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Una giornata (indimenticabile) alla Louis Roederer

(I PARTE) In una sorta di ‘viaggio virtuale’, articolato su tre tappe diverse, cercherò di raccontare la mia personale, incredibile esperienza alla Louis Roederer ospite di Massimo Sagna,...
di Vania Valentini

champagne Louis Roederer Brut Nature

(I PARTE)

In una sorta di ‘viaggio virtuale’, articolato su tre tappe diverse, cercherò di raccontare la mia personale, incredibile esperienza alla Louis Roederer ospite di Massimo Sagna, che ha offerto a me e ad altri pochissimi fortunati la possibilità di passare un’intera giornata nel mondo dorato della ‘più bella’ maison de champagne. Difficile riuscire a riepilogare i numerosi e importanti assaggi che si son tenuti durante questo giorno: anteprime, vecchie annate, grandi annate… – di tutto e di più – ma ci provo!

Jean-Baptiste Lécaillon
Un volto oramai notissimo – e non meno apprezzato – agli appassionati di champagne: Jean-Baptiste Lécaillon, chef de cave, anzi anima della Louis Roederer!

Cominciamo dall’arrivo: veniamo accolti da un sorridente e rilassato Jean-Baptiste Lécaillon, l’oramai celebre chef de cave della maison che, insieme al direttore export Frédéric Heidsieck e all’export area manager Charles Fournier, ci accompagna, tra una battuta e l’altra, nel cuore della Regione per mostrarci i vigneti Roederer, situati al centro dei tre principali territori della Champagne: la Montagne de Reims, la Vallée de la Marne e la Côte des Blancs. Sostiamo pochi minuti al Goutte-d’Or, lieu-dit 100% biodinamico che si trova ad Aÿ dove viene coltivato il Pinot Noir per il Cristal e il Cristal Rosé. Due possenti ed eleganti cavalli bianchi stanno operando tra le vigne, guidati da una ragazza e un ragazzo; la giornata è meravigliosa, fresca, soleggiata e, come sempre, questa terra effonde spumeggiante poesia.

Arriviamo poi a Cumières, il famoso Premier Cru dove ha origine l’ultima creazione della maison: il Brut Nature. Anche qui, le uve sono da agricoltura biodinamica e, fatto insolito, i tre vitigni, appena dopo essere stati vendemmiati, vengono pressati tutti insieme: Pinot Noir, Chardonnay e Meunier, che quotano rispettivamente la metà, un quarto e ancora un quarto nel vigneto e, ovviamente, nello stesso assemblaggio. “Crediamo fermamente – dice Jean-Baptiste – che il terroir sia più importante del vitigno e pure tutto il lavoro di cantina è finalizzato a lasciar parlare l’argilla ed esprimere la sua energia, la sua potenza. Per il Brut Nature, inoltre, l’importante è che l’annata sia molto calda, quindi continentale, in modo che questa abbia la possibilità di esprimersi al massimo”. Sapete benissimo che i vini non svolgono la fermentazione malolattica e, nonostante questo, lo champagne non è dosato. “Non è una strategia di marketing – afferma Jean-Baptiste – ma è semplicemente una conseguenza: qui sono appunto l’argilla e l’annata che permettono al vino di avere quella pienezza, quella rotondità, che solitamente si raggiungono aggiungendo lo zucchero”. Un’altra particolarità è che il Brut Nature ha una pressione inferiore, è quindi un demi-mousse (nel caso, a circa 5 atmosfere).

Il vigneto ‘Goutte d’Or’ Louis Roederer ad Aÿ
Il vigneto ‘Goutte d’Or’ ad Aÿ, uno dei primi a essere convertiti alla biodinamica. In questo, come nella maggior parte degli altri, la lavorazione è affidata a due cavalli bianchi.
Brut Nature e vigneti Louis Roederer
Il Brut Nature nel suo luogo di nascita: lo specifico vigneto di proprietà (biodinamico…) a Cumières.

Come sempre l’ospitalità è sorprendente e, nel bel mezzo dei filari, ad accoglierci troviamo un aperitivo organizzato – è proprio il caso di dirlo! – a tavolino: burro, ostriche, fette di pane e, naturalmente, il Brut Nature 2006. Lo riassaggio così dopo qualche mese e mi accorgo che è già cambiato rispetto ad allora, quando era più tagliente, teso. Rifletto e mi convinco ancora una volta che questo eccezionale nuovo nato della maison potrebbe sfoderare una longevità in grado di sorprenderci, andando oltre le aspettative. Davvero incredibile. Attendo fiduciosa l’uscita della nuova annata, la 2009 (si parla del prossimo anno, ma chissà che non vi sia occasione di assaggiarlo prima, in anteprima…. con Alberto tutto è possibile!).

Una curiosità: l’etichetta sarà sempre disegnata da Philip Starck, anche se stavolta diversa. In proposito, Jean-Baptiste rivela: “l’apporto di Philip Starck per me è fondamentale. Non è, infatti, un gran degustatore, ma di questo vino ne beve una bottiglia al giorno, quindi…”.

In conclusione, posso dire che il Brut Nature della Roederer è un vino senza dubbio che possiede grande purezza, vibrazione, mineralità e freschezza.

Ritorniamo poi ad Aÿ, ma stavolta ci rechiamo in uno dei tre centri di pressatura della maison (gli altri due sono ad Avize e a Verzenay) dove ci attende il pranzo. Ma, soprattutto, ci attende un’altra sorpresa: una piccola verticale di Brut Vintage e una di Blanc de Blancs Vintage. Eccola, ricordando che Roederer è l’unica maison a far assaggiare lo Chardonnay in purezza dopo gli assemblaggi…

Massimo Sagna
Massimo Sagna, importatore esclusivo Louis Roederer in Italia, ma soprattutto organizzatore di questa giornata indimenticabile.
Doppia Verticale Louis Roederer
Il pranzo al ‘vendangeoir’ di Aÿ è stato accompagnato da una doppia verticale di Vintage, Brut e Blanc de Blancs…Ah, Roederer è la sola maison che fa assaggiare prima l’assemblaggio e poi lo Chardonnay in purezza!

 

Louis Roederer Verticale Vintage

Brut Vintage

70% Pinot Noir, 30% Chardonnay
(uve di Verzenay, Verzy e Chouilly, in media 55 mesi mesi sui lieviti, dosage 9-10 g/l)

2008
Un olfatto scolpito in complessità da un bouquet di fiori bianchi freschi, note di agrumi, frutta candita, poi un finale di nocciolina e accenni iodati; è un naso vibrante, quasi esplosivo, ma sempre discreto, elegante e risoluto. Il sorso è pervaso da succo, materia, ma si rivela anche un palato che trova slancio e tensione a fronte di un centro bocca voluminoso e avvolgente. Corpo e intensità rimandano a un quadro piacevole, la trama solida e la sostanza ricca ne delineano un sorso che siamo certi saprà esprimersi ancora meglio nel tempo, emozionandoci.
Voto: 94/100

 1995
Calice dal colore oro carico, acceso. Al naso spiccano le note di arancia amara e di frutta secca, poi cedro candito; un percorso olfattivo dritto, netto, condito sul finale da pesca matura e spezie. Il sorso coniuga struttura, pienezza e cremosità, rivelandosi poi fresco e di lunga persistenza. Un leggero cedimento al centro bocca, dato forse da un’annata all’inizio difficile ma che si è conclusa con grappoli eccellenti grazie a un caldo che ha permesso alle uve di maturare verso la fine e un’accurata cernita finale. Le bollicine, fini e persistenti, ne esaltano l’elegante struttura.
Voto: 92/100

1988
Al calice, il color giallo oro è quasi ipnotico, regale, barocco. L’olfatto è ricco, spesso e profondo, caratterizzato da un’autentica esplosione di mineralità che risulta quasi piccante, di pepe nero. Si evolve poi su ricordi di agrume scuro, nocciola, ma soprattutto iodio e roccia bagnata. Il sorso è pieno, energico, denso e freschissimo, quasi travolgente. Ha potenza, stile, è passionale, pulsante, indubbiamente ancora in uno stato di giovinezza assoluta. Nessun cedimento nello sviluppo, interminabile. Un grande vino, anzi… un vino memorabile!
Voto: 97/100

 1978
Dalla veste oro intenso con nuances quasi ramate, al calice è brillante, acceso e luminosissimo. Il naso rivela un’impressionante potenza olfattiva, che si esprime immediatamente sulle note iodate di roccia bagnata, ferro, ostrica poi vaniglia, arancia scura sottobosco. Seguono, nel finale, freschezze balsamiche, mentre, all’innalzarsi della temperatura, acquista sempre più vigore, profondità. La bollicina è fine ma ben presente, puntiforme, a fronte di una bocca sontuosa, ben sostenuta dall’acidità ancora sferzante che accompagna la scia, salata, ammorbidita nell’allungo dalle note di miele scuro e spezie. Uno champagne di grande classe, immenso, in una forma straordinaria e con una chiusura che richiama le note iodate.
Voto: 96/100

 

 verticale Louis Roederer Blanc de Blancs

Blanc de Blancs Vintage

100% Chardonnay
(uve di Avize, Le-Mesnil, Cramant, in media 60 mesi mesi sui lieviti, dosage 9 g/l)

2008
Colore giallo dorato brillante, dal perlage vigoroso, copioso, di una finezza quasi magica. Al naso è complesso, sfaccettato, dalle delicate note minerali, gessose, che lasciano il passo a sentori di fiori di acacia, ginestra, biancospino. Il sorso è coerente: composto, elegante, aristocratico, con la componente di anidride carbonica cremosa e sensuale. Un vino che si muove saldamente sui binari di una freschezza agrumata e che lascia una flessuosa e piacevolissima scia sapida al palato.
Voto: 93/100

1995
Al naso agrumi maturi, pot-pourri di fiori secchi, cedro candito, spezie come la cannella, lo zenzero, la frutta secca, e, a seguire, note salmastre. La bollicina è cangiante, il sorso è pieno e concentrato, ben modellato in bocca, dove si allunga con continuità, tra note di sale, un bell’equilibrio e una viva freschezza iodata. Piacevolissima, infine, la parte retrogustativa, in quel lungo ritorno di note saline-agrumate. Bello, per carità, ma…
Voto: 91/100

1990
Giallo dorato intenso, è percorso da un perlage splendido, lento, continuo e fine. Il naso è spesso e intenso, dominato dalle sensazioni saline, iodate, per poi proporre erbe aromatiche e un accenno floreale. L’ingresso al palato è impetuoso e voluminoso, la rinfrescante componente acida è ben integrata alla cremosità, per questo sa dimostrarsi perfettamente equilibrato tra finezza e profondità. Finale elegante, minerale, gustoso, lunghissimo. Indimenticabile.
Voto: 96/100

1978
Olfatto dall’incredibile profondità: note di frutta matura, tartufo bianco, tabacco biondo, scorza d’arancia, per poi farsi sempre più potente con la nota ferrosa, gli scogli, il mare… Il palato è pervaso da una materia di classe incomparabile, lo sviluppo è prorompente, a tratti vibrante e la bollicina finissima, ma ancora viva, vigorosa. Sensazioni iodate si alternano a nuances burrose e il finale è accompagnato da una scia sapida e agrumata. Notevole.
Voto: 95/100

Beh, che dire… non mi aspettavo di certo un viaggio di questa portata. E siamo solo al pranzo… La prossima volta racconterò l’esperienza con i vins clairs 2015, dei quali vi ha già parlato Alberto: vedremo se le nostre impressioni coincideranno.

Gli champagne Louis Roederer sono distribuiti in esclusiva da:
Sagna – tel. 011/8131632 – www.sagna.it

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4 risposte a “Una giornata (indimenticabile) alla Louis Roederer”

  1. Sarà la luna piena, sarà luce vibrante degli Champagne firmati Roederer (che bontà), ma questo articolo è il più bello della tua carriera. E lo dico con cognizione di causa: gli ho letti tutti, dal primo (Spirito Divino Agosto/Settembre 2014) all’ultimo, questo. Bravo Alberto ad aver creduto in te, ci ha visto giusto.

  2. A mio modesto parere, Brut nature 2006 di Roederer il miglior champagne in assoluto nella categoria nei non dosati e, per il mio gusto personale, una delle migliori bollicine di sempre.
    L’unico mio quesito concerne il potenziale di longevità dei non dosati .
    In teoria il dosaggio non dovrebbe influire sulla longevità, in forza della maturità e dell’acidità dell’annata.
    Tuttavia, lascio a voi tecnici la risposta al mio quesito.

    p.s. tengo custodite gelosamente 12 bottiglie di brut nature ; una parte di queste vorrei farle invecchiare…

    • Beh, personalmente ho sempre detto che si tratta del “miglior non dosato”, almeno nella categoria di quelli dichiaratamente tali. Ed è solo il primo della serie, visto che la maison sta iniziando a degorgiare la prossima annata (2009)…
      La longevità… Oramai tutti gli chef de cave dicono che non è data dall’acidità, ma dalla maturità (intesa come uve in vendemmia), quindi i cambiamenti climatici non sembrerebbero giocare a sfavore dello champagne. Diverso il discorso del dosaggio, sul quale nessuno si sbilancia ancora: finora, dopo il dégorgement, quindi senza più i lieviti, il residuo zucchero ha garantito la longevità, quindi vedremo.

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