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Cuvée de Prestige

Clos des Goisses: è la volta del 2003

Ecco un’altra anteprima succulenta: si tratta della nuova annata del mitico Clos des Goisses di Philipponnat, la 2003 segnatamente. Di questo champagne mi sono occupato approfonditamente su queste...
di Alberto Lupetti
maison Philipponnat a Mareuil-sur-Aÿ
La maison Philipponnat, a Mareuil-sur-Aÿ. Il vigneto Clos del Goisses si trova circa un paio di Km più avanti.

Ecco un’altra anteprima succulenta: si tratta della nuova annata del mitico Clos des Goisses di Philipponnat, la 2003 segnatamente. Di questo champagne mi sono occupato approfonditamente su queste pagine a febbraio per presentare non solo le nuove annate 2001 e 2002, ma anche raccontare di qualche vecchia, grande annata e, soprattutto, la storia e le caratteristiche di questo vigneto unico, ritenuto da molti il migliore della Champagne.

foto del Clos des Goisses visto dall’alto
Il Clos des Goisses visto dall’alto: la pendenza va dai 30° ai 45°. Il vigneto è suddiviso in 11 lieux-dits a loro volta frazionati in 20 parcelle.

Talmente unico da godere di un microclima particolare, spesso e volentieri profondamente diverso dagli altri vigneti della Champagne, anche della stessa Mareuil-sur-Aÿ, il villaggio Premier Cru (classificato al… 99%) della Vallé de la Marne dove si trovano il Clos des Goisses e la maison Philipponnat. È per questo che, anche in annate ritenute minori o addirittura disastrose, lo champagne Clos des Goisses può essere comunque prodotto, anche se in numero inferiore di bottiglie. E con risultati a dir poco interessanti: lo abbiamo visto con il 2001 (annata davvero drammatica, tanto che in Champagne avranno millesimato in 5 o 6) e ci apprestiamo a vederlo con il 2003.

Charles Philipponnat
Charles Philipponnat, discendente del fondatore e attuale presidente della maison, in cantina tra le bottiglie di Clos des Goisses che stanno rifermentando sui lieviti.

In Champagne, la 2003 è stata un’annata molto, molto particolare, caratterizzata prima da una forte gelata primaverile, ad aprile, che ha distrutto oltre il 30% dei grappoli potenziali, e poi da un’estate torrida. Il risultato è stato vendemmia anticipata e di modesta quantità, per vini dall’elevato grado zuccherino e bassa acidità (pH medio dei vini della Regione pari a 3,3 quando, invece, solitamente è 2,9-3,0), in altre parole surmaturi, che in Champagne non rappresentano certo l’ideale. All’interno dei 5,5 ettari del Clos, invece, “le cui uve giungono sempre a maturazione ottimale – spiega Charles Philipponnat, discendente del fondatore e attuale presidente dell’omonima maison – per questo possiamo produrre il vino praticamente in ogni vendemmia”. Naturalmente, nel 2003 la resa è stata ben inferiore alla media di circa 80 q/ha del vigneto, esattamente pari a 12 q/ha (contro la media di 82,5 q/ha della Champagne in quell’annata), perché la gelata in primavera si è fatta comunque sentire, ma il potenziale delle uve è stato comunque molto interessante, soprattutto lo Chardonnay. È ancora Charles Philipponnat a dire che “alcune delle grandi annate del passato sono state anch’esse caratterizzate dalla surmaturazione, ma oggi c’è la convinzione errata che solo vini dall’elevata acidità possano invecchiare bene”.

Una mia verticale di Clos des Goisses insieme a Pepi Mongiardino, l’importatore in Italia di Philipponnat con Moonimport. A servirci è la bravissima Nicoletta De Nicolo, l’italiana che da qualche anno lavora presso la maison.

bottiglia di champagne Clos des Goisses 2003Clos des Goisses 2003
65% Pinot Noir, 35% Chardonnay; dosage 4 g/l
dég. ago. 2012
– si propone davvero con un bellissimo naso questo Goisses ‘03, pieno e polposo di frutto, arricchito anche da note di mandorla, di vaniglia, di miele d’arancio, il tutto su un versante leggermente ossidativo e spunti di legno (che saranno certamente assorbiti con il tempo: il vino è giovanissimo!). Alla fin fine, ha un fascino pazzesco. La bocca, pur riproponendo i riconoscimenti olfattivi, con la componente fruttata/ossidata in evidenza, è piuttosto asciutta, ampia e molto gustosa, con uno sviluppo quasi balsamico di erbe aromatiche e una chiusura lievemente grassa e ancora fruttata di rimarchevole lunghezza. A dirla tutta, l’assaggio non sembra così immediatamente coinvolgente e articolato come il naso, ma caspita se colpisce, soprattutto per la splendida progressione gustativa!
Voto: 94/100

Conclusioni
È un Clos des Goisses senza dubbio sui generis, nel senso che tradisce inequivocabilmente le caratteristiche dell’annata, ma lo fa con classe, o meglio con un fascino cui è proprio impossibile resistere.

controetichetta del Clos des Goisses 2003
La controetichetta del Clos des Goisses 2003 assaggiato: il dégorgement è stato effettuato solo 4 mesi fa.

Anzi, gli appassionati impazziranno letteralmente, gli altri rimarranno comunque piacevolmente colpiti. Infatti, Federico Angelini, che lo ha assaggiato insieme a me, è rimasto entusiasta e avrebbe voluto un punteggio superiore.
È una delle rare volte in cui non ci troviamo d’accordo, ma rimane il fatto che questo Clos des Goisses è con tutta probabilità la miglior interpretazione della vendemmia 2003.
Mi devo riprometterlo di riassaggiarlo tra 4-5 anni per vedere come evolverà, sono curiosissimo.

Gli champagne Philipponnat sono distribuiti in esclusiva da:
Moonimport
– tel. 010/314250 – www.moonimport.it

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0 risposte a “Clos des Goisses: è la volta del 2003”

  1. uno dei miei champagne preferiti,sia come struttura,come gusto e come aroma delicato. una grande maison che propone prodotti superlativi

  2. Buongiorno Alberto,

    Grande invidia per i tutti suoi assaggi in anteprima, ma questo “infastidisce” :), benevolence intendo, maggiormente.

    Uno dei miei prodotti preferiti in assoluto, proprio lunedì ho bevuto un 91 in forma oltremodo eccezionale, e non mi stupisce che abbia fatto un ottimo prodotto anche nell’annata “sfortunata” del 2003.

    Se non erro, sono molto poche le Maison che sono uscite con questa annata, anche se Dom Perignon con 2003 ha prodotto un ottimo vino, bello, piacevole e molto pronto, forse uno dei migliori degli ultimi anni…

    Cordialmente

    Matteo F,

    • Sì, come dicevo nei vari pezzi dedicati al Clos des Goisses su questo sito, il microclima unico del vigneto permette di produrre anche in annate sfortunate. Ne sono esempio, più che la 2003, la 2001 (veramente disastrosa) e la 1991 di cui parla lei.
      La 2003, infatti, più che annata di basso livello è stata molto particolare, prima per la gelata, poi per il caldo torrido, ma sono in diversi ad aver prodotto champagne in quell’annata. Dom Pérignon è certamente il più clamoroso (Clos des Goisses a parte, ovviamente) e, dopo alcune incertezze mostrare al momento del lancio (era troppo giovane) oggi si sta rivelando davvero molto, molto interessante. Come al solito, Richard Geoffroy ha visto giusto…

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