Champagne De Sousa: fama confermata!
Come promesso, eccomi tornare su De Sousa. Si tratta di un piccolo récoltant di Avize molto apprezzato dai veri intenditori di champagne e che rappresenterà una delle grandi novità della seconda edizione della guida Grandi Champagne.
La maison è oggi condotta da Erik e la sua famiglia, la produzione si attesta sulle 75.000 bottiglie a marchio De Sousa più altre 30.000 a marchio Zoémie De Sousa (la linea di champagne più facile e accessibili) tutte frutto degli 11 ettari di vigneti di proprietà. La conduzione di questi è la più naturale possibile, tanto che potremmo parlare di biodinamica, ma Erik non rincorre slogan o etichette, bensì persegue il rispetto del terroir e della tradizione champenoise.
Stesso discorso in cantina, anche se qui i lieviti sono selezionati, mentre la fermentazione avviene parte in acciaio e parte in barrique a seconda della cuvée. In realtà, il legno è stato usato solo a partire dal 1995 per le sole uve delle parcelle più vecchie (almeno 50 anni) ed è da qui che è nata la linea di punta Cuvée des Caludalies (caudalies è la misura della persistenza gustativa di uno champagne: 1 caudalie = 1 secondo), composta da cinque champagne: il sans année omonimo, l’Extra Brut, il Rosé e i due millesimati blanc de blancs Grand Cru, uno frutto dell’assemblaggio delle uve dei villaggi Avize, Cramant, Oger e Le Mesnil e l’altro limitato solo a quest’ultimo villaggio.
Ecco, dunque, il Caudalies Millésime 2005, selezione della selezione dei migliori mosti frutto delle vigne di almeno 50 anni. La fermentazione è avvenuta in fûts da 225 l in gran parte nuovi, in questo caso con soli lieviti indigeni, con bâtonnage periodico nel corso dei 10 mesi complessivi di permanenza in legno. Il vino è stato poi imbottigliato senza filtrazione ed è rimasto per ben 76 mesi in cantina; in questo periodo, sono stati effettuati due poignetage (scuotimento delle bottiglie per rimettere in sospensione i lieviti). Dopo il dégorgement, lo champagne è stato dosato da extra brut, quindi messo a riposare per ulteriori 8 mesi prima della commercializzazione. Il nostro esemplare, pertanto, è stato assaggiato in anteprima.
Cuvée des Caudalies Grand Cru Millésime 2005
100% Chardonnay
dég. 3 dic. 2012 – Gran naso, non semplicemente ricco e intenso, ma opulento, assolutamente rappresentativo del Cru. È grasso e teso allo stesso tempo, maturo in maniera affascinante sul versante del frutto, con un legno presente, ma in maniera giusta. Irresistibile, insomma… La bocca segue idealmente il naso, sostenuta più dalla mineralità che dall’acidità, rimanendo grassa e piena sui ritorni maturi e profonda sul frutto, ora tropicale. Chiusura di grande persistenza e di gustosa sapidità. Eccellente.
Voto: 94/100
Aspettiamo di assaggiare il resto della gamma in guida, ma se il buongiorno si vede dal mattino… E poi, ho sempre amato questo produttore, anche se non lo riassaggiavo da un po’, quindi questa splendida degustazione non è stata che la conferma che aspettavo. Proprio un grande champagne, dunque, che accompagna perfettamente la gastronomia, dalla Coppa di Parma del Salumificio Squisito al risotto alla pescatora, fino, incredibilmente, alla toma impagliata di Beppino Ocelli.
Sarzi Amadè – tel. 02/26113396 – www.sarziamade.it
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Caro Alberto mi hai incuriosito. La proverò sicuramente! Avevo assaggiato in una enoteca ad Epernay il Grand Cru “Brut Précieuse” etichetta Zoémie De Sousa e avevo approfondito l’origine del doppio marchio per Erik De Sousa legata a delle sperimentazioni di agricoltura bio in territori Grand Cru d’eccellenza (Avize, Oger, Cramant) su vigne di oltre 30 anni. A quanto ne sapevo Zoémie De Sousa, è un nome nato dal desiderio di rendere omaggio alla madre, fondatrice della Maison Champagne De Sousa et fils. Avevo scoperto che per questo brand l’azienda è biodinamica, con certificazione riconosciuta dal 1999, eppure come dici tu non hanno marchi o slogan associati, e non promuovono il metodo agronomico in etichetta. E’ una riflessione che faccio sempre più spesso questa pensando alle produzioni francesi, dove il fatto di essere bio è comunque conseguenza di una sensibilità e non invece ragion d’essere di un vino.
Sì, Zoémie Bonville era la madre di Erik e a lei è intitolata questa “seconda linea” di champagne più facili. La linea De Sousa, invece, si articola su etichette di maggior valore, con la linea di punta Caudalies davvero notevole, come avrai visto con il millesimato mono-cru.
Parole sante, poi, la tua riflessione sul bio e secondo me è proprio per questo che De Sousa funziona, nel senso che sono prima di tutto champagne ottimi e poi anche bio. E non come molti vogliono far credere oggi che poiché un vino è bio allora deve essere pure buono, anche se fa schifo…
Ecco, quello che mi colpisce di De Sousa è la sua viticoltura naturale al 100%, con tanto di cavallo, a cui fa seguito poi una notevole qualità in bottiglia.
Complimenti!