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Cuvée de Prestige

La Grande Cuvée di Krug e il suo punto di svolta

Se Jospeh Krug ha fondato la maison omonima e ha delineato i tratti stilistici degli champagne Krug, beh, chi l’ha fatta veramente grande e, soprattutto, ha creato gli...
di Alberto Lupetti

Recensione Krug Grande Cuvée 163ème

Se Jospeh Krug ha fondato la maison omonima e ha delineato i tratti stilistici degli champagne Krug, beh, chi l’ha fatta veramente grande e, soprattutto, ha creato gli antenati degli champagne odierni è stato suo figlio Paul. Fu lui ad acquistare il terreno di rue Coquebert dove ha sede Krug oggi e fu lui a creare la Private Cuvée, poi evoluta in Grande Cuvée da suo pronipote Henri nel 1971 (lanciata nel 1978). Già, la Grande Cuvée, ancora lei…

Di questo champagne sapete che ho scritto e riscritto su questo sito, sapete che ne ho lodato le vecchie Edition, quelle vendute fino ai primi anni Duemila e, in questo, ho portato avanti una discussione infinita con Olivier Krug, con il sottoscritto a tessere le lodi delle vecchie Grande Cuvée e lamentare un cambio di Krug, e il Directeur de la Maison a controbattere che Krug è effettivamente cambiata, ma in meglio, e che la stessa Grande Cuvée è migliorata, basta solo avere un minimo di pazienza. Molto giustamente, Olivier sottolinea come lo champagne più importante di Krug, sebbene sia tuttora fatto nel più rigoroso rispetto della tradizione, è ora molto più sofisticato nell’assemblaggio (più vini di più annate) e più razionale (almeno 6 anni sui lieviti più un altro anno post dégorgement). E l’eventuale differenza nei confronti di Grande Cuvée del passato assaggiate oggi è fuorviante per Olivier perché è convinto che le attuali Edition riassaggiate tra qualche anno daranno esattamente quelle sensazioni. Avevo i miei dubbi, ma ora sono pronto a cospargermi il capo di cenere: diavolo d’un Olivier!

Paul Krug
Paul Krug, l’unico figlio di Joseph. È lui ad aver di fatto gettato le basi della odierna Krug e ad aver definitivamente fissato lo stile dell’attuale Grande Cuvée in quella che fu la Private Cuvée. A proposito, un altro Paul era il nonno di Olivier e un altro Paul è il figlio di Olivier: chissà…

Non credo di aver masi assaggiato (e bevuto… già!) tante Grande Cuvée come negli ultimi due anni. Da quelle con l’etichetta oro/bordeaux alle cosiddette ‘foglie d’acero’, da quelle pre-Edition alle ultimissime e l’ho fatto nelle più svariate occasioni, comprese alcune degustazioni presso la maison con lo stesso Olivier. E mi sono finalmente fatto un’idea, anzi più idee.

Olivier Krug
Olivier Krug durante la nostra ultima degustazione, a giugno di quest’anno. Oltre le anteprime, abbiamo avuto la fortuna di fare una vera retrospettiva sulla Grande Cuvée.

Primo: ha ragione Olivier. Ci mancherebbe, direte voi, ma non era così scontato.

Secondo: c’è voluto del tempo per arrivare a tanto e il cambio da Henri Krug a Eric Lebel ha richiesto alcuni anni di messa a punto.

Terzo: lo stile Krug è sempre perfettamente racchiuso in bottiglia, ma l’annata base… ops, la più giovane, maggioritaria, si percepisce. Quindi la Grande Cuvée è senza dubbio quel piacere ricreato anno dopo anno come voleva Joseph, ma questo piacere trovo sia più legato al celebre stile più che alla costanza del vino in sé.

Quarto: come i grandi vini, la Grande Cuvée vive delle fasi durante il suo invecchiamento, quindi è normale trovare un’Edition oggi stupefacente e successivamente sorprendersi di fronte alla stessa meno convincente. Tranquilli, il tempo, man mano, rimetterà tutto a posto.

Quinto: di Grande Cuvée oggi se ne fa parecchia di più, inutile negarlo. Questo può portare a delle piccole variazioni, a parità di Edition, da bottiglia a bottiglia, ma è questa una cosa comune a tutti gli champagne.

Bene, a questo punto, torniamo sul secondo punto, a mio avviso fondamentale: il cambio generazionale in cantina. Va bene quanto detto da Olivier, ma il passaggio tra un mito del calibro di Henri e uno chef de cave comunque di eccezionale abilità come Eric Lebel ha lasciato un segno che solo il tempo ha permesso di riassorbire. Quindi, le ultime Grande Cuvée hanno (finalmente!) ben poco da far rimpiangere nei confronti delle vecchie, nonostante alcune di queste abbiano indotto un po’ di smarrimento nei più grandi appassionati di Krug. Soprattutto quelle tirate nei primi anni Duemila, con alcune (161ème su tutte) decisamente spiazzanti. Però, credo che il punto di svolta, quello che ha riportato una volta per tutte a Grande Cuvée d’eccezione, in grado di far ritrovare quello spirito Krug che si credeva smarrito, coincida con l’annata 2008, quando Eric Lebel, con l’avallo di Olivier Krug quale garante dello stile di famiglia, ha assemblato la Grande Cuvée 163ème Edition, quindi quella con i vini più giovani (e preponderanti nell’assemblaggio) della vendemmia 2007. Sappiamo che la 2007 è stata un’annata particolare, con vendemmia ad agosto ma elevata acidità, piuttosto sottostimata dalla maggior parte degli champenois, e, a proposito di questa, Eric Lebel ricorda: “la 2007 è un’annata che è sfuggita a tutte le previsioni, con condizioni meteorologiche tali da spingerci a riconsiderare tutte le nostre certezze. Abbiamo dovuto impegnarci, per guardare con occhi diversi le specifiche proprietà di ogni singolo vigneto. Il primo raccolto ha rivelato grappoli con aromi vigorosi e sapori delicati, ma l’attenta analisi di ogni parcella ci ha permesso di individuare il grande potenziale di alcuni vigneti meno noti per arricchire l’assemblaggio, mentre vini provenienti da Villers-Marmery, Trépail, Mareuil e Ambonnay hanno contribuito in maniera decisiva a questa creazione unica. Di conseguenza, i vini del 2007 costituiscono ben il 73% dell’assemblaggio finale, una composizione alquanto unica nella storia della maison, visto che le tre varietà d’uva sono presenti praticamente in parti uguali”.

Nel dettaglio, ci sono voluti ben 183 vini di 12 annate diverse per dare vita a questa Grande Cuvée, che vede un’insolitamente elevata proporzione di Meunier. Alla vendemmia 2007 sono stati uniti vins de réserve per il 27%, con il più vecchio targato 1990. La bottiglia assaggiata (in maison, nel corso della degustazione ‘in trasferta’ per la prossima edizione della guida) è una delle ultimissime degorgiate (primo trimestre 2016) della serie, pertanto ha maturato addirittura 8 anni sui lieviti. È una di quella della ‘collezione’ voluta da Margareth Henriquez, che, dopo il suo insediamento come Presidente (ruolo che ricopre tuttora), ha fatto sì che si lasciasse in cantina sempre un numero consistente di ciascun tiraggio di Grande Cuvée sia per la memoria storica della maison, sia per riproporre in quantità limitata questo champagne dopo un lungo invecchiamento.

Margarteth Henriquez, Eric Lebel e Olivier Krug
L’illuminata Presidente di Krug, Margarteth Henriquez (se la maison oggi è quella è, il merito va certamente ascritto prima di tutto a lei), insieme allo chef de cave Eric Lebel, a Olivier Krug e, ovviamente, la Grande Cuvée.

Grande Cuvée 163ème 

Bottiglia Krug Grande Cuvée 163ème37% Pinot Noir, 32% Chardonnay, 31% Meunier
iD 116012 – Ha toni più ‘caldi’ il naso di questa Grande Cuvée, rivelandosi così coerente con l’annata. Soprattutto è invitante nel suo essere luminosa, energica e intensa, con note olfattive innanzitutto di cedro, via via affiancate da spunti di brioche, di caramello, di torrefazione, di tabacco biondo e una mineralità verso la grafite. Un naso a dir poco inebriante che palesa l’identità dell’etichetta. Anzi, la giusta maturazione riporterà la mente degli appassionati a quella tipicità Krug che tanto desideravano da tempo… L’assaggio è cremoso e avvolgente, subito valorizzato da una bollicina raffinata e, a seguire, sostenuto da una struttura vinosa e agile allo stesso tempo che, grazie a un’ottimale spalla acida, sfodera una coinvolgente progressione gustativa che va a culminare in un finale salino/iodato. Un Krug che sa essere molto equilibrato pur dimostrandosi generoso, pieno, grintoso, forte di una lunghissima persistenza saporita, in altre parole appagante. Un Krug di puro piacere, dunque. Che poi era l’obiettivo di Joseph…
Voto: 96/100

Dopo questa 163ème Edition le cose sono cambiate, in meglio ovviamente, e abbiamo goduto di una serie strepitosa di Grande Cuvée, culminate con l’ultima 167ème Edition, forse la più clamorosa di tutte, quella che ha fatto celebrare anche ai più scettici il definitivo ritorno dello stile Krug. Poi, tutto questo discorso fatto finora è ancora più evidente con il Rosé, ma questo… lo scoprirete in Grandi Champagne 2020-21!

(hanno partecipato alla degustazione Vania Valentini e Thomas Rossi)

G

Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moët Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

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16 risposte a “La Grande Cuvée di Krug e il suo punto di svolta”

  1. Buonasera Sig. Lupetti,

    complimenti per il blog e per il suo lavoro divulgativo che seguo da anni. Conservo una magnum della 163ème in cantina, a suo giudizio qual’è la finestra di consumo ideale?

    Grazie

    • Un gran bel Krug… Quando stapparlo? Dipende dall’occasione, dal proprio desiderio di berlo. E dai propri gusti: se non piacciono gli champagne maturi, si può già stappare, altrimenti qualche anno ancora non potrà che farlo crescere ancora… Non c’è una regola, è solo una questione personale, tolti ovviamente alcuni grandi millesimi che hanno imprescindibilmente bisogno di tempo.

  2. Buonasera Alberto,
    Leggere questi due ultimi tuoi articoli (SWV e Krug) è stata una bellissima occasione di approfondimento e di vera cultura enologica! La strepitosa verticale di SWC poi mi ha lasciato a bocca aperta! Oramai sei nella storia dei grandi esperti, chi ce la fa a starti dietro?! Per noi comuni appassionati leggere le tue righe è un po’ come esserci… Un mesetto fa circa avevo proprio scritto un commento all’articolo “Champagne: riflessioni a ruota libera (alla luce della Guida…)” in cui menzionavo proprio Krug e SWC. Ti sarà sfuggito visti gli impegni per finalizzare la nuova guida! Quando avrai tempo mi piacerebbe avere la tua opinione sulla questione! A presto e grazie per i tuoi ultimi bellissimi articoli!

    • Grazie, di cuore, delle belle parole!
      Per me sono molto importanti, rappresentano la mia ‘benzina’…
      E il mio obiettivo è proprio raccontare, far vivere, mai generare invidia, no.
      Ops, il tuo commento? Scusa, negli ultimi mesi la guida mi sta facendo un po’ trascurare il sito, accidenti!

  3. Buonasera Alberto , sarei Interessato a comprare Charles heidseick, mi puoi consigliare le etichette da non perdere della loro gamma? Avevo adocchiato il brut réserve, il rose reserve, il millesimato 08 e il blanc de millenaires. Sono buone scelte ?

    • Ciao Leonardo… vai savio con quelle elencate… ci sarebbe anche il blanc de blanc al quale varrebbe la pena dare un chance, ma con quelli che hai scelto non sbagli.
      Il bdm 95 è ancora buonissimo…
      Non conosco il 2008..
      Se devi fare economia, mi concentrerei solo su reserve e bdm; se non hai problemi di spesa, quelle che hai scelto + il bdb
      PS. sempre per risparmiare, consiglio di comprare da sito francese… ce ne sono diversi e uno più affidabile dell’altro.
      Se la lingua è un problema, google traduttore offre un aiuto discreto.
      Un saluto e felici bevute

    • Charles Heidsieck è una maison d’eccellenza. Il suo must è il Brut Réserve, che si colloca tra i migliori non millesimi in assoluto. Se piacciono i rosati, anche il Rosé Réserve è molto interessante. Tra i Vintage, dopo 2005 e 2006 piuttosto interlocutori (per via delle due annate), il 2008 è notevole: sarà in guida.
      Impeccabile, per concludere, il Blanc des Millénaires, con il 2004 che non fa troppo rimpiangere l’eccezionale 1995…

  4. Ho un locale, le prenderei tramite rappresentante . Grazie dei consigli !l blanc de blanc visto il prezzo è il punteggio non mi convince molto, ovviamente vanno bevute le bottiglie per poter dare un opinione

  5. Mi scusi Oreste, ma dove riesce ad acquistare i vini di Charles Heidsieck a quei prezzi? Può dirmi gentilmente qui o in privato il sito o il distributore che fa quei prezzi, sarei seriamente interessato anch’io a prenderli a quegli importi. Essendo un privato immagino siano Iva inclusa, altrimenti cambia tutto…

  6. Oreste, magari pagarli così poco, li pago di più a listino e anche con gli sconti, comprandone molto non arriviamo a quei prezzi purtroppo

  7. Buonasera posseggo una Magnum di Gran Cuvee etichetta rossa presumo anni 90 si può risalire a qche informazioni in merito importatore Antinori posso avere una valutazione e se è da bere nella immediato o la posso ancora conservare
    Grazie

    • Buongiorno,
      parliamo di bottiglie vendute tra il 1996 e il 2004. Considerando le capacità di evoluzione di questo champagne e considerando il formato magnum, se ben conservato, troverà oggi un Krug da sogno! Quasi quasi la invidio…

  8. Grazie mille per il commento, dalla Maison Krug che ringrazio pubblicamente per le informazioni ricevute in merito l’annata di assemblaggio 1989 con annate dal 70 al 80 con uscita dalla Maison 1999 quindi con extra invecchiamento di 21anni.
    Cmq per completezza si tratta della 145 edizione

  9. Posseggo delle btg di Krug gran Cuvee importatore Antinori etichetta foglie d acero a quali annate possono fare riferimento l unica scritta in contro etichetta e ‘ Inspiration a Chaque Gorgee una Rilevation grazie

    • Questa furono vendute tra il 2004 e il 2008 (se Antinori), di più non si può dire senza passare i codici alla maison…

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