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In anteprima, la nuova ‘perla’ di casa Ferrari

È nella splendida cornice del ristorante Larte, in una Milano già in lotta tra l’Autunno e l’Inverno, che ho avuto il privilegio di assaggiare in anteprima assoluta la...
di Vania Valentini

Ferrari Perlé Bianco 2006

È nella splendida cornice del ristorante Larte, in una Milano già in lotta tra l’Autunno e l’Inverno, che ho avuto il privilegio di assaggiare in anteprima assoluta la dodicesima etichetta nata in casa Ferrari. Si tratta del nuovo Perlé Bianco 2006, tecnicamente Riserva Trento DOC, figlio di quell’intraprendenza visionaria e creativa tutta italiana che da sempre contraddistingue il marchio Ferrari e la famiglia Lunelli. Ricordando, tuttavia, che il merito di questo ennesimo capolavoro va anche all’inesauribile e fondamentale lavoro di tante altre persone ormai diventate parte integrante di questa famiglia.

Dirigenza spumanti Ferrari
I vertici Ferrari: da sinistra, lo chef de cave Ruben Larentis, quindi Camilla Lunelli, Alessandro Lunelli e, nella foto più a destra, Marcello Lunelli e Matteo Lunelli, tutti ritratti durante la presentazione del nuovo Perlé Bianco.

Allegoricamente, è stata scelta la perla come elemento che richiama il tempo, la meticolosità e l’eleganza… “perché la perla è il frutto del mare, come il vino è il frutto della terra”. L’etichetta Perlé nasce tuttavia da un più pragmatico Giulio Ferrari, che decide nei primi anni del XX secolo di dare a questa prestigiosa selezione un nome che stia a significare “spumeggiante” ed essendo Trento ancora sotto l’Impero Astro-Ungarico, questo nome si traduce “perlend”: è nata così la linea Perlé, sviluppatasi poi con la famiglia Lunelli settant’anni più tardi. Oltre che espressione di esperienza, intuizione e tradizione, questa gamma di vini incarna da sempre l’essenza autentica di un territorio estremamente vocato, il Trentino, dove la perfetta combinazione tra suoli, altitudine e clima regala da quasi un secolo spumanti freschi, ricchi ed eleganti. In un periodo storico dove il surriscaldamento climatico sta diventando un problema per molti, qui le bollicine di montagna riescono invece a dare il meglio di sé. “È proprio per questo – spiega Matteo Lunelliche possiamo, oggi più che mai, osare e spingerci sempre più in alto”.

Ferrari Perlé bianco Riserva
Un’annata d’eccezione, il migliore Chardonnay, tutto il savoir-faire Ferrari e un pizzico di coraggio, ecco il Perlé Bianco 2006, straordinario già al debutto. Forse… addirittura oltre le più rosse aspettative!

Ma come è nato il Perlé Bianco? Ruben Larentis, enologo… o, per dirla alla francese, chef de cave di Ferrari da oltre 25 anni, mi racconta che la 2006 fu un’annata eccezionale, forse storica, per tutte le bollicine firmate Ferrari. Un’annata iniziata con un inverno freddo e rigido, che destò non poca preoccupazione, ma seguito da una primavera con le temperature superiori alla media. Poi un’estate caratterizzata da un clima caldo e asciutto, con le temperature che riportarono le riserve idriche ai valori normali e, infine, una splendida vendemmia, contraddistinta da bel tempo. Ruben rivela che, a metà vendemmia, i parametri degli alcol arrivarono a picchi eccezionalmente alti, addirittura preoccupanti. Ma la maturità e la concentrazione delle sostanze negli acini era così ricca, così unica, che si riuscì in modo naturale a riportare tutti i valori nella norma. Incredibilmente, quell’anno, i vini risultarono avere un’espressività, una potenza e una sapidità uniche.
È nata così, grazie a questa insolita e fortunata vendemmia, l’idea di tentare una Riserva Trento DOC costituita da un’accurata selezione di uve Chardonnay coltivate negli esclusivi vigneti di proprietà alle pendici dei monti nelle zone più vocate del Trentino, dove l’altitudine di questi vigneti raggiunge i 400-700 metri slm. E poi azzardare… ben 104 mesi di affinamento sui lieviti! Per la prima volta si è perseguita la longevità, laddove l’armonia e l’eleganza già caratterizzavano la cifra stilistica di questi spumanti.
Oggi, il nuovo Perlé Bianco 2006 esprime in modo esemplare la quintessenza della linea Perlé, ma con una profondità, un’intensità e una sapidità superiori. Una bollicina ricca, gastronomica e contemporanea, con una prolungata maturazione sui lieviti in grado di restituire a tavola tutti i profumi e sapori di un territorio unico. E il Perlé Bianco non andrà a sostituire il tradizionale Ferrari Perlé (100% CH), che rimarrà uguale a se stesso, un vino che predilige la freschezza, l’armonia, la bevibilità. Invece, insieme al Perlé Rosé (80% PN e 20% CH) e al Perlé Nero (100% PN), il nuovo Perlé Bianco andrà a completare la gamma delle Riserve Perlé, raccontandone ancora nuove sfaccettature, in sinergia con il tempo e l’evoluzione. Un vino dallo stile sempre raffinato, ricco e sensuale ma oggi più che mai anche sapido, profondo e longevo.

Perlé Bianco 2006

Ferrari Perlé Bianco 2006100% Chardonnay; dosaggio 4,5 g/l, sboccatura 2016
La veste al calice promette esuberanza, vigore, energia. È giallo paglierino dai vividi toni dorati con le bollicine che salgono, copiose e vivaci. È raffinato, invitante. Il colore è di quelli che non connotano un’età, ma una grande ricchezza di materia. Invita all’assaggio, certo, ed è un sorso che incuriosisce. Ingenuamente ti chiedi se questo nuovo spumante possa essere un fratello minore del Giulio Ferrari… ma, già alla prima olfazione, ti rendi conto che si tratta di un vino completamente differente. È scalpitante, energico, a tratti esotico, sfaccettato e complesso, di pura tensione minerale, con note iodate, rocciose che virano velocemente su sfumature floreali e fruttate. Quindi, ecco il bergamotto, il cedro candito ma anche le erbe aromatiche. Poi evolve, cambia nuovamente, emerge una mela cotogna in confettura e torna vigoroso, esuberante, di nuovo sui toni minerali e agrumati. Di grande pulizia e dinamismo olfattivo, è fragrante e suadente allo stesso tempo, intrigante nel suo ritmo incalzante e continuo. Scalda, appaga, tonifica e rianima, di continua tensione ed evoluzione, semplicemente grandioso. Ma, finalmente, veniamo all’assaggio dettagliato. All’ingresso al palato è la tensione a dominare, l’acidità è travolgente così come la sapidità, trascinante. È incalzante e dall’allungo energico, vivo, facilitato qui da un dosaggio contenuto che lo rende asciutto, ampio e a tratti austero. Con l’evoluzione nel calice, come sotto una lente d’ingrandimento, tutte le sensazioni si amplificano, il vigore del sorso aumenta e il centro bocca ora diventa voluminoso, pieno, tuttavia sempre vivacizzato e rinfrescato da un’acidità e una sapidità che sembrano non voler mollare mai. L’agrume e il sale ritornano al centro bocca e allungano nel finale, insieme alle note di pepe bianco. Un vino cerebrale, di cristallina luminosità, che pare volersi appropriare della personalità di chi lo assaggia variandone l’interpretazione di volta in volta, rimanendo tuttavia ben solido su questi punti cardine: ricchezza, profondità, slancio ed eleganza. Fra qualche anno regalerà ulteriori, grandissime emozioni…
Voto: 94/100

Linea Perlé Riserva Ferrari
Con il lancio del Perlé Bianco è stato rivisto ‘l’habillage’ di tutta linea Perlé Riserva, composta anche dal Perlé Rosé e dal Perlé Nero. Invariato, invece, il classico Ferrari Perlé.

Con il lancio di questo Perlé Bianco si è colta l’occasione per rivedere la veste stilistica della linea completa dei Perlé Riserva, scegliendo di dare più valore alla perla e ricercando un’identità unica per queste etichette. Un packaging prestigioso, con il nero a dominare la scena, ma anche l’imprescindibile bianco: da sempre è proprio questo colore il denominatore comune delle etichette Ferrari (Giulio Ferrari iniziò con un’etichetta bianca e la scritta in nero). Il Perlé Bianco è stato abbinato durante il pranzo ai piatti firmati dall’ormai storico Alfio Ghezzi, chef della Locanda Margon di proprietà della famiglia Lunelli. Presente all’evento tutto lo ‘stato maggiore’ Ferrari: Beniamino Garofalo, (Direttore Generale Cantine Ferrari), ovviamente Camilla Lunelli, Matteo Lunelli, Marcello Lunelli e Alessandro Lunelli, quindi l’enologo Ruben Larentis.

www.ferraritrento.it

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34 risposte a “In anteprima, la nuova ‘perla’ di casa Ferrari”

  1. Buongiorno,
    vedo che è stato assegnato addirittura un 94…
    Tenendo conto che al Giulio Ferrari del 2002 e del 2004 è stato assegnato un massimo di 92, ne deduco che per Voi questo nuovo Perlè sia di gran lunga più buono!

    • Esatto, in questo momento senza dubbio! La combinazione tra l’annata e la scelta dei vini per l’assemblaggio hanno dato vita a una delle migliori bollicine italiane mai fatte! Almeno allo stato attuale e finora…

      • Caspita,buono a sapersi! Adesso mi avete messo una gran curiosità…appena lo trovo disponibile ne acquisto qualche bottiglia e lo metto alla prova con altre bollicine Ferrari!

  2. orribile e fastidiosissima questa francesizzazione dei termini e dei nomi . e ciò solo x fini commerciali . ottimo prodotto , subdolo il suo aspetto ……

    • Ossidate? Accidenti. Una bottiglia può capitare, ma 3 su 4 no. Mi viene il dubbio che l’intero cartone abbia ‘sofferto’, da cui questa percentuale disastrosa…

  3. Beh, che dire..
    Provato e riprovato questo perlé bianco.
    Per parafrasare un noto “maestro di cantina”, questo vino è una sorta di perlé in HD.
    Monumentale!! Se pensiamo poi al prezzo, è di gran lunga la migliore bollicina al mondo in rapporto alla qualità.
    Value for money all’ennesima potenza!
    Ora attendiamo l’annata 2007

  4. Salve Alberto,
    ho letto e riletto questo splendido articolo perché sono un amante dei vini di casa Ferrari.
    Sono pienamente d’accordo con lei per quanto scritto sul Perlè Bianco 2006, davvero un vino eccezionale, a mio parere un po calato “inevitabilmente” nell’annata successiva cioè la 2007, che forse ha bisogno ancora di un pochino di tempo.
    Sono rimasto abbastanza sbalordito del punteggio ( “94” ) che ha dato a questa bottiglia e che sinceramente non aspettavo, perché un punteggio del genere lo ha dato solo in alcune occasione e solo in poche annate al grandissimo Giulio Ferrari, se restiamo all’interno del panorama italiano.
    Il mio non vuole essere un paragone, perché sono si due fratelli ma completamente differenti.
    La domanda che mi piacerebbe porgerle è: questa valutazione di 94 punti su che scala e in quale contesto sono?
    Le faccio un esempio tanto per intenderci: è la stessa scala che usa quando valuta vini nella champagne o è una scala differente e si riferisce al territorio italiano o siamo in un altro ambito?
    Probabilmente sono domande stupide, però mi incuriosisce molto punteggio.
    A breve aprirò proprio un magnum di 2006 sboccatura 2016, tanto per togliermi qualche curiosità.
    Tanti complimenti per il vostro lavoro e per la Guida Grandi Champagne, stupenda !!
    Grazie anticipatamente,
    Saluti

    • Ebbene sì, il Perlé Bianco 2006 è stato un piccolo capolavoro e il paragone con il Giulio ci sta, perché no?
      A proposti di paragoni, la mia filosofia è dare punteggi assoluti, quindi un 90 è tale per uno champagne e per un altro vino spumante. Non credo, infatti, alle scale relative utilizzate da altri, perché creano confusione: cosa significa, infatti, dare un 90 a uno champagne e dare poi 90 a un ‘italiano’ ma con una scala di valori diversa?
      Quindi, significa che il Perlé Bianco 2006 vale 94 punto e basta.
      Grazie dei complimenti…

      • La ringrazio molto per la risposta.
        Son nuovamente d’accordissimo con lei, la scala di valutazione deve essere unica.
        Secondo lei, parlando sempre del Perlè Bianco 2006, potrebbe essere una buona idea quella di conservare qualche bottiglia in cantina per poi aprirle tra un po di anni?
        E’ un vino che potrebbe avere buone potenzialità di invecchiamento?
        Mi sento di farle un ultima domanda, ha per caso assaggiato il Perlè Bianco 2007? Se si, come lo ha trovato e quanto secondo lei è calato rispetto al 2006?
        Grazie nuovamente per la sua cortesia

        • Vista la riuscita, qualche bottiglia, anzi un paio di magnum di Perlé Bianco 2006 le terrei. Ma senza tirare troppo il collo all’invecchiamento, però.
          2007 molto buono, ma un passo indietro al 2006. Aspettiamo dunque il 2008…
          Prego!

          • Giusto tre giorni fa mi sono trovato ad assaggiare il Perlè Bianco 2008 e sinceramente l’ho trovato nettamente indietro il 2006 che però ho assaggiato il mese scorso fa in versione magnum.
            Probabilmente il formato e i quasi due anni di sosta dopo la sboccatura hanno giovato sulla maggiore espressività del 2006, ma comunque l’ho trovato molto più indietro, più chiuso, non ho trovato quella ricchezza e profondità che avevo notato nel 2006. Ho provato ad aspettarlo 15 minuti dopo aver aperto la bottiglia come avevo fatto con il 2006 ma il risultato non è stato lo stesso.
            Indubbiamente sempre un gran vino il 2008, però a mio parere più indietro e forse non poco.
            Sul 2007 non mi sento di esprimere giudizio perché l’ho assaggiato l’anno scorso sempre in formato magnum ma la bottiglia davvero troppo fredda e l’assaggio ne ha risentito.
            In ogni caso, come dice lei: ” La combinazione tra l’annata e la scelta dei vini per l’assemblaggio (06) hanno dato vita a una delle migliori bollicine italiane mai fatte! “. E ne sono ancora più convinto!
            Lei che ne pensa? E della 08? Ha trovato molta differenza tra la 07 e la 06?
            Sottolineo che questo è il mio modesto parere da semplice appassionato.
            Tanti complimenti Albero per il suo lavoro e per regalarci queste splendide recensioni.
            Saluti
            Elia

        • Caro Lorenzo, il 2008 in questo momento è in uno stato di grazia… io voto certamente lui. In Magnum, ancora di più! Ed è certamente una bottiglia con grandi possibilità di evoluzione.

          • grazie cara Vania, ovviamente ti riferisci al Ferrari Perle 2008….c’è differenza con il “giulio riserva del fondatore 2005” giusto? E’ una bottiglia migliore la prima o la seconda, e chi ha il miglior potenziale di invecchiamento?
            E una “giulio riserva del fondatore” del 2007 ?
            Grazie 😀

  5. Ciao Alberto, Vania e a tutti gli amici delle bollicine. Circa un mesetto fa ad una degustazione fra amici abbiamo aperto tra le altre un perle bianco 2007, beh ha tenuto testa a prodotti ben più blasonati , secondo noi è stato superiore sia al delamotte bdb 2007 che all’Annamaria clementi 2008 che al brut reserve di Charles Heidsieck. Ha sostanzialmente pareggiato con un tarlant zero base 2008, ed ha ceduto il passo solo al bollinger ga 2008 ed al tarlant louis ( questo veramente eccellente)’…Comunque grandissimo spumante il perle bianco 2007
    Marco

    • La linea Perlé a mio avviso meriterebbe maggiore considerazione e a volte mette in fila pure il Giulio. Però, che abbia battuto due ottimi champagne come Charles e il 2007 di Delamotte mi sorprende. Il bello del vino…

  6. Quello che ci ha davvero strabiliato di quella bottiglia era il suo ventaglio di profumi, magari era in un particolare stato di grazia. Comunque credo fosse tra gli ultimi lotti degorgiati, con più tempo sui lieviti e circa 2 anni di cantina prima di essere stappata. Buona serata
    Marco

  7. Buongiorno Alberto,
    bevuto ieri il Perlè Bianco 2006, deg. 2016, che avevo in cantina da tre anni.
    Devo dire che, assaggiato un paio di anni fa, non l’avevo trovato così eccezionale come da sua recensione.
    Ieri, con due anni in più di cantina, l’ho trovato meraviglioso!
    Qualità/prezzo pazzesca…
    Fresco, equilibrato, profumato e minerale, davvero una bella bolla.
    Come mio gusto personale lo preferisco di gran lunga ai Giulio Ferrari che ho assaggiato finora.
    Vedremo in seguito chi la spunterà ma, al momento, la linea Perlè è la mia preferita.
    Pensare che ho un paio di magnum del 2006 da assaggiare…

  8. Buonasera Alberto,
    oltre a sentirmi obbligato a farle i miei più onesti complimenti per la guida e per il lavoro che fate (guida che un giorno spero si “allarghi” o addirittura si “sdoppi”, con pari metro di giudizio come da lei specificato, anche alle bollicine italiane), ho una domanda che mi perseguita e di cui non ho trovato adeguate risposte..
    Da un punto di vista meramente tecnico (ed includendo in questa definizione anche la provenienza delle uve), avendo chiara la differenza tra perlè bianco e perlè “base” non riesco davvero a comprendere appieno la differenza con il Riserva Lunelli (che peraltro fino a poco tempo fa costava praticamente uguale). Voi riuscireste a darmi qualche delucidazione in proposito (parlo al plurale perché includo anche la sua illustre collega Vania)?
    Ad ogni modo il perlè bianco sopratutto 2006 è sempre stato un mio favorito (ne ho ancora due bottiglie che dovrò decidermi a bermi, anzi si accettano suggerimenti per le tempistiche 🙂 ).
    Un caro saluto e in bocca al lupo per tutto

    • Obbligato? Oddio, mi sembrano invece sinceri questi complimenti, quindi grazie!
      La guida ‘italiana’ me l’hanno suggerita in tanti, ma non credo di cimentarcimi per due motivi: il tempo e la mia specializzazione nello champagne. Specializzazione in cui credo fermamente. Sto cercando di convincere Vania a farla, con il sottoscritto nel panel did degustazione, certo, ma ancora non riesco.
      Da quanto ricordo, il Riserva Lunelli è una diversa selezione di uve ed è interamente vinificato in botti austriache.
      Invece, sul quando godere del Perlé Bianco 2006, le dico che, come tutti i Ferrari, a mio avviso ha bisogno di un minimo di riposo, ma non tirerei troppo la corda con l’invecchiamento. A mio avviso. Comunque sentiamo anche cosa ne pensa Vania.
      Viva il lupo!

      • Grazie Alberto,
        sempre molto disponibile. Per la guida italiana non ci resta che sperare dunque.
        Grazie per le delucidazioni sulla natura dei due vini.
        Aspettando il parere di Vania, un caro saluto

  9. Buongiorno Alberto buongiorno Vania
    Il perlè 2006 è ancora l’annata migliore o è stata superata da altre? Ad es. Il 2008?
    Mi consiglia un’altra bollicina italiana che possa reggere il confronto con gli champagne?
    Grazie

    • Dovremmo sentire Vania, è un po’ che non assaggio Ferrari. Lo champagne chiama sempre più intensamente…

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