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Millésime

Il Meunier del 2012 secondo Éric Taillet

Alcune note per tutti gli appassionati che seguono questo sito. Perdonate la minore cadenza di pubblicazione degli articoli. L’impegno a fare un’edizione (2022-23) della guida ‘Grandi Champagne’ ancora...
di Alberto Lupetti

Champagne Éric Taillet Bansionensi

Alcune note per tutti gli appassionati che seguono questo sito.

  1. Perdonate la minore cadenza di pubblicazione degli articoli. L’impegno a fare un’edizione (2022-23) della guida ‘Grandi Champagne’ ancora migliore e farla uscire per il 1 dicembre mi sta costringendo a trascurare un po’ gli articoli settimanali: non me vogliate. Tornerò a scrivere pezzi sempre più interessanti, anzi, il sito avrà man mano diverse novità.
  2. Avevo promesso per la fine della settimana i nomi dei vincitori dell’iniziativa ‘Recensisci il libro ‘La Mia Champagne’, ma devo chiedere un’ulteriore dose di pazienza, fino a lunedì. Abbiamo individuato i tre che sono emersi sugli altri, ma vogliamo riflettere ancora sull’ordine di arrivo.
  3. Tra le tante novità di ‘Grandi Champagne 2022-23’ ci sarà il doppio punteggio, che significa un voto che fotografa lo champagne al momento dell’assaggio e uno che ne stima la progressione (positiva o negativa) nel tempo. Non vogliamo certo rinnegare quanto fatto finora, solo fare maggiore chiarezza con l’appassionato che ci legge. Infatti, se finora l’unico punteggio pubblicato esprimeva proprio una media tra questi due aspetti, ora li valutiamo separatamente. E la recensione a seguire, porta al debutto questa idea anche qui su LeMieBollicine…
  4. Ops, avete visto che già il nome del sito è cambiato in ‘La mia Champagne’. A breve cambierà in tal senso anche l’indirizzo Web al quale raggiungere il sito. Il desiderio è di porre con ancora maggiore incisività l’accento sullo champagne, ribadendo così il ruolo di protagonista indiscusso della cultura dello champagne in lingua italiana sul Web a 360°.
  5. Last but not least, la ristampa del libro ‘La Mia Champagne’ è quasi terminata. Finalmente! Dai primissimi giorni di maggio il libro sarà nuovamente disponibile nei tradizionali canali di vendita e, ovviamente, direttamente qui sul sito.

Grazie a tutti della continua fiducia!

Alberto Lupetti

 

Sebbene gli champagne da solo Meunier siano sempre esistiti, possiamo dire che questi hanno conosciuto una vera e proprio impennata con il XXI secolo e sempre più vigneron (nonché qualche maison, seppure una tantum, vedi Gosset…) si sono cimentati con questa varietà d’uva in purezza. Anzi, potremmo parlare di ‘fenomeno’, se non proprio di ‘moda’, visto che parecchi lo hanno fatto per seguire una tendenza di mercato. Il risultato è che, per un periodo di tempo, qualcuno ha fatto credere che i cardini del Meunier in purezza dovessero essere maturità elevata a rasentare l’ossidazione e carattere marcatamente fruttato. Non è così. Il Meunier, come ho spiegato nel libro, può dare vini di grande finezza, va solo saputo interpretare prima di tutto in vigna e a seguire in cantina.

A mio avviso, si contendono il trono di ‘Re del Meunier’ Jérôme Prevost da Gueux (Petite Montagne) ed Eric Taillet da Baslieux-sous-Châtillon (Vallée de la Marne, Rive Droite), ma il primo non fa proprio un Meunier in purezza, visto che la sua celebre vigna ‘La Closerie’ è popolata, seppure in minima parte, da altre varietà, quindi si dovrebbe parlare di ‘complantée’.

Eric Taillet
Eric Taillet, quarta generazione di questa famiglia di vigneron, e sua figlia Lena, che lo sta affiancando sempre più nella conduzione del domaine mentre termina gli studi.

Eric Taillet, invece, viene da una tradizione familiare antichissima sempre legata a questa varietà d’uva, prima come vigneron e poi, dal secondo Dopoguerra, come produttori. Con Eric, il Meunier in purezza dà vita a quattro etichette (Exlusiv’T, Des Grillons aux Clos, Bansionensi e Le Bois de Binson), ma sa farsi valere in maniera a dir poco eccezionale anche quando ‘complanté’ con lo Chardonnay (il parcellare Sur le Grand Marais) e presto sarà perfino proposto come Coteaux Champenois Rosé! Ma di Eric Taillet ho scritto più volte, prima in Grandi Champagne 2020-21 (ovviamente, sarà presente anche nella prossima edizione) e a seguire qui sul sito e questa doppia presenza guida-sito vale pure per il Bansionensi di cui vorrei (ri)parlare oggi. Ma con una piccola, ancorché significativa, particolarità che vedremo a breve.

Bansionensi è uno dei tre parcellari di Eric Taillet, anzi è uno champagne che nasce dalle uve di due parcelle, tutte e due a Baslieux-sous-Châtillon, non a caso, il nome dello champagne si rifà proprio all’antica denominazione (di origine latina) di questo piccolo villaggio (Autre Cru 84%) nella Vallée du Beval, dove il Meunier impera (oltre il 70%).

Baslieux-sous-Châtillon
La Vallée de la Marne Rive Droite, il villaggio di Baslieux-sous-Châtillon e, tra le varie proprietà di Eric Taillet (in verde), in evidenza le due parcelle del Bansionensi.

Due parcelle, dicevo: ‘Les Pierreuses’ e ‘la Brusse’, con piante di rigorosa selezione massale fatta dal papà di Eric. La prima, piantata nel 1962, è esposta sud-est e il suolo è composto da un sottile strato di argilla prima della ‘silex’ ciottolosa; l’altra, piantata l’anno prima, è esposta a nord e il suolo è di argilla profonda. Non solo. Oltre all’assemblaggio di queste due parcelle, lo champagne è anche composto dall’assemblaggio di due annate, una di tensione e una di frutto. Il mosto, dopo il particolare frazionamento messo a punto in pressa da Eric, è fermentato a seconda dell’annata in cuve o barrique, con malolattica solitamente non svolta, e, dopo l’assemblaggio dei vini, il tiraggio è con il sughero (bouchon liège).

Bene, questo il Bansionensi tradizionale, ma non è stato sempre così. No, non mi riferisco al fatto che fino qualche anno fa aveva la bottiglia champenoise tradizionale in luogo della spéciale attuale, ma al fatto che, per due sole volte, lo champagne è stato frutto di una sola annata, sebbene il produttore non li abbia poi rivendicati come millesimati al fine di mantenere la tradizione dell’etichetta. Successe con la vendemmia del 2011, come una sorta di sfida, e poi ancora nel 2012: in questo caso, i vini (tutti fermentati in cuve senza malolattica) erano talmente belli, talmente completi tanto sul fronte del frutto quanto della tensione, che sarebbe stato un peccato assemblarli (sebbene a seguire, c’è poi stato un Bansionensi ‘classico’ 2012+2013). Così Eric fa un tiraggio di un migliaio di bottiglie e le tiene molto più a lungo del solito sui lieviti, sei anni e mezzo. Al termine, le dosa bassissime, come sua abitudine, a 1,5 g/l, con la liqueur fatta con vini del 2004 e zucchero di canna. Eccolo…

Controetichetta bottiglia Éric Taillet Bansionensi
Soltanto la controetichetta ci indica che si tratta di un 100% 2012 e non del classico assemblaggio di due annate.

Bansionensi

Bottiglia Éric Taillet Bansionensi100% Meunier
dég. 19 nov. 2019 – Il primissimo naso denota non solo il bellissimo stile di Eric, ma anche una freschezza quasi inattesa. Il risultato è uno champagne vitale, tuttavia denso ed elegante al tempo stesso, tra tanta florealità, un frutto che ricorda la prugna ben matura, un tocco di cacao in polvere e di scorza di arancia candita. È… non direi proprio goloso, quanto, piuttosto, attraente. L’attesa lo rende via via meno denso e più legato agli agrumi, come i grandi Meunier devono essere, oltre a una fine speziatura dolce. Una bollicina molto fine dà il via a una bocca che, ancorché di volume e cremosità, sa essere sempre più levigata e ancora molto fresca. È improntata ai ritorni floreali e fruttati, pure sembrando non eccellere in profondità. Sembra, perché, invece e a un certo punto, ecco scoprire piacevolmente un finale di straordinaria persistenza su note agrumate appena e giustamente amaricanti. Non solo, lascia il palato veramente rinfrescato e con una nettissima sensazione di pulizia.
Voto: 92(95)/100

Un gran bello champagne che ha saputo rendere giustizia al Meunier e ci ha fatto capire quanto, se ben ‘letta’, la 2012 sia stata un’annata eccezionale. Eric, infatti, ne ha racchiuso in bottiglia l’estrazione di frutto, la concentrazione di questo e di acidità, ma non la maturità, cosa che invece è capitata a non pochi produttori con quest’annata, peraltro dall’andamento folle. Soprattutto, questo champagne dimostra come la 2012 abbia un potenziale evolutivo enorme, dal momento che è una bottiglia da… dimenticare in cantina! Da cui la votazione con ben tre punti di margine di crescita…

Éric Taillet Bansionensi
Dalla fine dello scorso anno, c’è stata una prima revisione dell’habillage di tutta la gamma. Il Bansionensi non ha subìto grossi stravolgimenti, ma è stato utilizzato un carattere più elegante.

Il Bansionensi 100% 2012, così come Des Grillons aux Clos e Sur le Grand Marais sono esclusive di:
Alberto Massucco Champagne – tel. 0124/518555 – info@massuccochampagne.it

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4 risposte a “Il Meunier del 2012 secondo Éric Taillet”

  1. Buongiorno Alberto, da neofita ritengo che i Meunier in purezza, se ben lavorati, possano dare buone soddisfazioni. A tal proposito, ho assaggiato recentemente il Cuvee Apogee Pur Meunier Extra Brut di Jerome Blin, produttore mai citato sul suo sito o sulle sue guide. Sconosciuto o insufficiente per parlarne? Personalmente, ho trovato un prodotto ben fatto e al giusto prezzo. Logicamente, come ho specificato, sono un neofita… Grazie.

    • No, no, me ne avevano già parlato, ma ancora non ho avuto l’occasione di visitarlo. E prima di parlare di uno champagne, preferisco sempre visitare prima il produttore, perché non ritengo corretto mettersi davanti a una bottiglia senza conoscere storia e savoir-faire e poi sparare sentenze!
      Dovrò colmare il vuoto prima possibile.
      D’altronde, se conoscessi tutti i produttori di champagne (oltre 4.500), sarei un fenomeno da baraccone…

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