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Cuvée de Prestige

Pinot Noir d’eccezione: Maillart Les Francs de Pied 2005

Inizialmente poco noto, il nome Maillart inizia pian piano a farsi conoscere e apprezzare. Anzi, posso consigliare – ad appassionati e non – di tenere d’occhio questo piccolo...
di Alberto Lupetti

Maillart Les Francs de Pied 2005

Inizialmente poco noto, il nome Maillart inizia pian piano a farsi conoscere e apprezzare. Anzi, posso consigliare – ad appassionati e non – di tenere d’occhio questo piccolo produttore (RM) di Ecueil (villaggio Premier Cru nella parte nord-ovest della Montagne dei Reims) perché sta facendo sempre meglio anno dopo anno, come ha appena dimostrato la degustazione effettuata per la prossima edizione (2016-17) della guida Grandi Champagne. Proprio nel corso di questa degustazione, ci è capitato di mettere a confronto l’ultima e la precedente annata (quindi 2008 e 2005) dello champagne più rappresentativo di questo produttore, Les Francs de Pied. Ebbene, se l’ultimo ha mostrato quel progresso di cui sopra, il tempo ha fatto molto bene al 2005, che è migliorato tanto anche lui. Tra l’altro, si tratta di un dégorgement differente (quasi un anno) rispetto a quello pubblicato nella scorsa edizione della guida. Ma andiamo con ordine.

Nicolas Maillart
Nicolas Maillart, nona generazione della famiglia e valente enologo di formazione bordolese: è lui ad aver impresso una svolta alla maison di famiglia.

Maillart nasce di fatto nel 1753, quando Nicolas inizia a coltivare la vite a Chamery, ma è solo col trasferimento nella vicina Ecueil che la famiglia diventa produttrice di Champagne dagli 8,5 ettari di proprietà, di cui circa il 70% piantato a Pinot Noir e la restante parte a Chardonnay (nonostante la zona, curiosamente i Maillart non hanno Pinot Meunier…). La svolta pochi anni or sono, quando al vertice della maison arriva un altro Nicolas, nona generazione ma, soprattutto, valente enologo di formazione bordolese. Nicolas ha le idee molto chiare ed è intenzionato a trasformare un onesto produttore di champagne in uno eccellente. A cominciare dalla conduzione del vigneto, riportata progressivamente verso l’agricoltura “naturale”, visto che per Nicolas solo un’ottimale bilanciamento della vigna può dare uve di altissime qualità. In cantina, invece, l’accurata vinificazione è figlia della formazione di Nicolas: bando ai lieviti selezionati, impiego di tini di acciaio termoregolati e barrique (da nuove a di sesto passaggio) e legno parzialmente usato anche per la conservazione dei vins de réserve. I vini non svolgono malolattica, il dégorgement è manuale e dopo il dosaggio le bottiglie riposano inderogabilmente in cantina almeno altri tre mesi.

Les Francs de Pied
I grappoli più preziosi di Pinot Noir, quelli provenienti dall’antico vigneto su suolo sabbioso che ha resistito alla fillossera, danno origine all’omonimo Les Francs de Pied.

Lo champagne di punta è, appunto, Les Francs de Pied, nato con la vendemmia del 2003. Si tratta di un affascinante blanc de noirs frutto di piante non innestate (non greffée) e prodotto solo nelle annate ritenute idonee da Nicolas in meno di 4.000 bottiglie numerate. È uno dei rarissimi vigneti su piede franco della Champagne, insieme al celeberrimo Vieilles Vignes Françaises di Bollinger e a La Vigne d’Antan di Tarlant. Ma, di questi vigneti, il più antico sembra essere proprio quello di Maillart, al punto da poter essere definito pre-fillossero. Infatti, dopo la tragedia della fillossera, il nonno di Nicolas notò che le piante con piede da lui stesso selezionato non erano state attaccate. Ciò nonostante, man mano le vigne furono ripiantate su piede americano eccetto una parcella di Pinot Noir su suolo sabbioso che, nel 1973, è stata sì ‘rinnovata’, ma con vecchi cloni su piede franco, di fatto le stesse piante che popolavano i vigneti di Maillart prima della fillossera. Così questa piccola vigna è diventata il gioiello di casa ed è da qui che nasce questo prezioso champagne. Che, come detto, è un blanc de noir, con le uve vinificate interamente in barrique e senza svolgere la malolattica, quindi tra i sette e gli otto anni (a seconda dei diversi dégorgement) di maturazione sui lieviti e, a seguire, dosaggio di soli 2 g/l.

Les Francs de Pied 2005

Champagne Maillart Les Francs de Pied 2005100% Pinot Noir
dég. set. 2012 – Non solo il colore – ambrato – ma anche il naso riconducono immediatamente alla varietà nera in purezza. Ma, a differenza di molti altri blanc de noir, qui siamo di fronte a un’espressione vivace, ovvero mai troppo spessa o pesante, nonché incredibilmente fresca. Si ritrovano, infatti, le classiche note acidule e di frutto scuro, arricchite da legnetti pregiati e una certa burrosità, ma ci sono in maniera netta e intensa gli agrumi scuri (bergamotto e chinotto), uno spunto floreale, quindi le spezie e, soprattutto, questa spiccata freschezza di fondo. Bocca importante, valorizzata innanzitutto da una bollicina elegantissima e fitta ad accompagnare una materia rotonda e polposa, ma, come il naso, mai insistente o concentrata. Ritorna il frutto scuro tendente al maturo, ma pure gli agrumi scuri, un tocco di miele, spunti di cioccolato e una gran bella acidità che gli regalano tensione e, nuovamente, freschezza. Finale pulito e sapido su continui ritorni di frutto. Molto interessante, non solo perché unico, ma perché tende a chiamare la tavola, più che altro, però, è veramente molto piacevole. Il tutto nonostante sia uno champagne complesso e sia figlio di un’annata come la 2005. Il che gli dona ancora maggior valore…

Un consiglio: non servitelo troppo freddo, scegliete un bicchiere più ampio di quanto fareste di solito con uno champagne e non abbiate fretta, ma assaporatelo pian piano.
Voto: 93/100

Gli champagne Maillart sono distribuiti in esclusiva da:
Ercole Brovelli – tel. 02/58100675 – www.ercolebrovelli.it

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9 risposte a “Pinot Noir d’eccezione: Maillart Les Francs de Pied 2005”

  1. Salve Alberto,nella cantina dei genitori della mia compagna sono rimasti un dom perignon 1998 magnum e un Dp jeroboam 1995,quando sarebbe giusto aprirli?
    P.s. In frigo hanno un comtes de champagne 1995 magnum da quasi 6 mesi in attesa di aprirlo,non è troppo il tempo in cui si trova a temperatura frigo?

    • Accidenti, ma… parliamo di un vero tesoro!
      Allora, per i DP non c’è problema di fretta: possono essere godibili ora come tra anni. Basta trovare l’occasione giusta. Comunque, alla fine aprirei prima il 1995 del 1998, non foss’altro perché la 1995 sta raggiungendo ora il suo picco con le bottiglie (i formati maggiori, invece, richiedono più tempo…), mentre la 1998 si rivelerà alla lunga.
      Per l’altro… oddio, povero Comtes! Speriamo che 6 mesi di frigo non l’abbiamo non dico compromesso, ma fatto soffrire. Che torni in cantina se non dovere berlo, altrimenti… godetelo, sarà uno champagne memorabile: un blanc de blancs d’eccezione, figlio di una grandissima annata e in magnum!
      Vi invidio…

      • Grazie mille,non vedo l’ora nemmeno io di poter partecipare,spero solo al più presto…intanto poche settimane fa hanno aperto un dom ruinart 1996 in magnum,che goduria!

  2. Grazie mille,non vedo l’ora nemmeno io di poter partecipare,spero solo al più presto…intanto poche settimane fa hanno aperto un dom ruinart 1996 in magnum,che goduria!

  3. Buonasera Alberto,
    cosa ne pensa di un’altro champagne a piede franco il Blanca de noir 100% meunier di Chartogne-Taillet?

    • Ho sempre colpevolmente un po’ trascurato questo bravissimo produttore e Les Barres di cui lei parla, pur non essendo uno champagne facile, è potente e pieno, molto complesso. Tra le migliori espressioni di questa varietà in purezza.

  4. Ciao.
    Ho trovato in cantina uno Champagne Nicolas Maillart premiere cru brut del 1982.
    Vorrei sapere se è ancora sensorialmente buono o se il tempo l’ha deteriorato e se potrebbe avere ancora del valore (c’è anche la scatola).
    Grazie

    • Fosse stata una top di cuvée di una grande maison, avrei scommesso su uno champagne eccezionale. Ovviamene dando per scontata una conservazione perfetta… In questo caso non saprei, ma ho paura sia molto maturo. Lo apra e si tolga il dubbio, anche perché non possiamo parlare di valore degno di nota…

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