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Sans Année

Pascal Agrapart non sbaglia un colpo, neanche quando cambia…

Eccoci nuovamente ad Avize, anzi, idealmente non ci siamo mossi da lì rispetto all’ultimo articolo… D’altronde, questo Cru fa parte di quel terzetto che per molti champenois comprenderebbe...
di Alberto Lupetti

champagne Agrapart

Eccoci nuovamente ad Avize, anzi, idealmente non ci siamo mossi da lì rispetto all’ultimo articolo… D’altronde, questo Cru fa parte di quel terzetto che per molti champenois comprenderebbe i migliori tre villaggi della Côte des Blancs (e forse non solo…): Cramant, Oger e, appunto, Avize, tutti e tre classificati storicamente 100% Grand Cru. Bene, entrando nel villaggio dalla D9, poco dopo il bivio, sulla destra troviamo Agrapart. È un nome celebratissimo dagli appassionati, al punto che le sue bottiglie (circa 100.000 ogni anno) spariscono in un attimo e per questo motivo non riescono a conquistare un pubblico più ampio, ovvero meno appassionato. Peccato, perché pur essendo un ‘piccolo’ RM (récoltant-manipulant) che segue la più rigorosa viticoltura naturale e un’attività assai poco interventista in cantina, Pascal Agrapart non ha mai prodotto uno champagne estremo o, peggio, improbabile. Anzi, è vero l’esatto opposto, visto che i suoi vini sono estremamente piacevoli.

Pascal Agrapart
Pascal Agrapart, non semplicemente uno dei vigneron più interessanti, ma addirittura uno dei produttori più bravi di tutto il panorama champenoise…

Bene, gli champagne di Pascal non mancano mai un’edizione della guida Grandi Champagne e posso anticipare che le degustazioni della prossima (2016-17) hanno evidenziato la ‘solita’ elevatissima qualità, con in più il ‘boost’ assicurato dall’annata 2008 per quanto riguarda i millesimati. Ma non solo. La degustazione ha evidenziato un’assolutamente perfetta linearità nella crescita qualitativa all’interno della gamma, una vera e propria salita gradino dopo gradino da 7 Crus, etichetta d’ingresso al mondo di questo bravissimo produttore, fino a Vénus, la più preziosa. Avrete capito che li troverete tutti in guida, tutti tranne uno, perché voglio raccontarvelo qui. Si tratta proprio di 7 Crus e ho scelto questo champagne perché, essendo il più facilmente reperibile, può rappresentare l’occasione per i più di conoscere – e apprezzare… – Agrapart. Già in occasione della scorsa edizione ebbi modo di raccontare proprio 7 Crus sempre durante le degustazioni della guida, ma, prima di parlare di ripetizione aspettate un attimo… Sì, perché nel frattempo Pascal ha evoluto questo champagne e, da blanc de blancs che era, ci ha aggiunto un tocco di Pinot Noir. Già, perché Pascal possiede vigneti non solo nella natia Avize, ma pure a Cramant, Oger, Oiry e un po’ anche a Bergères Les Vertus, Avenay Val d’Or e Mardeuil. Da qui l’idea di racchiudere tutti questi Cru, sette, appunto, in una sola cuvée, inizialmente, come detto composta solo da Chadonnay, ma ora arricchita da un pochino di uva nera proveniente dal penultimo dei sette villaggi elencanti, che si trova nella Vallée de la Marne, ma al limitare della Montagne de Reims, ed è piantato per oltre il 70% a Pinot Noir. Prima queste uve servivano per il Rosé, ma visto che Pascal non lo produce più… A ogni modo, quest’ultima edizione di 7 Crus è stata tirata a maggio 2013 unendo il 60% dell’annata 2011, per metà vinificata in barrique e per la restante parte in acciaio, con la 2012. Dopo 21 mesi sui lieviti, poi, lo champagne è stato dosato a 7 g/l.

vigneti Agrapart in champagne
7 Crus racchiude in bottiglia tutti i villaggi dove Agrapart possiede i vigneti, cinque nella Côte des Blancs e due nella Vallée de la Marne.

Les 7 Crus

90% Chardonnay, 10% Pinot Noir
champagne Les 7 Crusdég. feb. 2015 – Nella sua innegabile freschezza, il naso è fitto, quasi impenetrabile, a testimoniare non solo l’abbondanza, ma soprattutto la qualità della materia. Una materia nettamente minerale, legata alla craie, con la sensazione di freschezza accentuata da un tocco erbaceo tra la macchia e il sottobosco, che ci ricorda la piccola componente di Pinot Noir. L’attacco in bocca, oltre a riportare sugli scudi la mineralità – e senza dimenticare una gran bella bollicina – è nuovamente fresco sul versante fruttato (mela verde) e agrumato (limone), con uno sviluppo decisamente droit, nonché preciso, che porta a chiudere l’assaggio finemente sapido, pure gustoso e molto, molto pulito. Champagne che punta più alla personalità che alla complessità, sempre molto buono, bevibilissimo, anche alla luce di quest’ultima evoluzione e… dell’annata alla base, tutt’altro che memorabile.
Consigliato, come detto, per scoprire il mondo Agrapart, ma soprattutto per un aperitivo diverso dal solito. Di valore, ovviamente. Bravo Pascal!
Voto: 90/100

Gli champagne Agrapart sono distribuiti in esclusiva da:
Pellegrini – tel. 035/781010 – www.pellegrinispa.net

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0 risposte a “Pascal Agrapart non sbaglia un colpo, neanche quando cambia…”

  1. Illustre Alberto salve, condivido assolutamente il suo pensiero, Agrapart non sbaglia un colpo….la mia esperienza con questo produttore si limita solo a due bottiglie di Mineral stappate a circa due anni di distanza…Eccezionali!

    • Se le capita l’occasione, non manchi Avizoise o Vénus. Sembrano veramente avere non una, ma due marce in più…

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