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Verticale

2008-1947: un epico viaggio nel tempo! Grazie allo champagne…

Ogni volta che varchiamo la soglia del tempo con i vini di Champagne, si ha la netta sensazione di entrare in un’altra dimensione. I profumi sono, nelle interpretazioni...
di Alberto Lupetti

Bottiglie della verticale

Ogni volta che varchiamo la soglia del tempo con i vini di Champagne, si ha la netta sensazione di entrare in un’altra dimensione. I profumi sono, nelle interpretazioni più sincere e virtuose, capaci di accendere ricordi, immagini ed emozioni a volte così potenti da togliere il fiato. Credo che pochi altri vini al mondo possano vantare un’evoluzione così imprevedibile, spiazzante, come quella a cui può arrivare un grande Champagne il cui fascino, d’altronde, non ha mai conosciuto battute d’arresto. Un vino che non è mai uguale a sé stesso, che cambia continuamente, da bottiglia a bottiglia, di minuto in minuto, senza nessuna apparente ragione, e in grado di raggiungere picchi di espressività indescrivibili. L’occasione, stavolta, è stata una verticale unica nel suo genere: oltre mezzo secolo di storia della Champagne raccontato in nove sorsi di due diverse famiglie di vigneron, accomunate dalla passione per la terra e le sue tradizioni, consuetudini che si sono consolidate con esperienze sul campo formando un patrimonio prezioso da conservare. Ogni annata di questa verticale è divenuta un racconto a sé, dando origine, come per magia – perché il vino è magia – a una densa trama identitaria che ha preso forma in queste bottiglie, trovando forza e sedimentando sempre più le sue radici nel tempo, nei luoghi d’origine e ridando vita a momenti, immagini ed emozioni del nostro passato che avevamo ormai dimenticato.

Non è chiaro, almeno a chi scrive, come un vino nato in una terra dalle condizioni difficili, quasi impossibili, abbia questa misteriosa capacità di trasportarci in un viaggio nel tempo di tale intensità. La degustazione, tenutasi a Milano, mi ha regalato uno dei momenti più esaltanti della mia recente memoria gustativa. Un’esperienza sensoriale difficile da dimenticare, sia per l’abilità di Valentina Vignali e Matteo Pessina nel riportarci a ritroso nel tempo con musiche che hanno segnato periodi storici importanti e della nostra vita, sia per gli Champagne, veri e propri capolavori. Un vino che, per osmosi, si è fatto veicolo di territorio, in grado di attraversare boschi, ruscelli, fiumi, mari e rocce, ma anche storie, eventi, umori, capace di catturare, animandoli, i nostri sensi. Si è così rivelata, ancora una volta, l’anima più vera e profonda della Champagne, qui fusa nell’insolenza del tempo che passa ma che, in fondo, non se n’è mai andato.

Serata della verticale
Valentina Vignali ha molto acutamente battezzato questa verticale, fermamente voluta per sottolineare l’eccellenza di questi due vigneron a lei tanto vicini, ‘Il était une fois…”, c’era una volta… Non poteva scegliere nome migliore!

Il vino. Che emozione!

La splendida verticale, dal 2008 fino al 1947 (!), ha visto in campo due piccoli vigneron, molto diversi tra loro, ma con la passione e il grande savoir-faire a fare da fil rouge che li accomuna. Entrambi sono importati in esclusiva da Valentina Vignali, che con la sua realtà battezzata molto acutamente LeCru75 sta raccogliendo sempre più successi non solo con lo Champagne, ma anche con le più importanti AOC, oltre che con un Franciacorta che la vede coinvolta in prima persona. Dei due produttori traccio una presentazione molto sintetica, rimandando alla guida Grandi Champagne per maggiori dettagli…

foto storica
La Champagne, provata dalla guerra, si trova a vivere una vendemmia eccezionale: è il 1947 e la famiglia Dhondt l’ha immortalata in una foto ricordo. Neanche vent’anni più tardi, nel centro di Oger, Nelly ha creato Champagne de la Renaissance.

Champagne de la Renaissance

La Renaissance è una piccola maison fondata nel 1974 da Nelly Dhondt a Oger, suo villaggio natale nel cuore della Côte des Blancs. Oggi al timone dell’azienda di famiglia troviamo il figlio Michel, entrato in azienda a soli 17 anni e che ha da subito affiancato la madre in tutte le attività, di cantina così come in vigna, dove ha introdotto nuove pratiche in continuità con la viticoltura sostenibile, propendendo per una conduzione quanto più naturale dei vigneti e puntando a una vinificazione semplice, quasi minimalista, con il legno attentamente dosato.

Champagne Collard-Chardelle

Piccola realtà creata da Daniel Collard e sua moglie Françoise, guarda caso, nel 1974 a Villers-sous-Châtillon (Vallée de la Marne). Daniel rappresenta la quarta generazione di un’importante famiglia di vigneron, soprattutto è figlio dell’indimenticato René, il più grande interprete del Meunier, scomparso nel 2009, ed è il papà di Oliver (Collard-Picard). Ha perseguito, dopo la morte del padre, un approccio e una filosofia molto personali, costruendosi il proprio stile senza inseguire necessariamente quanto fatto dal padre. Tutto questo oggi trova conferma nelle sue bottiglie che, nel tempo, risultano essere veri e propri capolavori.

La verticale

champagne 2008

2008 La Renaissance

100% Chardonnay
(Le-Mesnil e Oger, acciaio, dosaggio 4 g/l)
Musica abbinata: Viva la Vida, Coldplay

Annata: inverno mite seguito da primavera fresca. Inizio giugno piovoso, poi clima fresco e nuvoloso, con maturazione ritardata. Settembre caldo di giorno, fresco di notte (anche meno di 4°C, mantenendo così l’elevata acidità). Vendemmia in condizioni ideali e con ottime uve. Inizio vendemmia 15 settembre.

È la prima cuvée di Michel Bernard, che a soli 18 anni produce il suo millesimato dai vigneti di proprietà di Oger e Le-Mesnil.

Naso ampio, naturale, dal ricamo floreale, che propone inizialmente ricordi di gelsomini, fresie, tiglio appena sbocciato. Si fa poi espressivo, ad anticipare un disegno cromatico più intenso, ricco, dai ricordi di frutta gialla estiva insieme a freschezze di burro d’Isigny, iodio e, con l’evoluzione, cioccolato bianco, sale. Un sale che ritrovi anche al palato, in un sorso denso, seppur freschissimo e flessuoso, slanciato, fine e croccante, accompagnato da una carbonica puntiforme e da un finale puro e iodato. Darà grandissime soddisfazioni.
Voto: 93/100

champagne 2002

2002 Collard-Chardelle

20% Pinot Noir, 80% Chardonnay
(botte da 70 hl, niente malolattica, tiraggio bouchon liège e degorgement manuale, dosaggio 5 g/l)
Musica abbinata: Don’t know why, Nora Jones

Annata: mediamente calda e asciutta. Da agosto fino ai primi giorni di settembre alternanza di caldo e temporali, poi bellissime giornate che hanno portato alla vendemmia di metà mese. Inizio vendemmia 14 settembre.

È del 2002 la cuvée più prestigiosa prodotta da Collard-Chardelle, che ha selezionato le migliori uve dei vigneti più vecchi di Cumières, Damery e Le Mesnil.

Tono evolutivo sofisticato sotto il quale emergono, in crescendo, intense note burrose, di limoni di Capri, il narciso, la camomilla, infine la pietra spaccata, pure la grafite. Lo sviluppo in bocca è subito denso, ricco, sassoso, avvolgente al palato anche se meno dinamico e risoluto nell’allungo. Tuttavia, ampio e saporito di arancia e sale. Il finale è vibrante, asciutto e dalle sensazioni rocciose, levigate. Convince, infine, in chiusura, con i suoi ricordi di yuzu e cioccolato. Incredibile l’assaggio anche dopo un’ora, il rapporto con l’aria fa emergere tutto il suo potenziale evolutivo…
Voto: 92/100

champagne 1996

1996 La Renaissance

100% Chardonnay
(Oger, acciaio, dégorgement à la volée 3/06/2019)
Musica abbinata: Wannabe, Spice Girls

Annata: inverno freddo, con temperature che hanno raggiunto i -15°C, ma che non hanno danneggiato le piante. Primavera asciutta e soleggiata. Maggio grigio e molto freddo, con gelate in alcuni vigenti, mentre luglio particolarmente secco ha portato le vigne al limite della sofferenza. Le piogge di metà agosto e le successive temperature ideali hanno condotto alla vendemmia in condizioni eccellenti con giornate asciutte e soleggiate. Inizio vendemmia 16 settembre.

Nelly Dhondt ricorda quella del 1996 come una grande annata, in anni che furono di evoluzione per Heléne e Michel, che, crescendo, si appassionavano sempre più alla maison di famiglia.

Naso folgorante, luminoso, sfaccettato. Immediata la polvere da sparo, poi attacca con un’intermittente mineralità che parte con l’idrocarburo per poi passare al sottobosco, alla conchiglia spaccata, all’alga marina, allo iodio, al muschio bianco, alla felce, alla rugiada, al fungo, al glicine, allo zenzero candito, finanche al tabacco, nel finale. Affascinante, quasi misterioso, conquista la bocca con una bellissima tensione sapida, e un’insolita acidità sontuosa, a dispetto dell’annata che la vorrebbe, invece, impetuosa. Profondo, ampio e appagante, dotato di un’impressionante persistenza gustativa che lascia trasparire il ricamo gessoso ma anche boschivo della sua terra.
Voto: 93/100

champagne 1989

1989 La Renaissance

100% Chardonnay
(Oger, acciaio, dosaggio non dichiarato e ipotizzabile sui 9 g/l)
Musica abbinata: It’s only love, Simply Red

Annata: calda e soleggiata. Dopo un germogliamento anticipato per precocità, i vigneti di buona parte della Champagne sono stati colpiti dal freddo. Il culmine è stato il 27 di aprile con una bruttissima gelata. A seguire è arrivato un clima quasi estivo ma fresco e, a metà giugno, è definitivamente esploso il caldo, mantenendosi ininterrottamente fino alla vendemmia. Inizio vendemmia 4 settembre.

Una grande annata dopo diverse vendemmie disastrose a causa di un clima particolarmente avverso: è in questi anni che la Nelly acquista le vigne, ingrandendosi, non solo a Oger e Chouilly, ma anche negli altri Grand Cru di Avize e Le-Mesnil.

Si propone come uno Champagne dalla personalità gratificante, appagante. Un naso che propone profumi di matrice terziaria come il caramello, la crema pasticcera, il cacao, l’anice stellato, l’eucalipto. Poi cambia di nuovo: erbe aromatiche, il mirto, infine la temperatura ne alimenta le sfumature facendo emergere note più scure di fungo porcino, grafite, incenso. Sorso di grandissima compostezza ed equilibrio, avvolgente e propulsivo nel rilanciare l’acidità di succo di agrume. È ampio, generoso e sfaccettato, impreziosito da una bollicina puntiforme e da una smagliante purezza sapida di acqua di mare nel finale.
Voto: 92/100

champagne 1985

1985 Collard-Chardelle

20% Pinot Noir, 50% Chardonnay, 30 Meunier
(botte da 70 hl, niente malolattica, dosaggio 8 g/l)
Musica abbinata: We are the world, USA for Africa

Annata: in gennaio e febbraio il termometro era sceso ben al di sotto di -20°C, causando danni in gran parte irreparabili. In primavera il gelo ha imperversato colpendo i giovani germogli. La situazione è migliorata solo all’inizio dell’estate. La fioritura della vite si è svolta rapidamente e i grappoli risorti dal freddo si sono sviluppati immediatamente. Agosto piuttosto fresco, ma le uve non ne hanno sofferto. Tempo magnifico in settembre (con 62 ore di sole in più rispetto alla media) ed in ottobre (70 ore in più). Inizio vendemmia 30 settembre.

Nella primavera del 1985, la Collard-Chardelle ha dovuto ripiantare più di 10.000 barbatellle a causa delle temperature molto rigide dell’inverno, che hanno portato al congelamento di molte piante.

Splendida la definizione dei profumi, caldi, appassionanti: la caramella d’orzo, il miele di acacia, le note fungine, gli agrumi canditi, infine la pesca e albicocca disidratata. Si legge la grande concentrazione delle uve dell’annata, anche nel sorso, che è saporito, denso, goloso e avvolgente, dalla trama rotonda ma resa pulsante e viva dall’acidità, qui ancora sferzante, e da una verticalità mai prorompente, ma precisa, misurata. Chiude sfumato e ampio, capace di abbracciare sensazioni orientali (zafferano), calde e inebrianti.
Voto: 92/100

champagne 1976

1976 René Collard

100% Meunier
(botte grande, niente malolattica, dosaggio non dichiarato, ipotizzabile sui 12 g/l)
Musica abbinata: Shine on you crazy diamond, Pink Floyd

Annata: notevole. L’estate estremamente calda ha provocato un inizio di essicazione nei vigneti. La vendemmia molto precoce, iniziò il 1 settembre, cioè soltanto 84 giorni dopo la fioritura, segno di un anno fin troppo asciutto. Le uve raccolte presentavano uno stato sanitario perfetto con un’eccellente maturità.

Grande annata quella del 1976, che permise a René Collard di produrre un millesimato teso e veramente speciale. Sono questi gli anni in cui Daniel si affranca sempre più degli insegnamenti paterni in fatto di produzione e del lavoro in cantina: quello che all’inizio appare un atto di coraggio, si rivela oggi una produzione apprezzata e rinomata.

Naso impressionante per intensità ed evoluzione: zolfo, ozono, scoglio, toni luminosi e rinfrescanti di bergamotto poi il contatto con l’aria lo sgrana lasciando spazio a sontuose note boschive quali funghi champignon, marron glacé, foglie secche, muschio e corteccia. Diviene, infine, mentolato, balsamico, per poi conquistarti definitivamente con le sue note di dattero, albicocca disidratata, foglia di fico. In bocca non cambia registro: è freschissimo ma anche profondo, avvolgente, viscerale, ampio, prorompente e succoso di agrume, dolce di cioccolato bianco e saporito di granelli di sale. Grande coraggio interpretativo e incredibile espressione di un Meunier che non lascia spazio a chi ancora avesse dubbi sulla capacità evolutiva di questo vitigno.
Voto: 94/100

champagne 1973

1973 René Collard

100% Meunier
(botte grande, niente malolattica, dosaggio non dichiarato, ipotizzabile sugli 8 g/l)
Musica abbinata: Il mio canto libero, Lucio Battisti

Annata: l’uscita dei germogli è stata piuttosto bella, a maggio non ci sono state gelate mattutine e giugno ha avuto un tempo favorevole. Poi è arrivato il grande caldo di agosto e di inizio settembre che ha dato luogo ad alcuni incidenti, con uve ‘grigliate’ che iniziavano a seccarsi. I vigneti in generale, però, hanno sopportato queste condizioni eccessive. A metà settembre è arrivata finalmente la pioggia, brutale e abbondate. Inizio vendemmia 28 settembre.

Il 1973 è il primo champagne di Daniel e Françoise, proprio nell’anno in cui nasce Olivier. Ed è un millesimo eccezionale, ça va sans dire.

Impressionante interpretazione anche per questa annata, che parte con il ‘solito’ approccio complesso, evolutivo in cui prevalgono le note pietrose e iodate adagiate su sentori più caldi di scorza di agrumi canditi, fiori gialli, la zagara, la gerbera, la calla. Si accendono inaspettate sensazioni di eucalipto, muschio bianco, ancora resine di pino, susina sotto spirito e conchiglia spaccata. Capolavoro anche in bocca, dove spiazza nella sua espressione più leggiadra e in grado di donare un sorso di ampio respiro, ampio e trasversale, ma anche avvolgente, spesso, levigato, dotato di un’impressionante persistenza salina e segnato da un agrume succosissimo che lascia, in chiusura, affascinanti note di distillato, quasi torbate.
Voto: 95/100

1986 Collard-Chardelle

20% Pinot Noir, 50% Chardonnay, 30 Meunier
(botte da 70 hl, niente malolattica, dosaggio 8 g/l: questa bottiglie ha sostituito la René Collard 1969 che non in forma tale da poter essere servita in degustazione)
Musica abbinata: Come together, Beatles

Annata: grandine in agosto, in linea generale contraddistinta da un clima estivo ma piovoso. Inizio vendemmia 28 settembre

Naso che spiazza immediatamente con piacevolissime e luminose note di bergamotto, poi, di nuovo, l’ozono, la roccia bagnata e i profumi più misteriosi, boschivi, infine sensuali del vetiver, la malva, la menta, il cacao e, ancora, le resine. La bocca è disegnata da una mano virtuosa, di bellissima quadratura per finezza della carbonica e articolazione, dallo sviluppo compatto, agrumato, stratificato, profondo e ampio. Ci lascia con avvincenti sensazioni di ciliegia sotto spirito e cacao.
Voto: 93/100

champagne 1947
La bottiglia più vecchia, un raro (all’epoca non erano così popolari…) blanc de blancs del 1947, è stato degorgiato ‘à la volée’ da Michel Bernard, il figlio di Nelly oggi alla guida di Champagne de la Renaissance.

1947 La Renaissance

100% Chardonnay
(Oger, vinificato dalla cooperativa del villaggio e poi ritrovato causalmente nelle cantine de La Renaissance, dégorgement à la volée 3/06/2019, quindi… 72 anni sui lieviti!!!)
Musica abbinata: La vie en rose, Edith Piaf

Annata: è stato uno degli anni più caldi del XX secolo e si inscrive in un ciclo d’annate molto secche quali 1945, 1946 e 1949. Raramente il cielo si è fatto più favorevole. Dall’inizio di aprile alla fine di ottobre la Champagne non ha conosciuto che caldo, particolarmente elevato a partire dai primi giorni di giugno. La vendemmia, perfetta sotto ogni punto di vista, è iniziata il giorno 5 settembre ed è stata la più precoce fino dal 1893.

Negli anni ‘20 del Novecento, due famiglie, una belga e l’altra spagnola, si trasferiscono a Oger, piccolo villaggio della regione francese della Champagne, dove iniziano l’attività di taglialegna. È qui che nasce Elisabeth, che incontrerà successivamente l’agricoltore Florent Dhondt. Dalla loro unione nascerà nel 1953 la figlia Nelly. Elisabeth e Florent acquistano pochi ettari di terra a Oger e iniziano a coltivare la vite, conferendo le uve alla cooperativa di Oger. È di questo periodo la sorprendente bottiglia ritrovata nella cave di famiglia, millesimo 1947: annata speciale per la vigna e per i raccolti, come attestano i documenti. Bottiglia di grande valore sentimentale per la famiglia Dhondt, essendo questo il periodo della fine della guerra, del primo boom economico e del matrimonio tra Elisabeh e Florent.

Difficile descrivere un vino di questo calibro. Uno champagne che, anche dopo ben 72 anni sui lieviti, ci ha lasciato tutti allibiti per espressività, intensità, profondità e vivacità delle sensazioni. Un naso monumentale nelle sue nitide sensazioni di macchia mediterranea, fava di cacao, fico, anice stellata, spezie, legni pregiati, albicocca, roccia di mare e che, con l’attesa, si è aperto sempre più prepotentemente verso note idrocarburiche da vecchio Riesling della Mosella. Poi felce, albicocca, tabacco, sale, in un sorso capace di possedere succo ed energia senza pari, sconvolgente sia nell’allungo che nella sua persistenza, dai ricami orientali e pregiati. Maestoso. Qui il tempo si è fatto energia, acquistando pienezza, sinuosità, ritmo, in un qualcosa che si muove, sempre, fervido e propulsivo.
Voto: 98/100

Bicchiere con champagne
Solo lo champagne è in grado di far viaggiare nel tempo vivendo emozioni irripetibili…

Non mi resta che ringraziare Valentina Vignali questa splendida opportunità!

(ha collaborato alle degustazioni Thomas Rossi)

LeCru75 – tel. 349/2584656 – www.lecru75.com

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