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Cuvée de Prestige

Henri Giraud Fût de Chêne: cambia tutto

Claude Giraud, dodicesima generazione di una famiglia che lo champagne lo produce dal XVIII secolo, è per me uno dei produttori in assoluto più interessanti di questa magica...
di Alberto Lupetti

bottiglie di champagne in prova henri giraud
Claude Giraud
, dodicesima generazione di una famiglia che lo champagne lo produce dal XVIII secolo, è per me uno dei produttori in assoluto più interessanti di questa magica regione ed è un personaggio egli stesso. La maison di famiglia, infatti, media perfettamente tra il ruolo di récoltant e quello di négociant e il risultato è una gamma di champagne che va dall’eccellente rapporto qualità/prezzo (nel senso più positivo del termine, beninteso) all’eccellenza assoluta, rappresentata dal Fût de Chêne.

La maison Henri Giraud
La maison Henri Giraud si trova sulla strada principale di Aÿ, il Grand Cru certamente noto per il suo Pinot Noir. Pochi, però, sanno che il territorio del villaggio è caratterizzato da un suolo con soli 20 cm di terreno e 20 m di craie…

Nato “solo” nel 1990 da un’idea dello stesso Claude, oggi questo champagne rappresenta un autentico mito per gli appassionati e, forse, è proprio questo il suo unico limite: essere per certi versi elitario. Già, non è una bottiglia facile il Fût de Chêne, ricco, opulento, addirittura denso, per di più prodotto in una quantità limitata: circa 20.000 bottiglie numerate e solo nelle vendemmie migliori. Sette finora: 1990, 1993, 1995, 1996, 1998, 1999 e 2000, quest’ultimo recensito nella guida Grandi Champagne 2012.

Claude Giraud, patròn della maison Henri Giraud
Claude Giraud, patròn della maison di famiglia, ad Aÿ da quasi 500 anni e produttrice di champagne da oltre 300. È stato Claude a imprimere una svolta alla Henri Giraud, soprattutto grazie a una ricerca approfondita sull’uso del legno e alla creazione di capolavori quali il, anzi la serie Fût de Chêne e i Code Noir, bianco e rosé.

Ebbene, il Fût de Chêne 2000 sarà l’ultimo…
Calma, calma, Claude non è impazzito, non ha deciso di gettare nel panico i tanti estimatori dell’etichetta, più semplicemente ha coraggiosamente pensato di far evolvere questo champagne: d’ora in poi avremo il Fût de Chêne sans année e l’Argonne millésime.

Il primo avrà tutte le caratteristiche del Fût de Chêne millesimato dal quale deriva, bottiglia e chiusura del tappo comprese (a prima vista è indistinguibile), ma sarà prodotto secondo il tipico concetto di sans année, pertanto un’annata di base (l’ultima vendemmia) alla quale saranno aggiunti da 20 al 40% di vins de réserve di tre vendemmie precedenti.

Il secondo, invece, è il frutto di una ferrea selezione prima delle uve e poi dei mosti (solo la tête de cuvée) di una sola vendemmia, che deve essere stata eccezionale, e in questo caso fermentazione e affinamento non avvengono più in barrique in parte de Bourgogne e in parte de Argonne, bensì esclusivamente con quest’ultimo legno, storico e tradizionale della Champagne. Inoltre, il 20% di queste barrique sono nuove e per la selezione dei legni, da avviare poi alla tonnellerie Chassin Père & Fils, Claude Giraud si è avvalso della consulenza del merrandier di Méry-ès-Bois (colui che taglia le querce e spacca poi i legni per le doghe, in parole povere) Camille Gauthier. Per entrambi gli champagne, invece, l’assemblaggio è lo stesso del Fût de Chêne millesimato e il dosaggio è pari a 8 g/l come tutta la gamma Henri Giraud. In realtà, questo dosaggio è il nuovo deciso da Claude e se a qualcuno potesse sembrare oggi un po’ alto, beh in Henri Giraud vi risponderanno che “le uve di Aÿ sono potenti, pertanto un certo dosaggio con i vini di questo villaggio è necessario”. Ma vediamo un po’ come sono questi nuovi champagne nati da una costola del Fût de Chêne.

Le barrique realizzate con legno della foresta di Argonne per lo champagne Henri Giraud
Le barrique realizzate con legno della foresta di Argonne utilizzate da sempre da Claude nel Fût de Chêne, ma in percentuale. Nell’Argonne, invece, questo legno è impiegato per tutti i fusti di rovere nei quali fermentano i mosti selezionati per questa etichetta.

champagne Henri Giraud Fût de Chêne BrutFût de Chêne Brut
70% Pinot Noir, 30% Chardonnay; base 2005 + réserve 2004, 2002, 2000
Caspita che naso! Succoso, tanta frutta tropicale e fini dolcezze ben sostenute da una preziosa anima minerale. Ed è non meno affascinante, coinvolgente, per via di un sapiente e bilanciatissimo insieme di nuances da legno e spunti maturo-ossidativi idealmente contrapposti a una vivace freschezza. La bocca è gustosa, ancora di grande equilibrio, rotonda, ben fusa a una bollicina finissima, quasi delicata. Il vino ha un chiaro sviluppo fruttato ancora sul versante tropicale con sfumature mature che ricordano la mela grattugiata, il tutto sostenuto da un’acidità veramente perfetta che significa profonda lunghezza. Insomma, è uno champagne di splendida materia che sa essere pure elegante, ma io lo trovo talmente piacevole da essere irresistibile.
Voto: 93/100

champagne Henri Giraud Argonne 2002Argonne 2002
70% Pinot Noir, 30% Chardonnay; base 2005
Olfatto pieno, importante, profondissimo, ma anche grasso, o meglio, burroso, su una struttura fruttata che arriva alle canditure, oltre a note di pain grillé (più che semplicemente di panificazione e tostature…) e la tipica di ginger. Però è senza ombra di dubbio uno champagne molto, troppo giovane, ciò nonostante evidenzia una grande concentrazione che significa opulenza. Ed è questa la prima sensazione che si ha all’assaggio, al fianco, però, di un’energia pulsante, vivace, rinfrescante, insospettabile per un 2002. Per questo, complice anche un’acidità sferzante, il vino va oltre la stessa annata, con una progressione gustativa travolgente fino alla chiusura di gustosissima sapidità. Una grande bottiglia che riesce ad andare oltre il Fût de Chêne “classico”, risultando però anche più sofisticato.
Voto: 96/100

Claude Giraud è stato molto coraggioso, ma ha fatto centro: da un grande champagne è riuscito a crearne due, uno più accessibile (superando così quello che era forse il limite del Fût de Chêne, come ho detto all’inizio), l’altro perfino più importante (cosa tutt’altro che facile, visto lo spessore del Fût de Chêne). E andando così a completare una gamma quantomai completa: tre declinazioni di Esprit (Brut, Blanc de blancs e Rosé), due di Code Noir (blanc e rosé), l’altro blanc de noir Hommage e, al vertice, i due Fût de Chêne, che arriveranno a inizio 2013.

E il Fût de Chêne 2000, nel frattempo? Beh, consiglio vivamente di fare incetta delle ultime bottiglie disponibili, e per due motivi. Primo: l’ho riassaggiato un mese fa ed è migliorato tantissimo rispetto agli assaggi della guida Grandi Champagne 2012. Ora è davvero notevole e per me vale tranquillamente 95/100. Secondo: essendo l’ultimo del genere, potrebbe diventare un pezzo da collezione. A buon intenditor…

Gli champagne Henri Giraud sono distribuiti in esclusiva da:
Ercole Brovelli
– tel. 02/58100675 – www.ercolebrovelli.it

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