebrazione dei suoi 20 anni in viticoltura biologica (certificata), la sua ultima creazione: Tesi Uno, cuvée scaturita dalla volontà di riscoprire un antico vitigno di questa zona, l’Erbamat. Si tratta di una varietà di cui si ha segnalazione già nel lontano 1550 nell’opera: ‘Venti giornate della vera agricoltura’ di Agostino Gallo e che, solo da pochissimi anni, è tornata al centro dell’attenzione con coltivazioni sperimentali.

Vigna Barone Pizzini
La Barone Pizzini è un baluardo della viticoltura biologica in Franciacorta. “Meno cemento, più vigneti” il loro motto.

Quella di Barone Pizzini è in assoluto la prima e coraggiosa interpretazione di questo vitigno, considerato che l’Erbamat rientra ufficialmente solo dalla vendemmia 2017 nel Disciplinare Franciacorta e può essere impiegato fino a un massimo del 10%. In Tesi Uno la percentuale arriva addirittura al 60%, lasciando solo il rimanente 40% al Pinot Nero e allo Chardonnay. Non può ricadere, quindi, sotto la denominazione Franciacorta, ma poco importa: Silvano Brescianini, Direttore della Barone Pizzini, ha intrapreso con grande entusiasmo questa sfida fin dall’inizio, decidendo di porre su questo vitigno la massima fiducia. L’obiettivo era quello di recuperare una maggiore identità del prodotto grazie a un rafforzamento del legame vino-territorio, creando così una cuvée nella quale l’Erbamat avesse la possibilità di esprimersi in tutta la sua energia, il suo potenziale, e così è stato. Il progetto, peraltro, è in pieno divenire: Barone Pizzini proseguirà con la sperimentazione di questo vitigno e lo farà con altre proposte, Tesi Due, Tesi Tre e così via. Già, perché ciascuna Tesi sarà pezzo unico, nel senso che quell’assemblaggio non sarà più ripetuto e i vini degli anni successivi avranno sempre tagli diversi, in modo da comprendere meglio l’espressività dell’Erbamat e come questo interagisca con i due vitigni principe, il Pinot Nero e lo Chardonnay. Un motivo in più per non farsi scappare almeno una bottiglia di Tesi Uno.

Erbamat
L’Erbamat, alla base dell’inedito Tesi Uno, è un’antichissima varietà bresciana la cui spiccata acidità potrebbe rappresentare l’àncora di salvezza della Denominazione.

Va detto che la coltivazione di questo antico vitigno bresciano è particolarmente ostica. L’Erbamat è, infatti, un’uva delicata, dal grappolo compatto e la buccia sottile, ma dal carattere vivace, energico. Interessante per il suo profilo aromatico neutro, ma soprattutto per i tenori di acidità molto alti, (in particolare acido malico) e bassi livelli di pH. Potrebbe essere, quindi, il vitigno chiave in tempi in cui i primi effetti del surriscaldamento climatico cominciano a sentirsi ed è interessante il fatto che, oltre a conferire freschezza alle basi spumante, l’Erbamat è un’uva a maturazione molto tardiva, in grado di compensare gli effetti di vendemmie sempre più precoci e che possono quindi ripercuotersi sul processo di maturazione delle uve, così come sulle loro caratteristiche organolettiche al momento della raccolta. 

Controetichetta Barone Pizzini Tesi UNO
La controetichetta ci ricorda chiaramente la rigida certificazione biologica dell’azienda, ma ci fornisce anche diverse informazioni sul vino.

Il vero intento di Silvano, a onor del vero, è stato quello di volere recuperare un pezzo ampelografico della Franciacorta, preservando nei vini le caratteristiche per le quali questo spumante è così apprezzato e conosciuto dal mercato nazionale e internazionale. Un vitigno che ha cominciato a lavorare nel 2008 ma che, ammette, “ci ha fatto impazzire non poco, soprattutto perché sembra essere un’uva che non vuole mai maturare”. Una sorta d’enfant terrible, per intenderci. A Silvano va anche riconosciuto il merito di avere portato la Barone Pizzini a essere la prima cantina a produrre un Franciacorta biologico, nel 1998. Oggi, due terzi della Franciacorta sono in conversione Bio. Un visionario quindi e – perché no? – anche un po’ idealista, che ha festeggiato così un percorso di vent’anni costellato di premi e riconoscimenti e caratterizzato da molti progetti in ambito agronomico ed enologico. “La nostra ambizione è quella di trasformare la Franciacorta in un territorio con meno cemento e più vigne”, ha dichiarato e l’inedito Tesi Uno è solo uno degli ultimi risultati concreti di questo suo percorso. 

Tesi Uno

Bottiglia Barone Pizzini Tesi UNO60% Erbamat, 20% Pinot Nero, 20% Chardonnay
(fermentazione acciaio/barrique, base vendemmia 2012, 60 mesi sui lieviti, extra-brut
Bella la freschezza al naso, pulito, energico, dinamico e invitante. Note di thè verde, fiori di montagna, biancospino, resine, scorza di limone, poi una parte minerale salina che arricchisce la personalità del vino, infine spezie, zenzero e pepe bianco. Insomma, un’espressione senza dubbio elegante, nitida, gioiosa. Anche il sorso unisce fascino e briosità, tensione e dinamismo, tra i ritorni di note fresche, agrumate e saline, con la bollicina fine che rende il sorso croccante, dissetante. Sorprende, infine, il finale lungo, che invita al sorso successivo con le sue note fresche proprie di un’acidità ancora pulsante, scalpitante.
Voto: 91/100 

Silvano Brescianini
Il vulcanico Silvano Brescianini è l’anima della Barone Pizzini. A destra, invece, l’autrice di questo articolo ritratta nella cantina della realtà franciacortina.

Una gran bella sorpresa, dunque, che si farebbe addirittura doppia se fosse effettivamente confermato il prezzo estremamente aggressivo di circa 25 euro. L’unica nota ‘stonata’, se così si può dire, è che la produzione, almeno per questo primo tiraggio, è limitata a sole 6.000 bottiglie, delle quali 4.000 destinate al mercato e le altre alla ‘libreria’ di Barone Pizzini…

www.baronepizzini.it

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5 risposte a “Una ‘tesi’ da… bacio accademico”

  1. Caro Lupetti buongiorno. Ho tentato di scaricare la App Top Champagne da APP Store ma mi dice App non disponibile nel tuo paese o nella tua area geografica ( sono a Verona). Mi può indicare come posso risolvere? Grazie giampaolo.

  2. Sembra un vino molto interessante…sapete se per caso arriverà sugli scaffali delle enoteche fisiche e/o online o sarà destinato solo al circuito della ristorazione?
    Grazie,
    Giovanni

    ps. Alberto non tralasci la app, secondo me ha un potenziale enorme, potrebbe anche legarla con un codice univoco all’acquisto dell’ultima guida, comunque lentezza esasperante a parte sarebbe veramente un prodotto fantastico per gli appassionati, sia per guidarsi nella scelta in enoteca che al ristorante…

    • Buonasera Giovanni, il TESI UNO è stato prodotto in pochissime bottiglie e ora, capire a chi esattamente è stato venduto è impresa ardua. Se le interessa, la strada migliore è contattare l’azienda e chiedere di farsi spedire le bottiglie che le interessano….
      questo il numero: 030.9848311
      Saranno sicuramente felici di aiutarla.
      Grazie, Vania

    • Buongiorno Giovanni
      qualora fossi ancora interessato al Tesi 1, avvistato ieri al drink shop di Poncarale (BS)!
      Ciao
      Davide

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