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Vendemmia 2014 in Champagne: le prime impressioni

Oramai siamo agli sgoccioli e, dopo poco più di 20 giorni (è iniziata il 10 settembre) la vendemmia in Champagne è oramai terminata. Grazie alle splendide giornate in...
di Alberto Lupetti

Vendemmia 2014 in Champagne

Oramai siamo agli sgoccioli e, dopo poco più di 20 giorni (è iniziata il 10 settembre) la vendemmia in Champagne è oramai terminata. Grazie alle splendide giornate in cui si è svolta la raccolta delle uve (sole e caldo, anche troppo, fino quasi a 30°C!), gli champenois sono fiduciosi e qualcuno sussurra, incrociando le dita, di una grande annata. Soprattutto per lo Chardonnay. Molto buono anche il Pinot Noir, mentre sembra aver sofferto un po’ il Pinot Meunier. A ogni modo, per gli amanti dei numeri, abbiamo, mediamente, un alcol potenziale superiore ai 10° e un’acidità che parte dagli 8 grammi/litro per arrivare anche oltre i 10 in alcune zone (valori da 1996…). La resa è stata di 10.100 Kg/ettaro, cui si possono aggiungere fino a 3.100 Kg/ettaro da destinare eventualmente alla riserva.

Bene, vedremo se si potrà veramente parlare di grande annata più avanti, al termine delle vinificazioni e delle successive maturazioni dei vini, nel frattempo, come ogni anno, ecco i commenti da parte delle figure più autorevoli della Champagne. Iniziamo con due estremi, un piccolo RM della Vallée de la Marne, e un grande NM, anzi, il più grande di tutti…

Olivier Collard

Olivier Collard

Champagne Collard-Picard

Nipote del grande (e, purtroppo, compianto, René), ha dato vita insieme alla moglie Caroline alla propria maison, capace di imporsi ben presto all’attenzione degli appassionati. Olivier è un conoscitore d’eccezione dello champagne e della Champagne, ma soprattutto è stato capace di sviluppare cuvée non solo estremamente valide, ma anche dalla forte personalità.

La vendemmia è finita nei nostri vigneti martedi 23 settembre e la quantità di uve è stata tale da soddisfare perfettamente le nostre necessità. Per quanto riguarda la qualità, invece, questa è variata da caso a caso in funzione delle date di raccolta. Così, le uve raccolte a inizio vendemmia (12 settembre nel nostro caso) erano perfette, con elevati livelli di alcol potenziale e acidità, ideali per un millesimato. Però, dopo quattro giorni di sole e caldo elevato (26-30°C), l’acidità è calata e gli zuccheri (quindi l’alcol potenziale, N.d.R.) si sono ancora di più concentrati, raggiungendo valori inusuali per la Champagne. Comunque, al termine del raccolto, i due Pinot hanno raggiunto una maturità perfetta, rendendoli molto buoni per champagne d’assemblaggio.

In conclusione? Una vendemmia perfetta!

Ma dovremo aspettare tra febbraio e marzo per avere un giudizio definitivo alla luce dell’assaggio dei vini.

Benoît Gouez, chef de cave Moët & Chandon

Benoît Gouez

Champagne Moët & Chandon

Nel 2005, un giovane Benoît diventava chef de cave della più grande, della più importante maison de champagne. Il suo approccio all’enologia era ed è tuttora molto originale, perché abbina la tecnica alla sensibilità personale, all’estro, per questo ritengo Benoît uno dei più bravi e talentuosi della sua esclusiva categoria. Non a caso, il suo lavoro da Moët (nient’affatto facile…) sta dando dei frutti, frutti belli e concreti. Credetemi, Benoît ci stupirà sempre più. 

La vendemmia è appena terminata. È stata una vendemmia veloce, in appena due settimane, molto intensa, ma anche nelle altre Regioni è stato lo stesso. Comunque, abbiamo battuto tutti i nostri record di uve raccolte al giorno!

Come nel 2013, è stata una vendemmia contrastata. Innanzitutto, come accade spesso, lo Chardonnay è stato il vincitore incontrastato e non soltanto nella Côte des Blancs: niente muffe e risultato da grande classico, ben bilanciato, con 10° di alcol potenziale e 7,5 g di acidità.

Molto promettente anche il Pinot Noir della Côte des Bars: nonostante un buon alcol potenziale di 9,6°, l’acidità ha fatto segnare la bellezza di 9 g! E le muffe sono state ridottissime.

Il Pinot Noir della Marne ha visto, invece, risultati contrastanti. È vero, abbiamo avuto 9,9° di alcol potenziale e 7,7 g di acidità, che danno un buon bilanciamento, ma l’acido gluconico si è rivelato piuttosto alto, con ben 160 mg/l. La situazione è stata buona sia nella parte nord sia nella sud della Montagne, però Botrytis e muffe hanno colpito i vigneti della parte occidentale della Vallée, soprattutto Aÿ, mentre il Pinot Meunier, nonostante i 9,3° di alcol potenziale e gli 8,1 g di acidità, ha avuto addirittura 213 mg/l di acido gluconico.

A ogni modo, è ancora troppo presto per parlare della qualità dei vini, ma, ancora come nel 2013, possiamo aspettarci grandi risultati nei migliori Cru e un meno negli altri. Pertanto, grandi uve d’origine blasonata – di proprietà o conferite – saranno ancora una volta determinanti per la qualità finale dei vini.

Infine, nonostante le muffe limitate e il non aver personalmente mai trovato profumi sgradevoli nei mosti, rimane il problema dell’elevato acido gluconico in alcuni dei due Pinot, segno di fragilità dei grappoli e di ossidazione prematura.

Gli assaggi delle prossime settimane mi daranno un quadro più chiaro.

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0 risposte a “Vendemmia 2014 in Champagne: le prime impressioni”

  1. Molto interessante Alb. In pratica tutti sostengono che sia stata una vendemmia sul fil di lama per via dell’incremento delle temperature di settembre, che rischiavano di dare troppa maturità all’uva e di far scendere l’acidità. Ora mi spiego anche perchè Olivier Krug ha deciso di partire l’8 settembre al Clos du Mesnil e ha dovuto correre passando al 15 settembre per Ambonnay (che è tra gli ultimi ad essere raccolto). Sono curiosa di sapere poi dei tuoi assaggi dei mosti nei prossimi mesi. 😉

    • Sì, è un’annata molto, molto particolare che, però, in alcune zone potrebbe dare vini eccellenti. Il caldo da un lato ha permesso di raccogliere in condizioni ideali, ma dall’altro ha rischiato di far crollare l’acidità, per questo hanno dovuto correre. A ogni modo, avremo ancora una volta straordinari Blanc de blancs o assemblaggi a prevalenza di Chardonnay…
      Nei prossimi giorni leggeremo i commenti di altri chef de cave…

  2. Buongiorno Alberto, di ritorno da qualche giorno dalla vendemmia in Cote e sulle Montagne, devo dire che sentendo il “prematuro” , seppur momentaneamente, giudizio da parte di diversi RM, paiono per ora ottimi se non eccezionali gli chardonnay della cote nell’asse Cramant-Le Mesnil.
    Molto buone anche le uve della parte nord, Verzy,Verzenay,Mailly, mentre qualche caso di “stanchezza” per i pinot ,anche se isolato,sembrerebbe arrivavare dalla parte sud, Bouzy, Ambonnay ed Ay, nei casi in cui in cantina non vi fosse la possibilità di pressare molta uva e di conseguenza far passare qualche giorno in più per la raccolta. Il fatto che sia stata una delle vendemmie più veloci della storia qualcosa vorrà dire…
    Ovvio che la “fotografia” che riporto è molto ristretta vista l’ampiezza della zona…

    Saluti

    • Lo Chardonnay è l’uva più “facile” da coltivare, per questo è normale che vinca costantemente nelle vendemmie contrastate…
      Quest’anno, in effetti, ha pesato molto il ranking dei Cru, quindi i 100% si sono fatti valere, nonostante qualche problema nella parte orientale e bassa della Montagne. Appunto.
      La velocità, infine, è stata necessaria a causa del caldo, quindi per evitare che crollasse l’acidità.
      Infine, sì, è ancora prematuro dare un giudizio definitivo: vedremo l’anno prossimo con l’assaggio dei vins clairs.
      Saluti

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