Posso dire di conoscere molto bene Didier Mariotti. Anzi, oggi siamo amici, viste le diverse frequentazioni anche extra professionali e la passione per il volo di entrambi. Ho incontrato Didier per la prima volta nel 2008 e, inizialmente, non posso dire che fu amore a prima vista: il suo carattere particolare me lo faceva inquadrare come fin troppo riservato, quasi distaccato. Poi, il tempo ci ha avvicinati e ho avuto modo di passare con Didier dei momenti indimenticabili da Mumm (e non solo), dove ha fatto un lavoro notevole.
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Tra dicembre del 2018 e lo scorso mese mi è capitato più volte di (ri)assaggiare l’EBEO, il più recente champagne entrato nella gamma di Veuve Clicquot nel corso del 2017. In bottiglia e in magnum. Con il tempo, posso dire che lo champagne è notevolmente migliorato, come era lecito presupporre, tappando così la bocca a quanti avevano frettolosamente bocciato questo champagne inedito. Nonostante questa netta crescita, però, permangono tuttora dei ‘freni’ che ne limitano non poco l’apprezzamento da parte dei più.
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Era il dicembre del 2016 quando, durante una degustazione personale presso la Cuverie di Veuve Clicquot, a un certo punto lo chef de cave Dominique Demarville si alza con fare sospettoso e si reca a uno degli armadi-frigo. Torna con due bottiglie la cui forma è evidente, è quella de La Grande Dame, ancorché prive di etichetta. Sorride sotto i baffi e mi dice “niente foto né appunti, è una cosa tra di noi” e versa in due calici, uno champagne bianco nel primo e uno rosato nel secondo.
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(che poi sono anche consigli per brindare bene alla fine dell’anno…) Per queste ultime feste abbiamo volutamente evitato i triti consigli per brindare in occasione del Natale, però non possiamo esimerci dai suggerimenti per la fine dell’anno. Non i classici consigli di brindisi, però, bensì una carrellata di champagne che per un motivo o per l’altro hanno un po’ simbolizzato questo 2018. Bando alle ciance, dunque, e scopriamo queste etichette.
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Poche ora all’arrivo dell’anno nuovo. Senza dubbio ci si è organizzati per tempo tra pietanze e vini, ma può sempre capitare l’emergenza dell’ultimo minuto… Un invito inatteso, la mancanza dell’irrinunciabile bottiglia per mezzanotte e tra poche ore tutti i negozi chiudono. Che fare? E, soprattutto, come fare? Bene, ecco il consiglio per cinque bottiglie di champagne da trovare facilmente sotto casa (dall’enoteca a negozi anche meno specializzati) e che permettono di celebrare nel migliore die modi l’anno nuovo.
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A partire da oggi e fino all’ultimo giorno dell’anno, porteremo alla ribalta uno champagne che ci sentiamo di consigliare spassionatamente. D’altronde, siamo pure sempre nel periodo ‘più caldo’ dell’anno per lo champagne, no? Veuve Clicquot Vintage 2008 Il primo millesimato interamente firmato Dominique Demarville, ma anche il figlio di un’annata eccezionale. Esalta lo stile della maison (Pinot Noir), ma lo fa con una freschezza, una spensieratezza che non possono non conquistare. È fine e verticale, ricco e leggero allo stesso tempo, gustosamente sapido in chiusura. Insomma, è buonissimo e lo è per tutti.
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In linea di massima, ho avuto la fortuna di assaggiare champagne d’annata (il termine ‘vecchi’ non mi piace…) grazie alle varie maison e nelle loro sedi, quindi in condizioni ideali. Pertanto, è stato non solo con grandissimo piacere, ma anche con un bel po’ di curiosità che ho accettato l’invito di Federico Angelini a partecipare a un’incredibile ‘orizzontale’ di champagne targati 1990.
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Non ha neanche fatto in tempo ad arrivare sul mercato, che l’EBEO ha già creato un bel po’ di discussioni. Discussioni, attenzione, non polemiche o dubbi. Ricordo che si tratta del nuovissimo champagne di Veuve Clicquot, il suo primo ‘multimillésime’, il suo primo a basso dosaggio. Non a caso, il nome sta per Extra Brut Extra Old. Qui su LeMieBollicine Vania ce l’ha da poco raccontato, ma, alla luce delle suddette discussioni e della chiara necessità di un assaggio in condizioni ottimali (cosa che molto difficilmente accade durante le presentazioni), abbiamo deciso di riassaggialo.
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Prima di lasciare la parola a Vania, giusto due righe da parte mia su questo champagne. Era la fine di gennaio quando mi fermavo da Veuve Clicquot per un saluto a Dominique Demarville. Tra una chiacchiera e l’altra, a un certo punto tira fuori una bottiglia anonima, la stappa e mi chiede di assaggiarla.
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A breve Veuve Clicquot lancerà uno champagne inedito, l’Extra Brut/Extra Old. Non si tratta della risposta della maison di Reims al ‘desiderio’ di bassi dosaggi, ma di un sofisticato assemblaggio di annate, dalla 2010 alla 1988, che fanno parte del tesoro di vins de réserve di VCP. Poi, il basso dosaggio (3 g/l) è una conseguenza, non l’obiettivo, che sia chiaro.
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