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Millésime

Gli straordinari Grand Vintage Collection 1999 e 1985 di Moët & Chandon

Con il lancio del Grand Vintage 2000, Benoît Gouez, chef de cave di Moët & Chandon, inaugurò una felice iniziativa: proporre al fianco della nuova, anche alcune vecchie...
di Alberto Lupetti

Moët & Chandon Grand Vintage Collection 1999 e 1985

Con il lancio del Grand Vintage 2000, Benoît Gouez, chef de cave di Moët & Chandon, inaugurò una felice iniziativa: proporre al fianco della nuova, anche alcune vecchie annate del millesimato, rimaste più a lungo sui lieviti e con le bottiglie chiuse con il tappo di sughero (bouchon liège) in luogo del tradizionale elemento a corona. Queste vecchie annate sono poi arrivate sul mercato – in quantità più o meno limitata a seconda dell’annata – con il nome di Grand Vintage Collection, che dunque hanno rappresentato, di fatto, gli œnothèque, i dégorgement tardif del colosso di Epernay. Ed è lo stesso Benoît a spiegare che “i Collection vengono selezionati già al momento del tiraggio e rifermentano con le bottiglie chiuse con il tappo di sughero. Maturano il medesimo periodo di tempo dei millesimati per così dire tradizionali e sono anche ‘remuati’ con questi, ma poi, anziché essere degorgiati, vengono lasciati ‘sur pointes’ fino al momento del successivo dégorgement, che potremmo definire ‘tardif’”.

Benoît Gouez, chef de cave di Moët & Chandon
Benoît Gouez, chef de cave di Moët. Ho già avuto di tesserne le lodi, ciò nonostante voglio ribadire che più lo conosco e più ne apprezzo le eccezionali qualità!

 

degustazione grand vintage collection di Moët
I due Grand Vintage Collection 1999, blanc e rosé, assaggiati in anteprima assoluta a gennaio nel Département de Œnologie di Moët. In secondo piano si riconosce Pascal Tinari, sommelier di Villa Maiella.

 

Elise Losfelt, moet and chandon
Elise Losfelt, enologa dello staff di Benoît, posa giustamente soddisfatta con la magnum di Collection 1985.

Ebbene, giovedi scorso a Venezia è stato presentato ufficialmente al mercato italiano il Grand Vintage 2006 alla presenza dello chef de cave (ricordo che la vendemmia 2006 è stata la prima, vera per Benoît con questo incarico, quindi assume un significato particolare…) e anche in questa occasione gli sono stati accostati i Collection scelti per l’occasione: il 1999 e il 1985. Quindi il 66° Vintage di Moët dal 1842, definito “maturo, potente, espansivo” e caratterizzato da un’elevata componente di Meunier (una delle più alte storicamente) per via dell’eccezionale qualità di questo, e il 57°, invece definito “ricco, espansivo, vibrante”. E se le caratteristiche dell’annata 1999 le abbiamo viste nell’approfondimento sulle migliori annate in Champagne, invece la 1985 la andiamo subito ad analizzare. In Champagne è stata drammatica dal punto di vista climatico: a gennaio, le temperature sono crollate fino a -30°C, le più basse da 150 anni, e, come se non bastasse, ci sono state pure le temibili gelate di aprile, che hanno compromesso circa 1.500 ettari di vigneti. Fortunatamente, la fioritura si è svolta in buone condizioni climatiche all’inizio di luglio, ma il grande freddo dei mesi precedenti ha lasciato comunque il segno sul fronte della resa (che poi sarà di soli 6.800 Kg/ha). Comunque, il caldo e il sole di agosto e settembre ha permesso ai grappoli di maturare perfettamente e avere un eccellente bilanciamento tra alcol potenziale (9,9°) e acidità (8,7 g/l). La vendemmia è iniziata il 30 settembre ancora in condizioni ideali. Insomma, alla fine un’annata di poca quantità, ma di eccellente qualità!

Ecco, allora, il racconto dei due assaggi come ebbi l’occasione di fare a Epernay a gennaio scorso e per i quali ringrazio ancora una volta e pubblicamente Benoît.

Moet & Chandon Grand Vintage Collection 1999

Grand Vintage Collection 1999

38% Pinot Noir, 31% Chardonnay, 31% Pinot Meunier; dosage 6 g/l
Bott, dég. 8 apr. 2008 – Bel naso tostato, ricco di frutto, appena dolce di crema, arricchito anche da un filo di torrefazione. Soprattutto, appare grasso di nocciola e fresco, non meramente di acidità – come sottolinea lo stesso Benoît – ma naturalmente tale, quindi in gran forma. L’assaggio sorprende proprio per questa freschezza, una freschezza fruttata, quasi una croccantezza che stimola la bocca, la riempie piacevolmente e vi rimane ‘attaccata’ lasciando una gustosa morbidezza, quasi masticabile. Non solo un eccellente champagne, ma un eccellente 1999, una splendida interpretazione della maturità di quest’annata!
Voto: 93/100

Grand Vintage Collection 1985

50% Pinot Noir, 25% Chardonnay, 25% Pinot Meunier; dosage 7,5 g/l
Moet & Chandon Grand Vintage Collection 1985Magnum, dég. 7 nov. 2002 – Approccio olfattivo tremendamente affascinante, tra note di sottobosco e fungo, di pasticceria al burro e nocciole, quindi molto grasso, oltre a un tocco di torrefazione e al frutto giallo sul versante delle canditure. La bocca appare subito incredibilmente fresca, vivace, nonché rotonda e succosa, ancora grassa, giocata su una componente di frutta che tende a privilegiare l’ampiezza alla profondità. È uno champagne complesso ed elegante, senza dubbio coinvolgente, anzi immediatamente piacevole, per questo non smetteresti mai di berlo. Anche per quella intrigante punta di vaniglia sul finale…
Voto: 94/100

Pare che nella presentazione di Venezia i partecipanti abbiano preferito il 1999 al 1985. Per carità, il 1999 è notevole e avvicina tantissimo il fratello più anziano, ma questo a mio avviso mantiene un piccolo vantaggio. Le bottiglie da me assaggiate a Epernay erano in condizioni ideali, quindi può darsi che la magnum di Venezia fosse non proprio perfetta. Succede. È il bello del vino…

Comunque, incuriosito, ne ho parlato con Benoît, che ha avuto la pazienza di darmi retta perfino di sabato (mitico!) e mi ha detto: “alcuni preferiscono il ’99, altri l’85. Personalmente trovo maggiore complessità nel 1985, ma l’intensa maturità del 1999 è anch’essa impressionante”.

Ora fate un po’ voi.

Infine: in Italia non sono ancora stati presentati, ma tanto il Grand Vintage 2006 quanto i due Collection che lo accompagnano esistono pure in versione Rosé. Anzi, del primo ho già accennato qualcosa in occasione dell’anteprima del blanc, mentre degli altri due, a questo punto, vi racconterò presto…

Gli champagne Moët & Chandon sono distribuiti in esclusiva da:
Moët Hennessy Italia – tel. 02/6714111 – www.moethennessy.it

Suggerimenti a tema:

10 risposte a “Gli straordinari Grand Vintage Collection 1999 e 1985 di Moët & Chandon”

  1. Ho trovato nella cantina di mio padre alcune bottiglie Möet&Chandon Millesimé Blanc delle annate 1999 1998 e 1996, (rispettivamente 3, 4 e 2) in particolare l’annata 1999 è la stessa di cui si parla in questo articolo?
    Mi scusi per la domanda banale (e forse stupida) ma sono un novizio degli champagne.
    Complimenti per il sito, davvero gradevole e utile.
    Saluti
    Filippo.

    • Buonasera,
      è la stessa bottiglia sì e no. Nel senso che è il medesimo vino, ma il Collection ha maturato sui lieviti con la bottiglie chiusa con il tappo di sughero e vi è rimasto più a lungo, sui lieviti; la sua bottiglia, invece, è “originale”, nel senso che ha avuto l’iter normale. Poi, sarà invecchiata nella sua cantina…
      Stesso discorso per Vintage 1998 e 1996, che, però, non sono stati ancora annunciati come Collection…

  2. Illustre Alberto salve, parlando di Moet (questa volta sans annèè) le chiedo un parere; qualche tempo fa a casa di amici fu stappata una vecchia (anche nell’ habillage) bottiglia di Moet reserve imperiale che, vuoi la buona conservazione, vuoi un buon invecchiamento era diventata molto interessante; un champagne complesso ed opulente, una spanna sopra i classici champagne base. Ora le chiedo è possibile che una cuvee base se adeguatamente conservata possa migliorare tanto da avvicinarsi a cuvee piu’ prestigiose e/o blasonate o è solo una mera questione di gusto? Grazie a presto.

    • Allora, come ho detto più volte, anche i sans année possono invecchiare, migliorando. Ovviamente non per decenni come i grandi millesimati e non tutti.
      Moet è un grande produttore (non solo dal punto di vista dei numeri), quindi i suoi champagne sono senza dubbio di valore.
      Nel suo caso, non credo si trattasse di una bottiglia di più di 10 anni, quindi siamo ancora all’interno del range migliorativo di un sans année, anche se prossimo al limite. Non solo. All’epoca Moet produceva meno bottiglie, quindi anche questo deponeva a favore della qualità dei sans année. Per tutti questi motivi si è trovato di fronte a una… piacevole sorpresa.
      Quindi, ricapitolando, un’ottimo champagne ‘base’ migliora con il tempo, anche parecchio, ma non al punto da avvicinare una cuvée più prestigiosa. A patto che per “cuvée più prestigiose o blasonate” intendiamo quelle veramente tali e non le presunte…

  3. Buongiorno
    sono in possesso di una serie di bottiglie di millesime blanc serie vintage del 1999
    che valore economico possono avere.
    grazie

    • Purtroppo non ha il valore che meriterebbe. Parlo in linea generale, nel senso che i Vintage di Moet sono oggi eccellenti champagne (se ben conservati), ma non riescono a spuntare prezzi degni del loro valore…

  4. Buongiorno,
    una domanda da parte di un assoluto neofita. Ho trovato una bottiglia di Moët & Chandon Millésime Blanc Vintage 1999.
    Stiamo parlando di una bottiglia con qualche particolarità oppure no?
    Grazie

    • È il classico millesimato di Moet, quello che ora si chiama Grand Vintage.Invecchia benissimo, se ben conservato sarà molto interessante…

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