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Non solo Champagne

Cavalleri Blanc de blancs: buone nuove della Franciacorta

È vero, sono uno champagnista convinto, ma questo non mi impedisce di approcciarmi con curiosità ad altre bollicine (mi dispiace per l’amico Maurizio Zanella, ma continuo a usare...
di Alberto Lupetti
foto della famiglia cavalleri
La Cavalleri, fondata da Giovanni, è ora condotta con tanta bravura e un innato istinto per la viticoltura dalla figlia Giulia insieme alla sorella Maria. Le due sono poi e naturalmente coadiuvate dall’enologo Aldo Pagnoni e, man mano, anche dai figli Francesco e Diletta.

È vero, sono uno champagnista convinto, ma questo non mi impedisce di approcciarmi con curiosità ad altre bollicine (mi dispiace per l’amico Maurizio Zanella, ma continuo a usare questo termine perché lo preferisco a “spumanti”), anche se, lo ammetto, spesso con uno spirito fin troppo critico. Ma questo mi permette poi di apprezzare ancor più quei vini che all’assaggio si dimostrano non solo validi, ma addirittura sorprendenti. È successo con il Riserva Lunelli di Ferrari e succede ancora con questo Franciacorta di Cavalleri, battezzato alla francese Blanc de blancs s.a. (sans année) e porta d’ingresso al mondo di questo bravo produttore.

bottiglie di spumante in maturazione
Dopo la fermentazione alcolica in acciaio e legno, in Cavalleri i vini sono assemblati assaggiando lo Chardonnay parcella per parcella e, dopo il tiraggio, fatti maturare a lungo sui lieviti.

L’ho degustato la prima volta un paio di anni fa: avevo richiesto un assaggio della gamma all’azienda perché ne avevo sentito parlare molto bene, ma tra ottimi millesimati e fascinose selezioni, questo non millesimato mi colpì in maniera particolare per la sua concretezza, la sua diretta e pura bontà, tanto da poter affermare che per me si tratta con tutta probabilità del miglior non millesimato di Franciacorta.

Allora ho approfondito e ho scoperto che Cavalleri è legata a Erbusco dal 1450, che ha iniziato la viticoltura nel 1842 con il vigneto Rampaneto (tuttora uno dei cru dell’azienda), che produce Franciacorta già dal 1968. Ma la svolta Cavalleri l’ha conosciuta molto più recentemente, quando Giulia ha iniziato ad affiancare il papà Giovanni e ha impresso una vera e propria svolta all’azienda. Una svolta non tanto sotto il profilo tecnico quanto filosofico e senza il timore di guardare alla Francia non per copiare ma per capire, per ispirarsi. Giulia sa benissimo che i francesi sono maestri nell’arte champenoise, ma sa altrettanto bene che non ha senso né imitarli pedissequamente, né paragonarsi con loro (inutile nascondersi dietro un dito: ci sono tre secoli di vantaggio e un terroir unico…).

Pertanto valorizzazione dei vigneti innanzitutto, 37 ettari (su 45) piantati esclusivamente a Chardonnay per quanto riguarda i Franciacorta, oramai vecchi oltre trent’anni e condotti seguendo i principi della lotta integrata. Grandi uve, dunque, che in cantina vengono rispettate al massimo: lavorazione per parcella, tre pressature con separazione dei mosti, fermentazione in acciaio o legno (tanto botte quanto barrique), estremizzazione dell’assemblaggio, lunghe rifermentazioni (da 24 a 80 mesi) con lavorazione tutta manuale delle bottiglia, fino al rémuage. Dopo la sboccatura, la liquer d’éxpedition è caratterizzata da bassa invasività, quindi ridotto dosaggio e bassissima solforosa aggiunta. Da notare che questi dati sono rigorosamente riportati in controetichetta, nel caso del Blanc de blancs 3 g/l di zucchero e 15 mg di SO2.

bella immagine del rémuage, effettuato sulle classiche pupitre
Le operazioni di cantina sono tutte manuali, compreso il rémuage, effettuato sulle classiche pupitre

Il Blanc de blancs è il vino più rappresentativo di Cavalleri, prodotto con la base dell’ultima vendemmia, nel caso la 2008, e circa il 30% della precedenti, ovvero 26% della 2007, 2% della 2006 e 5% della 2005. I vini fermentati in legno entrano nell’assemblaggio per il 10%, equamente distribuiti tra botte e barrique. Prodotto per la prima volta nel 1979, attualmente è tirato in poco più di 130.000 bottiglie e 7.000 magnum.

bottiglia di spumante cavalleri Blanc de blancs s.a
L’ottimo non millesimato di Cavalleri, il Blanc de blancs s.a., che abbiamo assaggiato nelle migliori condizioni: stessa annata base, ma sboccature diverse nel corso del 2011.

Ebbene, riassaggiarlo rappresenta per me un motivo di grande interesse, ma, con l’occasione, ho pensato di approfondire, di verificare la maturazione di questo Franciacorta, quindi provarlo con sboccature diverse. Ovviamente solo le grandi maison di champagne possono mettere in campo un brut sans année con dégorgement anche di 10 anni, in Franciacorta invece questo è quasi impossibile non tanto per il vino, quanto per la produzione molto più ridotta e per “mentalità” (non si tende a conservare questi vini in cantina). Ciò nonostante con Giulia Cavalleri siamo riusciti a trovare tre sboccature dello stesso anno: non ci sarà la profondità negli anni, ma il vantaggio di avere a che fare sempre lo stesso vino, della stessa vendemmia alla base, questi sì. Pertanto, ci si può fare un’idea della sua evoluzione. Vediamo questi assaggi, effettuati insieme a Luca Boccoli di Settembrini, innanzitutto caro amico, quindi grade assaggiatore, infine… membro del panel di degustazione della guida “grandi Champagne 2012”. 

Sboccatura dicembre 2011
Naso molto ricco, fresco, espressivo di mineralità e toni agrumati, ma anche con note di crosta di pane in secondo piano. Dà l’impressione di tensione, di grande vitalità, ed è un vino molto equilibrato nonostante spunti verdi ne tradiscano la giovinezza. La bocca è croccante, vivace, gustosa, agrumata più che citrina, e di spinta acido/minerale che dà profondità e persistenza, lasciando sempre una netta sensazione di pulizia. Ottima tenuta e bella polpa, solo la bollicina potrebbe essere più sottile. Molto buono già oggi, per concludere, ma con un margine evolutivo di almeno un anno.
Voto: 83/100

Sboccatura luglio 2011
Olfatto più aperto ma meno vivace e sfaccettato rispetto all’altro. Denota una grassezza burrosa e un frutto quasi maturo che tende al dolce, sempre sulla base minerale. Il palato è polposo, valorizzato da una bollicina più fine e meglio integrata con il vino, ma a questo ottimo attacco non corrisponde poi la profondità, forse perché il vino è alla fine meno equilibrato. Pur lasciando una buona pienezza gustativa, ancora sul frutto. Curioso risultato, francamente ci aspettavamo di più: forse il vino non è nella sua fase migliore, ma forse era la stessa bottiglia a non essere delle migliori. Ma è il “bello” del vino, soprattutto quello rifermentato in bottiglia…
Voto: 81/100

Sboccatura marzo 2011
Il più “vecchio” dei Blanc de blancs mostra un carattere olfattivo agrumato (scorza d’arancia fresca, per la precisione), ma soprattutto la classica mineralità. Una mineralità compatta e asciutta, che rende il naso piuttosto neutro e sottile. Ciò nonostante, fini note di cipria e di mollica di pane lo rendono certamente affascinante. Molto champagnoso, verrebbe da dire, che poi è la caratteristica che si ritrova in bocca. Una bella bocca, polposa all’attacco, fruttata, soprattutto agrumata e sostenuta dai ritorni minerali che le donano progressione. Finale pulito, asciutto e molto persistente. Il più buono dei tre, in perfetta forma, molto piacevole.
Voto: 84/100

Cavalleri – www.cavalleri.it

Suggerimenti a tema:

0 risposte a “Cavalleri Blanc de blancs: buone nuove della Franciacorta”

  1. Sulla controetichetta del top di casa Cavalleri, il millesimato pas dosé 2009 – conoscevo il b.de b. di cui sopra, ma questo è sicuramente uno dei quattro o cinque migliori franciacorta in assoluto – viene indicato degorgement inverno 2013/2014.
    Mi corregga se sbaglio: significa che alcune bt dello stesso vino hanno praticamente fatto addirittura un anno in meno sui lieviti?
    Non avevo mai visto nulla di simile, è possibile un cosa analoga nello champagne?
    Grazie

    • Buonasera,
      vale in Champagne come altrove: del dégorgement c’è chi indica l’anno, chi la stagione, chi il trimestre, chi il mese e chi il giorno. Dipende dalla quantità delle bottiglie degorgiate e dalle scelte di ciascuno, ovviamente. Pertanto non si sorprenda.
      In merito alla sua bottiglie di Cavalleri, però, non si preoccupi: non è un anno di differenza, ma solo un paio di mesi! Infatti, vuol dire che la sboccatura è avvenuta tra dicembre 2013 e marzo 2014…

  2. Buona sera Sig. Lupetti!! Confermo a mio avviso che Cavalleri é SICURAMENTE tra i migliori, anzi il migliore Franciacorta… Il loro Saten, pur a mio avviso nn amando troppo i “Saten” è davvero uno spettacolo!!! Grazie

  3. Grazie…….sì, ragionando ci si poteva arrivare!
    Nel frattempo, sto impazzendo per capire – sempre dalla controetichetta – qual’è l’ultimo Krug Grande Cuvée importato in Italia: infatti, alcune bt. presenti sul mercato recano sempicemente un commento laudativo al vino, che ora non ricordo, altre non più la scritta , ma un numero di lotto e un codice numerico.
    Sono quasi sicuro che sono queste ultime le più aggiornate.
    Lei mi dirà – ma è un vino che invecchia almeno 20 anni!! – Ma, tant’è………….

    • L’ultimo habillage è quello con la scritta Krug caratterizzata nella trama da linee orizzontali. Il codice che indica il dégorgement (e la storia della bottiglia) è comparso nell’estate del 2012. Comunque, se cerca qui su LeMieBollicine trova diversi articoli a tema…

  4. Sì, senza contorno di motivi arebescati……..ID 112008 sul retro.
    Comnunque, un grande, grande bere!!!!
    Non l’avevo mai assaggiato, ma, come fa a dividere gli appassionati??
    E’ un buonissimo champagne, direi per tutti, senza se e senza ma, senza ombra nè di ossidazioni nè, tantomeno di legno in evidenza!

    • Krug e Krug… Poi la sua bottiglia è stata degorgiata nel primo trimestre del 2012, quindi l’ha goduta in condizioni prossime all’ottimale…
      Se le capita a tiro una bottiglia di Vintage 1998 (forse se ne trovano ancora) la provi senza remore!

  5. Non credo se ne trovino….è già difficile trovare l’ultimo vintage.
    Anch’io, credo lo preferirei al g.c.
    Un appunto: nelle 2 guide e negli articoli che lo riguardano non trovo a quanto è dosato il g.c.;
    credo, non meno di 8 g./l.
    Cerco bolle più spigolose, da sfidare, il g.c. come dite giustamente è “pericolosamente” buono!

    • Mah, non è detto che il Vintage 1998 sia così difficile da trovare… A sentire la maison, il loro emblema è la Grande Cuvée, ma per me il Vintage è uno champagne eccezionale. Il dosaggio? Non lo dicono, ma oggi ipotizzo tra i 6 e gli 8 g/l…
      Buon Ferragosto

  6. Buon Ferragosto anche a lei.
    E alla santé con un’ottima birra trappista, la Westmalle, ogni tanto è bello cambiare…..

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