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Millésime

La nuova annata della vigna su piede franco di Tarlant

Tra le nuove generazioni di vigneron, quindi in quel gruppo di giovani che sta proponendo champagne dalla fortissima personalità, figli di una conduzione del vigneto la più naturale...
di Alberto Lupetti

vigna champagne Tarlant

Tra le nuove generazioni di vigneron, quindi in quel gruppo di giovani che sta proponendo champagne dalla fortissima personalità, figli di una conduzione del vigneto la più naturale possibile e del ritorno al legno in cantina, Benîot Tarlant è senza dubbio uno dei più attivi, dei più credibili, dei più bravi. Ora, per carità, il nome Tarlant significa viticoltura da oltre tre secoli (!) e champagne da almeno cent’anni, inoltre lo stesso papà di Benîot, Jean-Marie, è stato un abilissimo enologo sia nell’azienda di famiglia, sia nelle istituzioni champenoise, però, alla fin fine, vorrei dare a Cesare (Benîot…) quel che è di Cesare e sottolineare come, a mio avviso, sia stato proprio il figlio a dare una svolta all’attività di famiglia, non solo con la cristallizzazione della qualità degli champagne classici, ma anche con la creazione di nuovi. Tra cui gli Zéro, ovviamente senza dosaggio, la Cuvée BAM (assemblata solo con le antiche varietà di Champagne) e La Vigne Royal (inedito 100% Pinot Noir), delle quali parlerò presto.

Benîot Tarlant
Benîot Tarlant mentre ci illustra le caratteristiche dei suoli dove possiede le vigne, 14 ettari in quattro diversi Cru.

Gli champagne Tarlant si sono fatti molto ben valere nell’ultima edizione (2014-15) della guida Grandi Champagne, però delle grandi etichette di questo RM di Œuilly, nella Vallée de la Marne, ne mancava una, forse la più affascinante. All’epoca delle nostre degustazioni, infatti, l’annata 2000 era praticamente esaurita e la 2002 ancora in piena maturazione sui lieviti, quindi Benîot non se la sentì ancora di degorgiala per un’anteprima. Anteprima che, invece, è avvenuta lo scorso gennaio, durante il mio viaggio in Champagne insieme agli oramai noti amici Amedeo Pasquino e Pascal Tinari. Tarlant ha rappresentato la prima tappa in assoluto di questo viaggio e, dopo una piacevole chiacchierata, la mia prima richiesta al buon Benîot è stata un’altra anteprima: l’assaggio di La Vigne d’Antan 2002!

le uve de La Vigne d’Antan nascono su un terreno sabbioso
Il particolare terreno, sabbioso, dove nascono le uve de La Vigne d’Antan. Si tratta di piante di oltre 55 non innestate.

Perché tanto curiosità? Perché questo champagne è speciale? Perché è uno dei rarissimi da vigna su piede franco, da cui il nome. Nella stessa Œuilly, poco dietro la stessa maison, i Tarlant possiedono un vigneto piantato su suolo sabbioso e questo lo rende immune dalla fillossera. È un vigneto molto antico, ripiantato l’ultima volta a metà degli anni ’50, quindi le viti hanno quasi 60 anni. Ma non solo, l’altra particolarità è la varietà utilizzata, lo Chardonnay, piuttosto inusuale nella Vallée de la Marne. Le uve di questo singolo vigneto, poi, sono fermentate in barrique usate (mediamente di 4° passaggio) e i vini non svolgono la malolattica. Segue l’imbottigliamento a maggio e poi la maturazione si protrae per oltre 10 anni. Il dosaggio è, infine, da extra-brut, sui 2 g/l. È uno champagne che non solo permette di confrontarsi con un gusto com’era nel XIX secolo, quando tutte le piante non erano innestate, ma è lo stesso Chardonnay ad acquisire un carattere particolare in questa zona, tanto che Benîot parla di “Pinot-Chardonnay”…

Benîot durante una degustazione di champagne
Ancora Benîot, ora durante la nostra bella degustazione. Oltre a La Vigne d’Antan, abbiamo assaggiato gli inediti La Vigne Royal e Cuvée BAM, quindi abbiamo concluso con la sontuosa Cuvée Louis, massima espressione di Tarlant.

bottiglia di La Vigne d’Antan 2002La Vigne d’Antan 2002
100% Chardonnay
Naso segnato da un iniziale spunto di legno che poi porta verso un vino rotondo e denso, anzi proprio grasso, ma anche molto fresco, pervaso da una fine e diffusa mineralità, nonché da note fruttate tendenti naturalmente al dolce.
È chiaramente giovanissimo, ma dà anche la netta sensazione di grande equilibrio. Gran bella bocca, finissima nella bollicina, concentrata e setosa nella materia, asciutta e levigata, ancora fresca, di bella distensione su uno Chardonnay ora più classico tra i ritorni fruttati e una gustosissima sapidità in chiusura.
Gran bello champagne, forse un po’ da appassionati, ma comunque molto, molto buono. E con enormi margini di miglioramento con il tempo. Bravo, bravissimo Benîot.
Voto: 91/100

Suggerimenti a tema:

15 risposte a “La nuova annata della vigna su piede franco di Tarlant”

    • Certo! Ottimo champagne, in crescita costante grazie alla mano di Benoit. Peraltro come abbiamo visto edizione dopo edizione della guida e, soprattutto, come ho avuto di verificare, con sorpresa, nel corso della mia ultima visita a Tarlant, pochi mesi fa: ho trovato uno Zéro veramente eccellente, ricco, pulito, mai duro, con una splendida salinità in chiusura. Siamo almeno a 90/100, almeno…

      • Vado un po offtopic se me lo permette
        Dovrei fare una scelta tra De sousa grand cru bdb e Fresnet Juillet special club 13 ( perche ahime il 08 è finito).
        E poi se mi da un consiglio sincero su aubry premier cru e aubry de humbert
        Grazie
        Attendo fiducioso i suoi consigli prima di procedere agli acquisti

        • Perché offtopic? Però è una domanda di difficile risposta per diversi motivi… Primo: a gusto personale quale die due preferisce? Poi, uno è sans année l’altro millesimato (tra l’altro, tra 2008 e 2013 c’è stato il 2012…). Terzo, uno è 100% Chardonnay, l’altro assemblaggio a prevalenza di Pinot Noir. Insomma, come faccio a dare una risposta? Senza considera che stiamo parlando di due eccellenti champagne…
          Aubry? Un buon produttore che si fa apprezzare più per i prezzi aggressivi, detto in tutta onestà.

      • È vero sono due tipologie differenti.
        Allora le chiedo come giudica lo special club di Fresnet nelle annate assaggiate e se conosce la cuvee valentin
        Grazie

        • Fresnet-Julliet non sbaglia un colpo. Non a caso, in guida (Grandi Champagne) è sempre andato benissimo, ma nell’ultima è ‘Producteur d’Eccellente’ e ha ben tre ‘Coup de Coeur’ su tre champagne recensiti! Cuvée Valenin compresa. Ne deduco che non ha preso la guida…

  1. Ciao Alberto, un consiglio per una degustazione tra amici:

    1) TARLANT CHAMPAGNE BRUT NATURE ZERO
    2) ?
    3) AGRAPART CHAMPAGNE BRUT NATURE EXP. 12

    Sono in dubbio sulla seconda bottiglia.. non so se virare su un LAVAL 2011 oppure avevo in mente di mettere in scaletta proprio LA VIGNE D’ANTAN 2002 di TARLANT. Tu cosa ne pensi? Me sapresti consigliare la seconda bottiglia?

      • Pensavo o il Brut Nature Premier Cru ‘Les Chênes’ Georges Laval 2011..altrimenti sempre di Laval il Brut Nature Premier Cru ‘Cumières’… però non sono millesimi.. non saprei

        • Mi scusi la risposta tardiva, ma sono stato via tutta la settimana e piuttosto impegnato… Les Chenes? Allora forse lo metterei per terzo, dopo Agrapart.
          Mi faccia sapere

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