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Cuvée de Prestige

Krug Clos d’Ambonnay: prima e seconda annata

Nella primavera del 2008 Krug lanciava un nuovo champagne, il Clos d’Ambonnay, blanc de noir (quindi Pinot Noir in purezza) prodotto da un piccolo vigneto (0,68 ha) che...
di Alberto Lupetti

tappo di champagne krug clos d'ambonnay

bottiglia di champagne krug clos d'ambonnay anno 1998
La terza annata di Clos d’Ambonnay è stata la 1998, lanciata quest’anno e prontamente recensita su questo sito.

Nella primavera del 2008 Krug lanciava un nuovo champagne, il Clos d’Ambonnay, blanc de noir (quindi Pinot Noir in purezza) prodotto da un piccolo vigneto (0,68 ha) che la maison possiede nel villaggio Grand Cru della Montagne de Reims.

foto dell'ingresso del Clos D'Ambonnay
L’ingresso del Clos D’Ambonnay nel villaggio omonimo della Montagne de Reims.

Una clamorosa novità per la maison, che non introduceva nuove etichette dal 1983 (anno di presentazione del Rosé) e per certi versi fuori dai suoi canoni tipici, visto che Krug è di fatto “il tempio dell’assemblaggio“. Ma di questo champagne che ha fatto tanto parlare di sé per l’annunciata rarità (poco più di 3.000 bottiglie numerate), e il costo stratosferico (tra i 2.300 e i 3.000 euro a seconda dell’annata e del venditore) ho già detto in occasione della presentazione delle nuove annate di Krug, tra le quali, appunto, il Clos d’Ambonnay 1998, terzo della serie. Ricordo solo che il vino per il Clos d’Ambonnay, come tutti i Krug, fermenta e affina in pièces (barrique da 205 litri usate classicamente in Champagne), mentre la maturazione in bottiglia dura addirittura 12 anni.

foto di Olivier Krug e Margareth Henriquez, presidente della maison
Margareth Henriquez, presidente della maison, e Olivier Krug durante l’evento di lancio del Clos d’Ambonnay 1996.

Ma com’erano i due precedenti? Sono andato a riprendere i miei appunti di degustazione, presi nel 2008 per il 1995 (prima annata) e nel 2009 in occasione del lancio del 1996, con una sontuosa cerimonia presso lo stesso clos. Vediamo un po’…

Krug Clos d’Ambonnay
100% Pinot Noir

1995

Come tutti i vini di quest’annata, appare ancora chiuso, in piena evoluzione più che semplicemente giovane.

bottiglia di champagne krug clos d'ambonnay anno 1996
Dopo 25 anni Krug introduce un nuovo champagne in gamma, il Clos d’Ambonnay 1995.

Ciò nonostante, denota ricchezza e finezza nella cornice del classico stile Krug, immediatamente evidente. Il naso è fruttato e molto fresco, giocato su note piuttosto concentrare di piccoli frutti scuri che sembrano coperti da un leggerissimo velo di tostature. E, man mano, si fa sempre più profondo e scuro, pur non mancando mai di eleganza.
La bocca è innanzitutto cristallina, ampia e piena, potente nel senso di energia racchiusa e profonda, perfettamente coerente con il naso, sostenuta più che tesa dall’acidità, tanto che più che travolgere nella progressione gustativa il vino sembra incedere con regale maestà. Finale gustoso, con tipiche note acidule del Pinot Noir e una gradevole nota agrumata, comunque molto, molto lungo.

Che dire, questo champagne è buono, buonissimo, ma se da un lato necessita di tempo per completarsi idealmente, dall’altro lascia spiazzati per il suo essere Krug fuori dai canoni Krug. Chissà se riuscirò ad assaggiarlo una seconda volta a distanza di qualche anno, per ora credo valga quanto l’annata, quindi:
Voto: 95/100

bottiglia di champagne krug clos d'ambonnay anno 1996
La seconda annata di Clos d’Ambonnay, la 1996, si presenta subito mitica, ma ha bisogno di tempo, tanto tempo, per esprimere tutta la sua grandezza.

1996

Appena metti il naso nel bicchiere non hai dubbi: è un Krug al 100%. Che poi declina in una maniera tutta sua un grande Pinot Noir, ricco e denso, fitto di frutto rosso, quasi polposo, e spezie. Affascinante il contrasto tra le note mature e la grandissima freschezza, così come la profonda complessità. L’attacco in bocca è cremoso, con una bollicina finissima, ma il vino è anche potente (sempre nel senso di contenuto di energia e non di brutalità, beninteso) e nuovamente speziato (di pepe). Poi, però, si incanala, letteralmente trascinato da un’acidità travolgente che porta a chiedere più materia e va così a chiudere su un’acidula mineralità molto insistente a centro palato.

È uno champagne dalle enormi potenzialità ma, più che il Vintage e il fratello Clos du Mesnil della stessa vendemmia, davvero molto compresso dall’acidità, al punto da non riuscire a esprimersi appieno. Pertanto, dimenticatelo in cantina, per almeno… 20 anni secondo lo chef de cave Eric Lebel. Per questo oggi ritengo che si fermi “solo” a:
Voto: 93/100

Non ho mai nascosto la mia idea di Krug, ovvero che la massima rappresentatività del suo stile la si trovi nel Vintage e nella Grande Cuvée, ritenendo gli altri grandi champagne certamente eccellenti, ma anche molto sui generis.

immagine dell'assaggio di champagne Krug da parte dello staff tecnico
Foto eccezionale: lo staff tecnico di Krug all’assaggio, qualche anno fa. Il primo a sinistra è Henri Krug, terzo e quarto dei giovani Eric Lebel e Olivier Krug. Finora tutti e tre i Clos d’Ambonnay sono stati assemblati sotto la responsabilità di Henri Krug.

Soprattutto questo Clos d’Ambonnay, che da un lato ha indubbiamente bisogno di tempo per definirsi appieno in bottiglia, mentre dall’altro permetterà alla maison di migliorarsi continuamente. A mio avviso, infatti, non è un caso se il 1998 sia il “più buono” dei tre, almeno all’assaggio al momento del lancio. Costa troppo, infine? Dipende da ciascuno, io personalmente con la stessa cifra acquisterei 10 bottiglie di Krug Vintage…

 

Gli champagne Krug sono distribuiti in esclusiva da:
Moët-Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

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16 risposte a “Krug Clos d’Ambonnay: prima e seconda annata”

  1. con molto meno si prende un VVF Bollinger … (p.s. in pochi anni il Krug Vintage in Italia è raddoppiato di prezzo, così ho azzerato gli acquisti, anche perché per fortuna esistono ottime alternative alla speculazione un po’ da furbetti, e non mi interessa da chi dipenda … Cosìvolentieri lascio l’onere ad altri, tanto posso contare su ’88, ’90, ’96, che hanno ancora da esprimere il meglio di sé) hasta luego

    • Gentile “rs”,
      i gusti sono gusti, vivaddio, quindi se tra i “top” (anche nel prezzo) blanc de noirs lei preferisce il VVF di Bollinger ben venga. Tra l’altro, è uno champagne di fascino irresistibile…
      Ho avuto modo di dire più volte allo stesso Olivier Krug di non essere affatto convinto del CdA, ma non mi permetto certo di contestare la scelta ai Krug e, gusto personale a parte, bisogna ammettere che è fatto con tutti i crismi nel pieno rispetto dello stile Krug, beninteso.
      Invece, non mi sembra prorio che i prezzi Krug siano aumentati, anzi… Parlo, ovviamente, dei normali canali di vendita e delle bottiglie a listino ufficiale.
      Le annate, infine. Lei cita Krug eccezionali, ma perché non parlare del ’98 che sta rivelando giusto ora la sua stoffa? E se la sente di scartare a priori il futuro 2002, tra l’altro ancora assemblato dallo stesso Henri Krug? Io no…
      A presto

      • Studi effettuati presso importanti università hanno dimostrato che Lo champagne fa venire la gastrite ed è cancerogeno, anche in piccole dosi. Ovviamente non vengono resi noti i risultati perché qualcuno ci rimetterebbe troppo….
        Molto Meglio una bella birra ghiacciata da un euro, si risparmi in salute e soprattutto nel portafoglio.

        • Un mio amico diceva, giustamente: il mondo è bello perché avariato!
          Non ho mai sentito una sciocchezza simile, che lo champagne faccia male, anzi, studi veri (e citabili, i suoi invece?) dicono esattamente il contrario.
          Comunque, rispetto i gusti di tutti, pertanto se le piace la birra da un euro continui pure così! Contento lei.
          Però forse è proprio lei che si sta facendo male…

      • non cambio una lettera del suo commento, ma 300 euro (negoziante con poco ricarico) sono pesanti, anche per chi non vuole né pretende di fare le nozze con i fichi secchi. cmq ho avuto l’accortezza di fare una piccola scorta di 88 90 e 96 a prezzi ancora “popolari” e tiro avanti così. Sì, due tre bottiglie del 2002 dovrò proprio considerarle, mentre mi chiedo quanto si dovrà pagare per un 2008 … ah, cerchi del “Charlie” Oenoteque 1979 … (ma penso che lo conosca già)

        • Penso che il prezzo di Krug sia una scelta dei venditori, perché alla fonte la differenza di costo tra Grande Cuvée e Vintage è molto, molto più contenuta di quanto lo è poi il prezzo finale sullo scaffale tre i due champagne… Vedremo cosa succederà con le prossime annate.
          Charlie OE? Sì, gradi champagne. Tutti. Ma forse la 1979 ha un fascino particolare, anche se la 1981 non è da meno…

  2. Apro il mio commento con un sonoro:”AHAHAHAHAHAH!!!!!”, se lo champagne fosse cancerogeno come dice il buon Sergei, i cimiteri dei fortunelli francesi sarebbero trabordanti di salme!!! e temo anche quelli italiani!!! Invito invece a leggere un rapporto uscito di recente (si trova in un attimo con google) di una prestigiosa universita’ inglese riguardante i risultati di studi fatti in laboratorio sulle proprieta’ anti-alzheimer del pinot nero usato negli champagne: sembrerebbe infatti che le cavie in cui era attivo il morbo abbiano goduto di notevoli miglioramenti dopo un trattamento a base dei polifenoli contenuti nel suddetto cepage, tanto che le cavie stesse riuscivano a ritrovare il cibo nascosto, cosa che non avveniva prima della cura… poi ognuno e’ libero di credere a cio’ che vuole… Per quanto riguarda i vintage di Krug, quando si accenna ad essi mi palpita il cuore e mi brillano gli occhi!!! attendo con ansia che esca il 2002, intanto mi coccolo gelosamente i miei 88, 90, 95, 96 e 98 (si, lo ammetto, il 2000 non mi ha conquistato… per il momento!!!)

    • Appunto, Roberto, proprio così…
      A proposito di Krug, per me l’88 è uno dei migliori di sempre (se non il…) e se ne ha ancora, beh, beato lei!
      Il 2000? Penso che vada capito, perché è uno di quei rari casi in cui l’annata vada un pelino oltre la mano di Krug. Per quanto riguarda il solo Vintage, però, perché, invece, il Clos du Mesnil 2000 è stratosferico. Credo proprio il miglior 2000 di Champagne…
      Buon Ferregosto

      • sono d’accordo. ho aperto un 88 comprato nel 2003, inizia adesso ad esprimere il suo potenziale. un 89 (che non a caso è uscito prima dell’88) appare pronto e forse un pelo “oltre” …

  3. Concordo assolutamente Alberto, il Krug 88 lo annovero come la bevuta piu’ entusiasmante della mia esistenza (tra l’altro con essa ho convertito definitivamente un caro amico “Domperignonista” convinto… e, come immaginera’, con essa non ho fatto una gran fatica!!); purtroppo ne detengo l’ultima bottiglia che conservo gelosamente e che apriro’ alla prima specialissima occasione…

    • Immagino si riferisca al Vintage e non al Clos d’Ambonnay, giusto? In tal caso, ancora non si può parlare di bottiglia da collezione o da amatori, quindi siamo sui 400 euro…

  4. Buonasera Alberto,
    torno a rispolverare il tema sul Clos d’Ambonnay in particolare l’annata 1995….siamo quasi a 28 anni! cosa aspettarsi oggi del momento evolutivo di questo champagne?

    • Di cui poco più di 14 anni post dégorgement. La sua maturità ce l’ha, ma è quella giusta, nel senso che il tempo ha fatto ben evolvere questo champagne, che oggi denota un gran bell’equilibrio, tra finezza e generosità. L’ultima volta l’ho assaggiato diversi anni fa, ma vedendo la forma in cui si trova il Krug 1995 oggi…

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