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Campari acquisisce Champagne Lallier

La maison di Aÿ e i suoi champagne li abbiamo conosciuti più volte tanto qui sul sito LeMieBollicine, quanto nell’ultima edizione (2020-21) della guida Grandi Champagne. Ebbene, recentemente...
di Alberto Lupetti

Maison Lallier

La maison di Aÿ e i suoi champagne li abbiamo conosciuti più volte tanto qui sul sito LeMieBollicine, quanto nell’ultima edizione (2020-21) della guida Grandi Champagne. Ebbene, recentemente Lallier ha fatto molto parlare di sé per il fatto di essere entrata in orbita Campari. Qualcuno potrebbe obiettare “beh, dov’è la notizia visto che se n’è già parlato?” e, in effetti, prima i rumors e poi la conferma ufficiale hanno già portato a conoscenza del pubblico questa particolare acquisizione. Io non ne ho voluto dare annuncio da subito come gli altri, invece ho preferito approfondire e raccontare perché e come si è arrivati all’acquisizione di Champagne Lallier da parte di Campari Group. Che, per la precisione, ha acquistato l’80% della maison a fronte di un esborso di 21,8 milioni di euro. Una cifra tutto sommato contenuta, considerando lo stock e, soprattutto, le proprietà di Lallier, quindi la sede di Aÿ con le cantine sotterranee, la moderna struttura di vinificazione a Oger e i 15 ettari di vigneti, siti soprattutto ad Aÿ e nei suoi dintorni, più una parte nella Vallée de la Marne, a Romery. L’operazione sarà perfezionata nel terzo trimestre di quest’anno e Francis Tribaut, oltre a mantenere il ruolo di chef de cave, rimane proprietario del restante 20% delle azioni, che però potrà decidere di cedere o mantenere (opzione di call e put) a partire dal 2023.

Logo Campari Group

Vien da chiedersi perché mai Francis Tribaut, in Lallier al fianco di René-James dal 1996 e poi proprietario dal 2004, abbia voluto cedere la maison che è stata la sua vita, ma anche perché mai Campari abbia voluto entrare nel mondo dello champagne da protagonista attivo.

Alla prima domanda, la risposta ufficiale di Francis è stata che con Campari avrebbe potuto portare Lallier in una dimensione di eccellenza assoluta e, al tempo stesso, contare su una rete distributiva con pochi eguali al mondo (diretta in 21 paesi e indiretta in 190), oltre al fatto che entrambi, Tribaut e i vertici di Campari, condividono la stessa visione di eccellenza.

Bottiglie Lallier
Parte della gamma Lallier, che ha appena visto l’ingresso del ‘brut sans année’ R.16 e del Blanc de Noirs, oltre all’aggiornamento della grafica di alcune etichette…

Personalmente, ma, voglio sottolineare che si tratta di una mia sensazione, credo ci sia anche dell’altro. Il mercato dello champagne sta cambiando, ma anche la stessa Champagne potrebbe vivere presto un’evoluzione che le farebbe cambiare faccia. Da un lato, infatti, le grandi maison fanno sempre più capo a grandi gruppi che puntano a fette sempre più consistenti di mercato e la loro forza li sta portando non solo a monopolizzare l’acquisto di uve, ma soprattutto a fare sempre più la parte del leone sullo stesso mercato. Ai vigneron, così, non resta che una fetta molto piccola, sempre più indirizzata agli appassionati più che a chi ricerca i prezzi bassi. Un mercato di nicchia, insomma, e la cosa è avvalorata dal fatto che ogni anno aumentano i vigneron che smettono di produrre vino e tornano a vendere le uve: meno faticoso e pure più redditizio! In mezzo le piccole maison, quella di taglia piccola (entro il milione di bottiglie), che rischiano di trovarsi schiacciate da questa contrapposizione sempre più forte. Lallier fa parte proprio di queste, da cui l’intuizione di Francis Tribaut di legarsi a un gruppo solidissimo che gli consentirebbe non solo di sopravvivere, ma probabilmente anche di consolidarsi. Il tempo darà ragione o meno a questa mia teoria…

Francis Tribaut
Lo champenois Francis Tribaut, in Lallier dal 1996 e dal 2004 proprietario della stessa: l’ha rilanciata e plasmata come maison artigianale che punta all’eccellenza.

La seconda domanda, invece, vede Campari sempre più interessata al canale Horeca, attività chiave per i gruppi che operano nei settori ‘wine and spirits’ e che ripartirà senza dubbio con vigore quando la crisi del Covid-19 sarà finalmente e completamente superata. Secondo la stessa Campari, “il razionale dell’operazione è quello di ampliare ulteriormente la gamma di prodotti premium in un mercato chiave per il Gruppo come la Francia, dove abbiamo recentemente iniziato a operare attraverso una struttura commerciale diretta dopo l’acquisizione del nostro distributore locale e dove stiamo costruendo un polo di specialità grazie alle acquisizioni di Grand Marnier, del cognac Bisquit e dei rhum agricole Trois Rivières e La Mauny”. Pertanto, visto che gli champagne Lallier sono venduti esclusivamente nell’alta ristorazione e nelle enoteche specializzate, grazie a questa acquisizione Campari riesce tanto ad ampliare il proprio portfolio di brand di alto livello, quanto a intraprendere un discorso a lungo termine finalizzato allo sviluppo di Lallier come maison senza compromessi nel canale Horeca. In questo, la forte identità della maison e la solidità distributiva di Campari potranno dire la loro in questo settore sempre più combattuto, senza contare il fatto che l’acquisizione permette a Campari di consolidare la sua posizione Oltralpe e, al contempo, diventare il primo brand italiano a essere proprietario di una maison de champagne.

Può apparire singolare che un Gruppo del calibro di Campari abbia guardato a una maison tutto sommato piccola, ma nella scelta hanno pesato la storia di Lallier e il modo con il quale l’ha plasmata Francis Tribaut in un quarto di secolo, a cominciare dall’approvvigionamento delle uve: per due terzi del fabbisogno acquistate esclusivamente nella Montagne de Reims, nella Côte des Blancs e nei settori attorno a Epernay, per il restante terzo frutto dei vigneti di proprietà.

Invece, per quanto riguarda l’estraneità di Campari al mondo dello champagne, basti sapere che analizzano e prospettano l’opportunità di entrare nello champagne già da anni. Pertanto, “come in tutte le operazioni del Gruppo, c’è un lungo lavoro di squadra che mette insieme diverse competenze e che può contare su un elemento fondamentale: solidità e agilità nel prendere decisioni insieme”.

Al momento Lallier è distribuita in Italia dalla Michele Chiarlo e la nuova proprietà non ha ancora preso decisioni in merito, salvo dichiarare che “è naturalmente un punto che stiamo considerando con la massima attenzione”.

https://champagne-lallier.com/it/www.camparigroup.com

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