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Degustazioni

Krug: è la volta della sorprendente Grande Cuvée 167!

Questa storia inizia nel 1843, quando Johann-Joseph Krug, immigrato tedesco, al termine di una lunga esperienza con Jacquesson, fonda a Reims la maison Krug & Cie. È il...
di Vania Valentini

Krug Grande Cuvée 167ème

Questa storia inizia nel 1843, quando Johann-Joseph Krug, immigrato tedesco, al termine di una lunga esperienza con Jacquesson, fonda a Reims la maison Krug & Cie. È il primo passo di una filosofia rivoluzionaria e di un mito, ma anche del suo agognato sogno: creare il migliore Champagne al mondo. Da allora, quell’idea di perfezione e raffinatezza che Joseph aveva in mente, prende forma ogni anno nella Grande Cuvée, nata per la prima volta nel 1845 e poi capace di far innamorare gli appassionati di tutto il mondo. Emblema della famosa arte dell’assemblaggio che rappresenta, in terra di Champagne, la chiave per la sopravvivenza di un vino che nasceva in una terra dal clima tanto ostico e severo, ma che nel tempo ne è divenuta la sua forza, la sua unicità. Ogni anno, la maison Krug, ispirata dalla visione del suo fondatore, onora proprio quest’arte, presentando al pubblico una nuova edizione della sua Grande Cuvée.

Eric Lebel e Julie Cavile
Lo chef de cave Eric Lebel e Julie Cavile, directrice de l’œnologie: sono loro oggi a custodire e perpetuare lo stile della maison insieme a Olivier Krug.

Quest’anno, ho avuto l’opportunità di entrare a fare parte di quel sogno, di quel progetto, partecipando, oltre all’assaggio della nuova Grande Cuvée 167ème Edition, all’anteprima del nuovo assemblaggio della Grande Cuvée 174ème Edition, che lascerà le cantine solo nel 2026. Un’esperienza unica e coinvolgente, illuminante, dove insieme a tutto il team Krug abbiamo avuto la possibilità di assaggiare e commentare alcuni di quei vini base che ne andranno a comporre il mosaico, in questo caso relativi all’annata 2018, oltre ai vins de réserve. Proprio in quei luoghi dove nulla è lasciato al caso e dove il sentimento, l’esperienza, la memoria, ma anche lo spirito visionario entrano in empatia tra di loro per creare quello che è diventato uno dei più grandi Champagne della storia.

Olivier Krug con la guida Grandi Champagne 2018
Il direttore della maison e, soprattutto, la sesta generazione della famiglia Olivier Krug.

La Grande Cuvée è il fiore all’occhiello di Krug, l’etichetta che sposa appieno la filosofia della maison. Ma è anche l’etichetta più importante quanto a volumi, rappresentando l’85% della produzione. Uno champagne che si distingue dagli altri in assemblaggio per la sua straordinaria complessità e le sue infinite sfaccettature, che hanno origine proprio in questa sapiente fusione di elementi che può arrivare a includere, in una sola bottiglia, tra i 120 e i quasi 200 diversi vini base. Da sei a dieci annate diverse, coinvolgendo tutti e tre i vitigni – Pinot Noir, Chardonnay, Meunier -, oltre a un impiego importante dei vin de reserve, tra il 30% e il 50%, fondamentali per apportare tutte quelle componenti necessarie a ridimensionare il carattere dell’annata base. Infine, non meno di altri sei anni in cantina prima dell’immissione in commercio, a suggellare un percorso lungo quasi 10 anni e che convoglia villaggi, vigneti, annate diverse e circa 4.000 annotazioni da parte dello staff tecnico di Krug, tutte meticolosamente catalogate e archiviate. Dietro a tutto questo vi è, oltre alla sesta generazione della famiglia (Olivier Krug) e allo chef de cave Eric Label, la bravissima Julie Cavil, sua erede designata ed entrata a far parte di Krug nel 2006, per non parlare del team di enologi e degustatori che ho avuto modo di conoscere e che mi ha impressionato per entusiasmo ed età (alcuni sono giovanissimi). I lavori iniziano a novembre e procedono fino alla fine di marzo con circa 250 assaggi dei vini dell’ultima annata e 150 dei vins de réserve. Una selezione basata sul sentimento e sull’esperienza, dove la memoria del palato dei membri più anziani è preziosa tanto quanto il gusto e le sensazioni dei più giovani. Tutti con un unico obiettivo comune: creare una Grande Cuvée che porti in sé un’inimitabile combinazione di cremosità, ampiezza, profondità, sfumature e raffinatezza, dallo stile immediatamente riconoscibile, a prescindere dall’edizione. Per ogni parcella gli assaggi sono ripetuti e di ognuno ne vengono trascritte le sensazioni, dopodiché verrà compilata la scheda analitica che andrà ad integrarsi con l’archivio delle precedenti, il tutto registrato su un apposito software capace incrociare i dati e aprire nuovi orizzonti per l’assemblaggio della Grande Cuvée. Tuttavia, al termine di questo percorso lungo e meticoloso, saranno solo l’intuito e il talento di Eric Label a dare vita al processo che porterà all’assemblaggio definitivo. 

Assemblaggi Krug
Nel corso della degustazione abbiamo anche scoperto l’assemblaggio definitivo di quella che sarà la Grande Cuvée 174ème Edition (base 2018, 143 vini di 10 diverse annate), che vedrà la luce solo nel… 2026.

Sono stata partecipe di una sessione di assaggio di questi vini ed è sempre sorprendente cogliere le diverse sfumature tra villaggio e villaggio, annata e annata, a prescindere dalla varietà. Una palette di colori, sensazioni e sfumature che ho avuto modo di attraversare anche musicalmente, in sala, dove il team, prima di introdurre i partecipanti alla degustazione, ha sapientemente abbinato una melodia a ogni villaggio. Sonorità gravi e profonde per il Pinot Noir di Ambonnay, più leggiadre e a tratti squillanti per lo Chardonnay del Clos de Mesnil, incisive e scure per il Pinot Noir di Verzenay e, infine, gioiose e accoglienti per il Meunier di Sainte-Gemme. Un legame naturale con la musica, quello di Krug, dove la Grande Cuvée diventa una sinfonia in cui un grande direttore d’orchestra, lo chef de cave, ha l’abilità di coordinare decine di solisti: il risultato sarà un’esecuzione musicale esclusiva, unica.

La maison Krug è notoriamente meticolosa nel conservare la collezione di vini delle varie annate (in piccole cuve di acciaio), estremamente diversi tra di loro ma, allo stesso tempo, caratterizzati dalle diverse personalità individuali di chi li produce. “Non siamo interessati al Pinot Noir, allo Chardonnay o al Meunier – afferma Olivier Krugsiamo invece interessati ai vini di Aÿ o di Ambonnay coltivati dai nostri conferitori, che conosciamo personalmente, che chiamiamo per nome e con i quali abbiamo un rapporto consolidato, quasi fraterno”. In proposito, ho ancora vivo il ricordo una piccola visita a sorpresa presso uno di loro insieme a Olivier, conclusasi a risate, calici di champagne e Biscuits Roses de Reims

Controetichetta Krug
Come di consueto, grazie al Krug iD è possibile sapere tutto della relativa Grande Cuvée.

In passato, Krug era notoriamente reticente nello svelare le annate presenti in ciascuna Grande Cuvée, preferendo considerare questa come un’esperienza a sé, senza legami con gli umori della vendemmia. Dal 2012 la maison ha stravolto la sua politica, sorprendendo il pubblico con la rivelazione di tutti i dettagli: oggi ogni bottiglia è etichettata con un codice a sei cifre, l’ormai famoso ‘Krug ID’, che l’appassionato può inserire nel sito della maison o nell’app mobile omonima per scoprirne tutte le informazioni. Sono così svelate la composizione varietale, le annate più vecchie fino alla più giovane, la data di dégorgement, oltre a suggerire abbinamenti e persino accoppiamenti musicali, settore che la maison sta esplorando con sempre più entusiasmo. È utile sapere che le prime tre cifre del ‘Krug ID’ si riferiscono al dégorgement: la prima è il trimestre di riferimento, mentre la seconda e la terza indicano l’anno. Se il numero inizia con 317, significa che il vino è stato degorgiato nel terzo trimestre del 2017. Dal momento che ci sono più dégorgement per ogni cuvée, esiste più di un ‘Krug ID’ per ogni vino. Dal 1846, invece, ogni uscita ha come riferimento un numero di edizione, in pratica il numero dell’assemblaggio dalla nascita della Cuvée N°1: l’attuale versione 2011, ad esempio, è la 167° edizione, ora indicata in etichetta.

Altra peculiarità di Krug è la grande passione per il Meunier ed è fra le pochissime a utilizzarlo negli storici champagne di riferimento, cosa che solitamente la maggior parte degli altri non fa. Presente nella Grande Cuvée 167ème per il 17%, ma nel 2002 e nel 2007 ha raggiunto addirittura il 31%, è un vitigno che, durante l’assaggio dei vins de réserve, ci ha sorpreso per energia e intensità. Ho così chiesto ad Eric Label se sarà mai possibile, in futuro, vedere un Krug dedicato solo ed esclusivamente a questo vitigno. È molto difficile, dato che le altre due cuvée monovitigno hanno genesi da un Clos, ma la sua esclamazione, con un sorriso e dopo qualche minuto di riflessione, è stata: “I have a dream!”. Mai dire mai?

Ma torniamo all’assemblaggio. A proposito di questo, è noto quanto Olivier Krug non ami che gli si chieda se l’annata preponderante, ossia l’ultima, possa in qualche modo caratterizzare la personalità della Grande Cuvée. Dopo questa incredibile esperienza alla maison Krug, insieme a lui, Eric Label, Julie Cavil, il team di tutti gli enologi, ho colto il grandissimo sforzo che si cela dietro ai sorrisi di questo affiatato team e mi sono convinta, infine, che ha davvero ragione Olivier: l’annata, in questo Krug, viene deliberatamente soppressa, mascherata, minimizzata, piegata allo stile della maison. La Grande Cuvée è la quintessenza dello Champagne, dell’arte dell’assemblaggio perpetuata nei secoli, proprio per questo può essere simile solo a se stessa e unica, di volta in volta, slegata da ogni condizionamento delle vendemmie, delle parcelle e dei vitigni presenti nell’assemblaggio. Un vino che origina una personalità tutta nuova, unica e vivrà un suo percorso identitario, esclusivo e irripetibile. È anche per questo che, di fronte all’ennesima, nuova edizione della Grande Cuvée, ogni aspettativa, positiva o negativa che sia, viene puntualmente disattesa. Prova ne è stato l’assaggio dell’edizione numero 167, virtualmente legata, di base, alla vendemmia 2011. Annata difficile, da molti non prodotta, tuttavia il sorso ci ha stupito per energia e propulsione. Sono tornata diverse volte sul calice perché volevo esserne sicura, ma alla fine ho dovuto concludere che, a mio avviso, questa è la migliore delle ultime Grande Cuvée prodotte.

Krug Grande Cuvée 167ème

Grande Cuvée 167ème

47% Pinot Noir, 36% Chardonnay, 17% Meunier
(191 vini di 13 annate tra il 2011 e il 1995, 42% di vins de réserve, dégorgement I trim. 2018, dosage 4-5 g/l*)
iD 118008 – Segnato da una folgorante precisione olfattiva, propone immediatamente note di agrume scuro, moka e torrefazione, appena sussurrate, anticipando senza indugio una nuova edizione di Krug perfettamente in linea con lo stile tanto amato dagli appassionati. L’attesa lascia lo spazio poi a una flessuosa mineralità iodata, a un giardino di agrumi e fiori bianchi, al bergamotto, poi alle spezie, alla roccia di mare e alla pasticceria, con l’evoluzione emerge pure una nota balsamica. Un naso nitido, puro e vibrante, ma anche solido, profondo, dritto e intriso di luminose sfaccettature e chiaroscuri. Il sorso si accende immediatamente al suo ingresso al palato, è ampio, dirompente, vivo e luminoso a sostenere una matrice densa, salina, a tratti granitica. Il tutto, ovviamente, ancora sotteso, contenuto, ma preludio di un’edizione che scrive un’altra importante pagina nella storia di Krug. Dotato di una magnifica persistenza, infine, avvolge il palato con la sua insita cremosità e una carbonica fine e penetrante. Sensazionale l’allungo. Un Krug quintessenziale nello stile, insomma, che evolverà magnificamente. E che rivedremo ancora meglio in Grandi Champagne 2020-21
Voto: 96/100

*= non dichiarato ufficialmente

Degustazione Krug
La nuova Grande Cuvée 167ème Edition è stata accompagnata in verticale dalla 165ème e dalla 163ème.

Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moet-Hennessy Italia – tel. 02/671411 – www.moethennessy.it

Suggerimenti a tema:

10 risposte a “Krug: è la volta della sorprendente Grande Cuvée 167!”

  1. Interessantissimo articolo, molto dettagliato e completo, complimenti! Trovavo già la 166a edizione una delle migliori mai assaggiate, e quindi questa 167 sarebbe ancora meglio! Spero di avere presto l’occasione di provarla! Leggo sotto la foto che la 167a è stata accompagnata in verticale dalla 165a e dalla 163a edizione. Sarebbe interessantissimo un articolo su questa verticale, con relative note di degustazione!

    • Grazie Filippo!
      Hai assolutamente ragione, appena mi è possibile dedicherò un articolo a una verticale KRUG delle ultime edizioni. Spero presto.
      Un caro saluto,
      Vania

  2. Essendo musicista mi interesserebbe anche veramente moltissimo sapere quali sono le musiche che in casa Krug associano ai vari crus. Sarebbe possibile avere informazioni al riguardo? Grazie mille in anticipo…

    • Allego qui link del sito Krug dove vi sono i diversi artisti che hanno collaborato alla Krug Experience: https://www.krug.com/it/krug-lovers/music-experience
      Io ricordo una degustazione con Olivier Krug dove , con tre diversi vini della Maison, ci fece ascoltare Pavarotti, Verdi e infine Bach. Ho i video di quell’esperienza, sono molto belli, chiederò ad Alberto se vi è la possibilità di pubblicarli qui nel sito.
      Grazie, Vania

  3. Buongiorno
    Volevo chiedere un informazione…
    Mi è stato regalato krug gran cuve’ etichetta fiorellini, cosa cambia dalla gran cuve etichetta normale ?
    Che anno è Krug etichetta fiorellini?
    Grazie

    • Ops… fiorellini? Semmai foglie d’acero, giusto? Si tratta, in tal caso, delle Grande Cuvée vendute tra il 2004 e il 2011.

  4. Buongiorno
    Anch’io ho potuto bere di recente in foglioline…l’ho trovato straordinario…mi piacerebbe avere qualche informazione su questa bottiglia grazie

  5. Ciao cara, rispolvero l’interessante articolo sulla 167. Acquistata oggi (ammesso che non sia già troppo tardi) quanto tempo è intelligente tenerla in cantina per aiutarne l’evoluzione? Grazie mille

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